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attivisti

Palermo, processo Casa del Popolo: “Sentenza rischio condanna ingiusta”

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Pietro Milazzo in merito al processo celebrato contro gli attivisti della Casa del Popolo, la cui sentenza sarà emessa il prossimo 14 marzo. “Sono un attivista sociale – scrive nella sua memoria difensiva – che assieme a un gruppo di altri compagni da decenni,  in varie strutture, dove siamo stati impegnati, per ultimo nell’organizzazione politica nazionale POTERE AL POPOLO, abbiamo provato a intervenire sul disagio sociale e sul contrasto alla povertà della nostra città.”

Il 4 marzo è stata celebrata l’ultima udienza del processo intentato a 18 attiviste ed attivisti, accusati di aver occupato un immobile, abbandonato e degradato, per trasformarlo in una Casa del Popolo.

Il Pubblico MINISTERO ha chiesto, PER TUTTE e TUTTI le/gli  Imputate/i, una PENA di UN ANNO di RECLUSIONE, più una pena pecuniaria.

La sentenza sarà emessa, in una sessione apposita, fissata per il 14 marzo, a partire dalle 9.

Dunque, per il PM, è giusto CONDANNARE ad un ANNO di RECLUSIONE chi ha riattivato, a sue spese, uno spazio destinato per statuto a finalità assistenziali, gestito solo sulla carta da un Ente ASSENTEISTA che riceve grandi contributi pubblici, ma che  lascia un bene ad esso assegnato,  vuoto e degradato, a marcire per  anni.

È  giusto, per il PM, CONDANNARE ad un anno di RECLUSIONE chi ha promosso attività mutualistiche e culturali GRATUITE ed aperte al TERRITORIO.

SE SAREMO CONDANNATI  SARÀ CONSUMATA UNA GRANDE INGIUSTIZIA, MA almeno, per quanto mi riguarda, stiano certi che NON CI FERMEREMO, NON MI FERMERÒ.

Saremo,  sempre e per sempre, schierati dalla parte del torto.

 

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Redazione Palermo

Hong Kong, assolti in appello tre attivisti del movimento democratico

 Il 6 marzo 2025 la Corte finale d’appello di Hong Kong ha annullato le condanne a quattro anni e mezzo di carcere inflitte nel marzo 2023 a Chow Hang-tun (nella foto di Amnesty International), Yang Ngok-kwan e Tsui Hon-kwong, tre esponenti della disciolta Alleanza di sostegno ai movimenti patriottico-democratici della Cina.

I tre erano stati in precedenza giudicati colpevoli di “incitamento alla sovversione”, unicamente per aver cercato di organizzare veglie in occasione degli anniversari del massacro di piazza Tienanmen a Pechino nel 1989, dopo che dal 2020 (ufficialmente a causa della pandemia, in realtà a causa delle norme repressive introdotte via via a Hong Kong)  queste erano state vietate.

 

Riccardo Noury

Palermo, processo Casa del Popolo: “Sentenza rischio condanna ingiusta”

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Pietro Milazzo in merito al processo celebrato contro gli attivisti della Casa del Popolo, la cui sentenza sarà emessa il prossimo 14 marzo. “Sono un attivista sociale – scrive nella sua memoria difensiva – che assieme a un gruppo di altri compagni da decenni,  in varie strutture, dove siamo stati impegnati, per ultimo nell’organizzazione politica nazionale POTERE AL POPOLO, abbiamo provato a intervenire sul disagio sociale e sul contrasto alla povertà della nostra città.”

Il 4 marzo è stata celebrata l’ultima udienza del processo intentato a 18 attiviste ed attivisti, accusati di aver occupato un immobile, abbandonato e degradato, per trasformarlo in una Casa del Popolo.

Il Pubblico MINISTERO ha chiesto, PER TUTTE e TUTTI le/gli  Imputate/i, una PENA di UN ANNO di RECLUSIONE, più una pena pecuniaria.

La sentenza sarà emessa, in una sessione apposita, fissata per il 14 marzo, a partire dalle 9.

Dunque, per il PM, è giusto CONDANNARE ad un ANNO di RECLUSIONE chi ha riattivato, a sue spese, uno spazio destinato per statuto a finalità assistenziali, gestito solo sulla carta da un Ente ASSENTEISTA che riceve grandi contributi pubblici, ma che  lascia un bene ad esso assegnato,  vuoto e degradato, a marcire per  anni.

È  giusto, per il PM, CONDANNARE ad un anno di RECLUSIONE chi ha promosso attività mutualistiche e culturali GRATUITE ed aperte al TERRITORIO.

SE SAREMO CONDANNATI  SARÀ CONSUMATA UNA GRANDE INGIUSTIZIA, MA almeno, per quanto mi riguarda, stiano certi che NON CI FERMEREMO, NON MI FERMERÒ.

Saremo,  sempre e per sempre, schierati dalla parte del torto.

