Buongiorno, mondo
Proviamo anche questa nuova avventura, dai.
Per ora non ho niente da dire, per cui appoggio qui un gatto.

Proviamo anche questa nuova avventura, dai.
Per ora non ho niente da dire, per cui appoggio qui un gatto.
Come avrete notato, da un’oretta qui sotto trovate la gestione dei commenti fatta tramite Disqus, come c’era anche sul Disinformatico “classico”. Ho importato i commenti immessi fin qui e in teoria il vostro account Disqus che usavate sul Disinformatico dovrebbe funzionare automaticamente anche qui.
Alla fine mi è sembrata la soluzione meno dolorosa; Disqus non è perfetto, ma almeno ne conosco i limiti; chi commentava di là dovrebbe avere accesso automatico qua; non c’è da imparare un nuovo sistema; e ho verificato che il mio account Disqus a pagamento copre fino a tre siti e quindi attivare Disqus qui mentre lo tengo anche sul Disinformatico non mi comporta spese extra.
Devo ancora fare la configurazione di fino di Disqus qui; datemi tempo, ma segnalate senza pietà le magagne!
Da stamattina questo blog ha un aspetto diverso e un po’ caotico. Non vi preoccupate, ci sto lavorando per trasformarlo e renderlo più facile da usare per voi e anche per me.
2024/10/26 18:00. Dovreste vedere parecchi cambiamenti: ho adottato un tema WordPress nuovo, chiamato Neve, che ha risolto parecchi problemi (come il colore orrendo dei pulsanti nei commenti) e ha introdotto funzioni che mancavano (come lo scrolling infinito per sfogliare la cronologia dei post). Ho aggiunto un’immagine a ciascun post, e il font è cambiato; anche il colore dei link è differente e spero più leggibile. Mi restano ora da sistemare i menu in alto nella pagina e la funzione di ricerca, e aggiungere l’odiosa informativa sui cookie. Fatemi sapere come vi trovate; per la discussione in dettaglio c’è il post apposito Le cose che non funzionano.
Ultimo aggiornamento: 2024/11/09.
Ce l’ho fatta: mi sono adeguato anch’io all’odioso banner di informativa su cookie e privacy imposto dalle normative italiane ed europee, quello che in pratica non serve a nulla se non a farci diventare tutti bravi cliccatori compulsivi su Accetta. Ho usato il servizio di Iubenda. Grazie a tutti voi che avete mandato dritte e consigli: se li ho applicati maldestramente, è solo colpa mia.
Nell’angolo in basso a destra di ogni pagina di Attivissimo.me ora c’è un’icona di una serratura: cliccandovi su potete dilettarvi a scegliere le vostre preferenze relative alla privacy. Ho anche aggiunto una dettagliata pagina di informativa sulla privacy.
Tutta questa simpaticissima procedura costa 60 euro l’anno più 0,05 € per 1.000 pageview dopo le prime 25.000 pageview/mese (che ho già ampiamente superato). È anche a questo che servono le vostre donazioni a sostegno di quello che pubblico qui gratuitamente e senza pubblicità, per cui grazie del vostro aiuto.
E ora che le menate burocratiche sono state fatte, torniamo a divertirci!
Pubblicazione iniziale: 2024/11/22 10:03. Ultimo aggiornamento: 2024/11/23 9:45.
Da pochi minuti il mio account Twitter, aperto nel 2007 e con circa 400.000 follower, non esiste più. Era ora.
Avevo pensato inizialmente di fare un’uscita graduale, o di lasciarlo congelato, ma alla fine ho pensato che è meglio così. È inutile trascinare un’agonia e lasciare online i miei post significa comunque fornire qualcosa che può contribuire a far restare gli utenti su X.
Addio, Elon, e grazie per tutto il pesce.
2024/11/23. Ho chiuso anche @attivissimolive. Ieri sono arrivati su Threads gli hater a lasciare i loro commenti idioti alla mia comunicazione di servizio. Ho dovuto rispolverare le mie immagini “Addio, e grazie per tutto il pesce” per l’occasione. E sono anche arrivati i tentativi di creare account Bluesky a mio nome e di rubarmi gli account Mastodon e Disqus. Ovviamente li ho respinti.
Grazie a tutti quelli che mi stanno segnalando che il mio ex account X/Twitter ha cambiato gestione. Lo so, è intenzionale.
