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Cultura e Media

Prossimo futuro n. 214  3 – 9 Marzo

Bollettino di informazione della redazione di Pressenza sugli eventi della prossima settimana. Inviare le notizie a redazioneitalia@pressenza.com entro la domenica prima dell’evento.

 

APPUNTAMENTI FISSI

 

Digiuno nonviolento

Ogni domenica

Prosegue la staffetta dei digiunanti per la pace organizzata da Coordinamento Capitanata per la pace – Arca della pace

Per maggiori informazioni: ARCA DELLA PACE – Coordinamento Capitanata per la pace

calzoni.pa@gmail.com

 

Genova. ora in silenzio contro la guerra

 

Tutti i mercoledì dalle 18,00 alle 19,00 in piazza De Ferrari sui gradini del palazzo ducale

 

Torino

 

Presenza di Pace  tutti i sabato mattina dalle ore 11 in Piazza Carignano

 

Firenze

 

Ogni prima domenica del mese in Piazza dell’Isolotto dalle ore 9,30 per tutta la mattinata Insieme per la Pace, maratona di letture e testimonianze per la pace.

 

Roma

 

Appuntamento tutti i giovedì alle 18.15, davanti al Teatro dell’Opera di Roma, angolo via Torino. sfilata silenziosa di fronte al Viminale, sede del Ministero degli Interni, per protesta contro le politiche migranticide; organizza da Mani Rosse Antirazziste.

No Other Land: tutte le proiezioni del documentario

Wanted Cinema, con il patrocinio di Amnesty International Italia, è lieta di presentare il documentario No Other Land (2024), premiato alla Berlinale 2024 e agli EFA (European Film Awards) 2024 come Miglior Documentario. Questo film, realizzato da un collettivo palestinese-israeliano di quattro giovani attivisti, è stato co-creato durante i tempi più bui e spaventosi della regione, come atto di resistenza creativa contro l’Apartheid e come ricerca di un cammino verso l’uguaglianza e la giustizia.

L’elenco delle proiezioni e dei cinema dove è in programmazione su trovano qui:

https://www.wantedcinema.eu/it/article/no-other-land

 

APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA

 

Trasformare lo spirito umano per un mondo libero di armi nucleari

31 gennaio-23 marzo 2025 Chiostro di Santa Maria Novella – Piazza della Stazione, 6 Firenze

Mostra multimediale promossa dall’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

La mostra è aperta dal lunedì al giovedì, 9:00-19:00; dal venerdì alla domenica, 9:00-20:00; prenotazione necessaria per scuole e gruppi. Ingresso Gratuito

 

Il 43° Corteo di Carnevale di Scampia si inserisce nel più ampio Carnevale Sociale della Città Metropolitana di Napoli.

Sono previsti carnevali sociali in varie zone (vedi il manifesto), si stanno già organizzando cortei a:

* Lunedì 3 marzo 2025:
. PIANURA: ore 16:00 da Casa della Cultura, via Grottole, 1

* Martedì 4 marzo 2025:
. SOCCAVO: ore 10:30 da Piazza Orazio Coclite
. MONTESANTO: ore 14:00 dal Parco Sociale Ventaglieri.
. CENTRO STORICO: ore 14:00 da Santa Fede Liberata
. MEZZOCANNONE OCCUPATO: ore 14:00 da via Mezzocannone, 14
. QUARTIERI SPAGNOLI: ore 15:00 da Piazza Montecalvario


Infoline: https://www.felicepignataro.org/carnevale/diritti-vs-rovesci-ovverossia-cura-vs-emergenza

 

Costruire pace e diritti attraverso l’arte e la cultura

Martedì 4 Marzo 2025, ore 18.30

Via dei Latini 14, Roma (San Lorenzo)

Laboratorio visuale a partire dal libro di Gianmarco Pisa, “Le porte dell’arte. I musei come luoghi della cultura tra educazione basata negli spazi e costruzione della pace”, ed. bilingue italiano e inglese, con ampio corredo fotografico, Multimage, Firenze 2024.

Dialogano con l’autore:

Marco Inglessis (Energia per i Diritti Umani), Alessandro Calizza (artista), Francesca De Vito (Energia per i Diritti Umani), Beatrice Barone (volontaria del Servizio Civile), Angela Gatta (medico, volontaria di Energia), Caterina Pignotti (dottoranda in Peace Studies alla Sapienza Università di Roma) e Matteo Palombi (dottorando in Peace Studies alla Sapienza Università di Roma).

Reel: https://www.instagram.com/bibliotecadellanonviolenza/reel/DGXvgbnCcZD

Info:

https://www.facebook.com/energiaperidirittiumaniaps 

 

Combattenti per la Pace

Incontro con l’israeliana 𝐄𝐬𝐳𝐭𝐞𝐫 𝐊𝐨𝐫𝐚𝐧𝐲𝐢 e la palestinese 𝐑𝐚𝐧𝐚 𝐒𝐚𝐥𝐦𝐚𝐧, co-direttrici dell’organizzazione pacifista nonviolenta Combattenti per la Pace, in collegamento video da Gerusalemme.