 

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I tre erano stati in precedenza giudicati colpevoli di “incitamento alla sovversione”, unicamente per aver cercato di organizzare veglie in occasione degli anniversari del massacro di piazza Tienanmen a Pechino nel 1989, dopo che dal 2020 (ufficialmente a causa della pandemia, in realtà a causa delle norme repressive introdotte via via a Hong Kong)  queste erano state vietate.

 

Riccardo Noury

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Pietro Milazzo in merito al processo celebrato contro gli attivisti della Casa del Popolo, la cui sentenza sarà emessa il prossimo 14 marzo. “Sono un attivista sociale – scrive nella sua memoria difensiva – che assieme a un gruppo di altri compagni da decenni,  in varie strutture, dove siamo stati impegnati, per ultimo nell’organizzazione politica nazionale POTERE AL POPOLO, abbiamo provato a intervenire sul disagio sociale e sul contrasto alla povertà della nostra città.”

Il 4 marzo è stata celebrata l’ultima udienza del processo intentato a 18 attiviste ed attivisti, accusati di aver occupato un immobile, abbandonato e degradato, per trasformarlo in una Casa del Popolo.

Il Pubblico MINISTERO ha chiesto, PER TUTTE e TUTTI le/gli  Imputate/i, una PENA di UN ANNO di RECLUSIONE, più una pena pecuniaria.

La sentenza sarà emessa, in una sessione apposita, fissata per il 14 marzo, a partire dalle 9.

Dunque, per il PM, è giusto CONDANNARE ad un ANNO di RECLUSIONE chi ha riattivato, a sue spese, uno spazio destinato per statuto a finalità assistenziali, gestito solo sulla carta da un Ente ASSENTEISTA che riceve grandi contributi pubblici, ma che  lascia un bene ad esso assegnato,  vuoto e degradato, a marcire per  anni.

È  giusto, per il PM, CONDANNARE ad un anno di RECLUSIONE chi ha promosso attività mutualistiche e culturali GRATUITE ed aperte al TERRITORIO.

SE SAREMO CONDANNATI  SARÀ CONSUMATA UNA GRANDE INGIUSTIZIA, MA almeno, per quanto mi riguarda, stiano certi che NON CI FERMEREMO, NON MI FERMERÒ.

Saremo,  sempre e per sempre, schierati dalla parte del torto.

 

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Riccardo Noury

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Il 4 marzo è stata celebrata l’ultima udienza del processo intentato a 18 attiviste ed attivisti, accusati di aver occupato un immobile, abbandonato e degradato, per trasformarlo in una Casa del Popolo.

Il Pubblico MINISTERO ha chiesto, PER TUTTE e TUTTI le/gli  Imputate/i, una PENA di UN ANNO di RECLUSIONE, più una pena pecuniaria.

La sentenza sarà emessa, in una sessione apposita, fissata per il 14 marzo, a partire dalle 9.

Dunque, per il PM, è giusto CONDANNARE ad un ANNO di RECLUSIONE chi ha riattivato, a sue spese, uno spazio destinato per statuto a finalità assistenziali, gestito solo sulla carta da un Ente ASSENTEISTA che riceve grandi contributi pubblici, ma che  lascia un bene ad esso assegnato,  vuoto e degradato, a marcire per  anni.

È  giusto, per il PM, CONDANNARE ad un anno di RECLUSIONE chi ha promosso attività mutualistiche e culturali GRATUITE ed aperte al TERRITORIO.

SE SAREMO CONDANNATI  SARÀ CONSUMATA UNA GRANDE INGIUSTIZIA, MA almeno, per quanto mi riguarda, stiano certi che NON CI FERMEREMO, NON MI FERMERÒ.

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Il 4 marzo è stata celebrata l’ultima udienza del processo intentato a 18 attiviste ed attivisti, accusati di aver occupato un immobile, abbandonato e degradato, per trasformarlo in una Casa del Popolo.

Il Pubblico MINISTERO ha chiesto, PER TUTTE e TUTTI le/gli  Imputate/i, una PENA di UN ANNO di RECLUSIONE, più una pena pecuniaria.

La sentenza sarà emessa, in una sessione apposita, fissata per il 14 marzo, a partire dalle 9.

Dunque, per il PM, è giusto CONDANNARE ad un ANNO di RECLUSIONE chi ha riattivato, a sue spese, uno spazio destinato per statuto a finalità assistenziali, gestito solo sulla carta da un Ente ASSENTEISTA che riceve grandi contributi pubblici, ma che  lascia un bene ad esso assegnato,  vuoto e degradato, a marcire per  anni.

È  giusto, per il PM, CONDANNARE ad un anno di RECLUSIONE chi ha promosso attività mutualistiche e culturali GRATUITE ed aperte al TERRITORIO.

SE SAREMO CONDANNATI  SARÀ CONSUMATA UNA GRANDE INGIUSTIZIA, MA almeno, per quanto mi riguarda, stiano certi che NON CI FERMEREMO, NON MI FERMERÒ.

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Riccardo Noury