L’account è in corso di svuotamento da parte dei nuovi proprietari, che stanno usando uno strumento che non conoscevo (Redact) per eliminare automaticamente tutti i tweet (circa 135.000) scritti da me dal 2007 a oggi. Al ritmo di poco meno di uno al secondo, ci vorranno circa 40 ore.
I nuovi proprietari sono persone che conosco bene e verso le quali ho un dovere di riservatezza e un grosso debito di riconoscenza (fra le altre cose, è merito loro se sono finalmente passato a WordPress). Spero che a loro il mio ormai inutile ex account X possa essere utile. Per ora non vorrei dire altro.
Ultimo aggiornamento: 2024/12/18.
Da anni sono socio dello Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero”, club storico per gli appassionati di Star Trek italofoni. Ho letto il verbale della riunione del Consiglio Direttivo del 20 luglio scorso, pubblicato sulla rivista del club, e ho notato un paragrafo che tocca tutti noi soci in termini di soldi. Tanti soldi. Nella rivista del club il paragrafo in questione è a pagina 35, in fondo alla colonna centrale. Leggetelo attentamente.
Se, come me, siete soci di questo club, credo che quel paragrafo debba essere portato a conoscenza di tutti i soci, e quindi pubblico questo post per segnalarlo nel modo più ampio che ho a disposizione, perché penso che molti iscritti allo STIC-AL non ne siano al corrente.
Francamente non ho mai visto una cosa simile.
Se vi siete chiesti come mai non sono più presente ai raduni dello Star Trek Italian Club, questo è uno dei motivi. Quella che era nata come una collaborazione fruttuosa con un negozio specializzato nel settore è diventata man mano una sudditanza che da tempo sta soffocando la vita del club. Questa clausola capestro trasforma la sudditanza in schiavitù di fatto, e gli schiavi siamo noi soci. Che saremmo chiamati a rispondere in solido, di tasca nostra.*
* Più precisamente, chiarimenti intercorsi dopo la pubblicazione iniziale indicano che i soci sarebbero chiamati a rispondere tramite le loro quote associative e i firmatari della clausola sarebbero chiamati a rispondere per il resto dell’importo. Non a caso, uno dei membri del direttivo si è rifiutato di firmare.
Credo che sia il momento di parlarne apertamente e che i soci chiedano conto di questa clausola a chi l’ha proposta e approvata.
Nota: ho chiesto di partecipare al gruppo Facebook dei soci STIC il 15 dicembre per poter rispondere ad alcune affermazioni che mi riguardano. La mia richiesta è stata approvata e la discussione sta proseguendo lì fra i soci.
Nei commenti è arrivato una risposta molto dettagliata della co-proprietaria del negozio in questione, che aggiungo a questo articolo per chiarezza e leggibilità insieme alle mie risposte.
Ciao a tutti, sono Jessica, co-proprietaria del negozio citato. Ho letto con attenzione il tuo post sul tuo blog e i relativi commenti, pur rispettando la libertà di espressione, ritengo necessario chiarire alcune affermazioni che, per come sono state presentate, rischiano di diffondere informazioni errate e creare confusione tra i soci e i lettori.
Anche se il verbale non è stato qui pubblicato, hai scelto un linguaggio che provoca emozioni negative forti, usando termini come “sudditanza”, “schiavitù” e “clausole capestro” più adatto a suscitare reazioni di pancia che un dibattito costruttivo. Questi termini rischiano di distogliere l’attenzione dai fatti e dall’analisi obiettiva della situazione e danneggiano l’immagine dello Star Trek Italian Club a cui tanto tieni e scoraggiano sia nuove iscrizioni che il ritorno di ex soci. Un tipo di comunicazione del genere ha trasformato quello che poteva essere un semplice invito a leggere il verbale in una demonizzazione pubblica del mio negozio, del direttivo e del club in generale, e i commenti derivati sul tuo blog ne sono una prova. Come insegna Star Trek, la comunicazione, le sue modalità e la comprensione reciproca sono essenziali per risolvere i conflitti in modo costruttivo.
I verbali e lo statuto sono consultabili da tutti i soci, quindi non c’è nulla di nascosto. La trasparenza è garantita non solo dalla disponibilità di questi documenti fondamentali, ma anche da una comunicazione capillare attraverso la rivista ufficiale del club. È importante sottolineare che la rivista, una volta spedita in formato cartaceo, impiega diverse settimane ad arrivare ai soci, ogni socio ha a disposizione anche il file digitale della rivista, accessibile subito dopo la pubblicazione. Tuttavia è ragionevole supporre che molti soci non informati su alcune questioni siano quelli che attendono il cartaceo, preferendo evitare il formato digitale. Resta comunque il fatto che per segnalare qualcosa ai soci dello STIC esistono canali più specifici, ottimizzati e dedicati, che non implicano il discredito pubblico al di fuori del club, dove peraltro chi non è socio non conosce i dettagli, né ha titolo per chiedere chiarimenti.