Appuntamento a CiviCa Biblioteca di Calenzano martedì 4 ᴍᴀʀᴢᴏ ᴀʟʟᴇ ᴏʀᴇ 17

Interverranno 𝗔𝗻𝗻𝗮 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗮 𝗡𝗲𝗻𝗰𝗶𝗮𝗿𝗶𝗻𝗶, Presidente commissione consiliare Pace e cooperazione; 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗼 𝗕𝗼𝗻𝗮𝗶𝘂𝘁𝗶, Assessore alla Cooperazione internazionale; 𝗢𝗹𝗶𝘃𝗶𝗲𝗿 𝗧𝘂𝗿𝗾𝘂𝗲𝘁 Direttore di Multimage, editore del libro “Combattenti per la pace”. La cittadinanza è invitata a partecipare.

https://comune.calenzano.fi.it/it/news/incontro-con-l-associazione-comb…

 

A 80 anni dalla nascita dell’UDI

martedì 4 marzo alle ore 17 nell’aula A4 (edificio 12) dell’Università di Palermo in via delle Scienze, assemblea universitaria a 80 anni dalla nascita dell’UDI. Coordinano Daniela Dioguardi di UdiPalermo e Claudia Pedrotti, consigliera di fiducia di UniPa

 

Come incontrarsi attorno a un territorio: Mondeggi Bene Comune

5 marzo ore 17:30 Teatro Concordia , Cupramontana (AN)

Corso permanente di Economia Trasformativa “I Mercoledì della SET” FARE COMUNITA’ 1° Lezione Come incontrarsi attorno a un territorio Mondeggi Bene Comune Mercoledì 5 Marzo 2025 ore 17,30 CUPRAMONTANA – Teatro Concordia Sarà possibile partecipare all’incontro anche tramite PIATTAFORMA ZOOM. Il link di accesso va richiesto a info.universitapace@regione.marche.it entro il 4 Marzo Mondeggi Bene Comune è un’esperienza singolare di occupazione, uso civico e riparazione ecologica del territorio. Un’ esperienza che dura da dieci anni, e nella quale la pratica agroecologica intreccia con forza il tema dei beni comuni emergenti.

Per maggiori informazioni:

http://www.consiglio.marche.it/pace

Università per la pace delle Marche

info.universitapace@regione.marche.it

 

Noi Madri per Madre Terra

giovedì 6 marzo, ore 18.00 BiblioteCaNova Isolotto – Via Chiusi, 4/3 A Firenze

Si inaugura il  ciclo di incontri a cura della Piccola Scuola di Pace Gigi Ontanetti L’urgenza della pace

Presentazione dei libri:

“Carcere ai ribell3”, a cura di Nicoletta Salvi Ouazzene (Multimage, 2025) е “Mamme Ribelli”, di Linda Maggiori (Terra Nuova Edizioni, 2024). Con le autrici e curatrici dei libri ed altre rappresentanti delle

Madri per Madre Terra. Presenta: Olivier Turquet.

Evento facente parte della rassegna Si scrive Marzo si legge Donna 2025

E-mail: bibliotecanovaisolotto@comune.fi.it www.biblioteche.comune.fi.it

 

Scritti imprudenti

Giovedì 6 marzo ore 18:00, Casa per la pace “La Filanda” via Dei Canonici Renani, 8 Casalecchio di Reno BO

Presentazione del libro Scritti imprudenti, Idee e riflessioni intorno alla disabilità:

Claudio Imprudente, autore del volume e giornalista dialoga con Mons. Matteo Maria Zuppi

arcivescovo e presidente CEI, Modera Fabrizio Mandreoli, teologo e insegnante in carcere

 

Occupare l’utopia

Giovedì 6 marzo alle ore 17.00 al Laboratorio Ballarò,  Largo Rodrigo  Pantaleone 9, Palermo

Presentazione del volume Occupare l’utopia, Multimage 2025; presenti i curatori 

Toni Casano  e Antonio Minaldi insieme a svariati autori; coordina il dibattito 

Salvo Vaccaro

 

Idee e riflessioni intorno alla disabilità

Giovedì 6 marzo ore 18:00 Casa per la pace “La filanda”, via Dei Canonici Renani, 8 Casalecchio di Reno BO

Claudio Imprudente autore del volume “Scritti imprudenti” e giornalista dialoga con Mons. Matteo Maria Zuppi arcivescovo e presidente CEI; Modera Fabrizio Mandreoli teologo e insegnante in carcere

 

La scuola ripudia la guerra

6 marzo dalle 9,30  Via santa croce 16, Altamura (BA)

