Palermo, processo Casa del Popolo: “Sentenza rischio condanna ingiusta”
Riceviamo e pubblichiamo la nota di Pietro Milazzo in merito al processo celebrato contro gli attivisti della Casa del Popolo, la cui sentenza sarà emessa il prossimo 14 marzo. “Sono un attivista sociale – scrive nella sua memoria difensiva – che assieme a un gruppo di altri compagni da decenni, in varie strutture, dove siamo stati impegnati, per ultimo nell’organizzazione politica nazionale POTERE AL POPOLO, abbiamo provato a intervenire sul disagio sociale e sul contrasto alla povertà della nostra città.”
Il 4 marzo è stata celebrata l’ultima udienza del processo intentato a 18 attiviste ed attivisti, accusati di aver occupato un immobile, abbandonato e degradato, per trasformarlo in una Casa del Popolo.
Il Pubblico MINISTERO ha chiesto, PER TUTTE e TUTTI le/gli Imputate/i, una PENA di UN ANNO di RECLUSIONE, più una pena pecuniaria.
La sentenza sarà emessa, in una sessione apposita, fissata per il 14 marzo, a partire dalle 9.
Dunque, per il PM, è giusto CONDANNARE ad un ANNO di RECLUSIONE chi ha riattivato, a sue spese, uno spazio destinato per statuto a finalità assistenziali, gestito solo sulla carta da un Ente ASSENTEISTA che riceve grandi contributi pubblici, ma che lascia un bene ad esso assegnato, vuoto e degradato, a marcire per anni.
È giusto, per il PM, CONDANNARE ad un anno di RECLUSIONE chi ha promosso attività mutualistiche e culturali GRATUITE ed aperte al TERRITORIO.
SE SAREMO CONDANNATI SARÀ CONSUMATA UNA GRANDE INGIUSTIZIA, MA almeno, per quanto mi riguarda, stiano certi che NON CI FERMEREMO, NON MI FERMERÒ.
Saremo, sempre e per sempre, schierati dalla parte del torto.
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