Gli accordi originali prevedevano la divisione delle perdite al 50% tra il club e il mio negozio, una clausola che avrebbe potuto gravare pesantemente sul club in caso di difficoltà economiche. Tuttavia, né io né il mio socio abbiamo mai applicato questa clausola, evitando allo STIC un rimborso di circa 27.000 euro (è la somma di più anni), perché siamo soci e per noi è importante dare il nostro contributo al club con ciò che abbiamo, proprio perché crediamo nel nostro contributo come soci. Gli accordi attuali, invece, non prevedono più alcuna clausola di ripartizione delle perdite. È stata introdotta una penale bilaterale, valida solo in caso di recesso anticipato da parte di una delle due parti, e l’accordo è limitato a cinque anni, al termine dei quali può essere rinegoziato o non rinnovato.
Hai scritto sul tuo blog e sul tuo profilo che noi soci “saremmo chiamati a rispondere in solido, di tasca nostra”, ma diversi commentatori sul tuo blog ti hanno fatto notare che l’art. 38 del codice civile ( https://www.brocardi.it/codice-civile/libro-primo/titolo-ii/capo-iii/art38.html) tutela i soci in merito a queste situazioni. Tuttavia, non hai rettificato o aggiornato il tuo post su questa questione, come invece fai di solito per altri argomenti.
L’accordo in questione non è una “clausola capestro” né implica alcuna “sudditanza”. I bilanci delle convention, che riguardano anche il mio negozio, sono consultabili da ben quattro rappresentanti dello Star Trek Italian Club. Le prenotazioni sono gestite da un rappresentante del club, mentre il comitato organizzatore è composto da quattro membri dello STIC e solo due del mio negozio. Ogni anno, inoltre, altri club esterni partecipano con diritto di voto nel comitato. Non so cosa altro dovrei fare per garantire trasparenza e correttezza al club oltre a questo. Mi sembra che tu dimentichi che, come te, io e il mio socio siamo soci appassionati e fedeli del club.
Sul tuo blog hai scritto: “Le convention si possono fare, si sono fatte e si fanno, anche senza il negozio in questione.” Pertanto, contrariamente a quanto affermano altri nei loro commenti (sul gruppo privato STIC di Facebook), l’intenzione di congedare Ultimo Avamposto esiste, almeno da parte tua, e siamo certi che non solo tua. Parlare di sostituire chi si occupa dell’organizzazione è facile, ma nella pratica non sono molti disposti a rischiare somme così elevate. Il club, di sicuro, non può farlo. Senza una squadra affiatata, pronta a investire cifre considerevoli senza alcuna garanzia di ritorno, questa affermazione resta una semplice idea che non tiene conto delle difficoltà pratiche legate all’organizzazione dell’evento.
Inoltre, la tua posizione sembra suggerire che sia normale e giusto che lo STIC organizzi eventi senza assumersi alcuna responsabilità o rischio. Senza il supporto del mio negozio, il rischio economico per organizzare una convention sarebbe ben superiore ai 30k, cifra che copre a malapena l’attore principale, senza considerare i costi di location, ospiti, allestimenti, pubblicità e altri elementi essenziali.
Se questa “sudditanza” ti infastidisce, quale alternativa proponi? Dobbiamo tutti andare alla Sci-Fi Universe? La verità è che non ci sono guadagni certi, ma solo rischi potenziali. Il Comitato Organizzatore della SFU è disposto a impegnarsi, davanti a tutti i soci, a investire oltre 100.000 euro di tasca propria per garantire una Sticcon di pari livello a quelle precedenti? Visto che sei uno degli organizzatori di quella manifestazione, attendo la tua proposta economica.
Infine, nei commenti hai scritto: “Si disse? Accordo scritto o diceria?” Questo dubbio sull’esistenza degli accordi è difficile da comprendere, considerando che gli stessi sono stati sempre discussi in modo trasparente, da sempre, con tutti i membri del direttivo coinvolti e sempre resi noti ai soci attraverso le pubblicazioni sull’ISTM. Nel gruppo apposito di Facebook è stato fornito un elenco dei numeri di Inside in cui sono stati pubblicati i verbali del direttivo, compresi quelli relativi agli accordi in questione. Sarebbe stato utile che tu avessi chiesto informazioni prima di scrivere questo tuo commento e avessi consultato questi numeri per chiarirti i dettagli.
Aggiungo che quando ci siamo scritti in privato a inizio ottobre, mi hai parlato del verbale, che avevi ottenuto in anticipo (non so come) in forma di bozza incompleta. Ti avevo detto chiaramente che non lo avevo letto perché non lo possedevo, che mi fidavo del direttivo e che, se avevi dei dubbi su qualcosa di importante, avresti dovuto cercare ulteriori informazioni da chi aveva preso quella decisione. Lo hai fatto?
Rispondo sui vari punti e aggiungo una considerazione finale:
In conclusione, vorrei ricordare a tutti che lo STIC non è un giocattolo da contendersi o da possedere, per nessuno. È un club storico per la fantascienza italiana, la cui importanza è stata riconosciuta a livello nazionale e internazionale (e quindi parlarne rientra nel diritto di cronaca). Se c’è qualcuno che lo possiede, sono i suoi soci. Se lo STIC ha un’anima, risiede in Gabriella Cordone Lisiero e in nessun altro. Ogni pretesa di un singolo di controllarlo, imbavagliarlo, sottoporlo a penale, legarlo a doppio filo con accordi interminabili e insostenibili si scontra con questo fatto. E non fa il bene del club, che è l’unica cosa che conta.
Magari vi siete chiesti come mai non ho scritto nulla a proposito di tutte le ultime notizie informatiche e scientifiche (per non parlar delle altre) e come mai la settimana scorsa non è andato in onda Niente Panico e non ho pubblicato la consueta puntata del podcast Il Disinformatico. Niente di grave: sono stato a San Francisco per una decina di giorni insieme alla Dama del Maniero per festeggiare il suo compleanno, e abbiamo staccato da (quasi) tutto intenzionalmente per un digital detox.
Siamo rientrati ieri sera. Da oggi si riparte, ricaricati e pronti ad affrontare le prossime sfide e rivoluzioni. Preparatevi, questi sono tempi difficili e ci sono tante nuove cose da imparare. Non per cultura, ma per autodifesa.
Ultimo aggiornamento: 2024/10/31 13:10.
Lo so, molte cose di questo sito non funzionano oppure funzionano male. Altre mancano proprio. Ci sto lavorando.
Questa è una pagina dove potete usare i commenti per mandarmi consigli sullo sviluppo del sito ed eventuali trucchi e consigli per sopperire temporaneamente ai problemi.
Non so come fargli leggere il numero dei commenti Disqus, per cui ho semplicemente rimosso l’indicazione del numero dei commenti.
Ora mostra quelli di Disqus, grazie alla modifica suggerita da PinguinaPunk e Moreno.
L’ho aggiunto grazie ai vostri suggerimenti.
Alla fine, dopo lunga riflessione, ho scelto di adottare la gestione commenti fatta tramite Disqus, come c’era anche sul Disinformatico “classico”. Ho importato i commenti immessi fin qui e il vostro account Disqus che usavate sul Disinformatico dovrebbe funzionare automaticamente anche qui.
Alla fine mi è sembrata la soluzione meno dolorosa:
Ho allineato la configurazione di Disqus a quella del Disinformatico. Se c‘è qualcosa da cambiare, ditemelo.
Lo schema dei colori dei pulsanti nei commenti era orribile, lo so. Ci ho messo un po’ a trovare la maniera di sistemarlo, ma adesso è a posto.
Era mese giorno virgola anno, da correggere in giorno mese anno. Provando Impostazioni > Generali > Formato della data non cambiava.
Soluzione: bisogna andare nel template ed editarlo in modo che adotti il default. A quel punto Impostazioni > Generali > Formato della data funziona. Qualche info.
È intenzionale per non generare righe di testo troppo lunghe e poco leggibili. Se vi dà fastidio, provate a ridurre la larghezza della finestra del vostro browser.
Lo avevo fatto inizialmente come misura anti-scraping, ma avete fatto notare che era scomodo, per cui ora i feed includono il testo integrale di ogni post. Questa impostazione si cambia in WordPress sotto Impostazioni – Lettura.
Proviamo anche questa nuova avventura, dai.
Per ora non ho niente da dire, per cui appoggio qui un gatto.