“Fare comunità non è mai un’ illusione”. Nel solco di queste parole, il comitato della pace di Altamura chiese mesi fa ai dirigenti e ai docenti delle scuole di secondo grado del nostro comune di collaborare per realizzare, tramite piccoli progetti, laboratori e seminari per “una rete delle scuole per la pace”. Per trasmettere i principi della non violenza e del pacifismo e per provare a scongiurare la militarizzazione nelle scuole, fenomeno che si sta diffondendo negli istituti di tutti i gradi dell’istruzione, dalle elementari all’ università, e su tutto il territorio nazionale. In quest’ottica collaborativa e comunitaria di cittadinanza attiva, tra società civile e istituzioni scolastiche, il 6 marzo p.v. partirà il primo appuntamento di quello che speriamo possa diventare un proficuo percorso per i giovani delle scuole di Altamura, perché accresca in loro il sentimento e la conoscenza dei principi della non violenza e del pacifismo. Nella giornata del 6 marzo presso il liceo classico e delle scienze umane Cagnazzi, dalle ore 9:30 e per tutta la mattinata, grazie alla disponibilità del dirigente Claudio Crapis e del professor Vincenzo Rinaldi, si svolgerà un seminario sui temi suddetti, con il giornalista professor Antonio Mazzeo, dell’ Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, autore del libro “La scuola va alla guerra”, e l’ antropologa Laura Marchetti, professoressa all’ università di Reggio Calabria. Nel pomeriggio si terrà una conferenza pubblica presso la sede del ex conservatorio Santa Croce, in cui interverranno, insieme ad Antonio Mazzeo e Vincenzo Rinaldi, i ragazzi delle Associazioni Studentesche Osa e Cambiare Rotta. La cittadinanza tutta è invitata a partecipare.

Per maggiori informazioni:

https://www.facebook.com/share/p/1H1rBE7aia/

Comitato Altamura per la Pace Comitatoperlapacealtamura1960@gmail.com

 

La Palestina non è in vendita

venerdì 7 marzo alle ore di 17, presidio in via Vaccarini, a Palermo, davanti al Consolato statunitense per denunciare le complicità con il genocidio palestinese; farà seguito il 13 marzo alle 17 un’assemblea cittadina a Santa Chiara. Indicono: Real Palermo Con La Palestina, Caracol, Centro Sociale Anomalia, Antudo, Officina del Popolo, Pcl, Potere al Popolo.

La rivoluzione delle donne nel Rojava

venerdì 7 marzo alle ore 18 alla Casa della Cooperazione in via Ponte di Mare a Palermo si svolgerà una tavola rotonda su l movimento Jineology delle donne curde, promossa da BCSicilia, con interventi di Finella Giordano e Virginia Dessy.

 

Aperitivo di Presentazione del XXXIX Corso di formazione volontarie e volontari

Venerdì 7 marzo alle ore 19.00-21:30 Energia per i Diritti Umani Via dei Latini 14, Roma (San Lorenzo)

Presentazione del programma del XXXIX Corso di formazione per volontarie e volontari di Energia per i Diritti Umani. Sarà un percorso attraverso i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, la solidarietà internazionale, l’educazione alla nonviolenza, l’empowement femminile e la scoperta della Nazionale Umana Universale! In presenza o on-line tutti i martedì dalle ore 19 alle ore 22 a partire dal’11 marzo . Il corso terminerà con un workshop di due giorni il fine settimana del 12 e 13 aprile. 

Per maggiori info:

email: corso-volontari@energiaperidirittiumani.it

https://energiaperidirittiumani.it/xxxix-corso-di-formazione-volontar%c9%99/

https://www.instagram.com/p/DGS2ehcsT5m/?igsh=MXc1bnAwNHA1NWZ5bA==

https://www.facebook.com/share/p/1H8mtYZYim/

Per iscriversi:

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSebNFgPnbTe3qSYORkxQqfkGsNWe8YCSAA3WwpbXz_PiZid1w/viewform?usp=header

 

La pace va vissuta

8 Marzo 2025 orario 10.00-17.00 Baracche Verdi, Via degli Aceri 1 Firenze

Pillole di nonviolenza della Piccola Scuola di Pace “Gigi Ontanetti”. con Bar Zecharya

Di solito immaginiamo che la pace sia un accordo, un tipo di relazione fra nazioni, tribù, o persone. E se invece la pace fosse uno stato mentale, una disposizione del cuore, dalla quale possono emergere spontaneamente relazioni di rispetto e di benevolenza? Thich Nhat Hanh insegna che possiamo toccare la pace soltanto nel momento presente.

Ci riuniremo come comunità per mettere in pratica il suo insegnamento e sperimenteremo la pace in azione attraverso la parola amorevole e l’ascolto reciproco.

per iscriversi https://forms.gle/TNxTF68E25bJCaXE6

 

Donne per la pace

8 marzo 2025 ore 09:30 Auditorium scolastico Rione Paglia , Monteleone di Puglia (FG)

Premiazione di alcune donne distintesi per il loro impegno contro la guerra

Per il 2025 il Comune di Monteleone e la Regione Puglia attribuiranno il Premio di donna per la pace e la nonviolenza alla dott.ssa Lucia Capuzzi, redattrice di “Avvenire” e alla dott.ssa Khady Sene direttrice della Caritas della Diocesi di Foggia-Bovino.

Il premio a Lucia Capuzzi è un riconoscimento al suo instancabile e sincero impegno di giornalista di pace, sensibile al ruolo svolto dalle donne in aree di guerra per mitigare la violenza e avviare processi di dialogo tra le parti in conflitto e di riconciliazione. Khady Sene si è distinta nel campo dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti, prima donna, immigrata senegalese, a divenire direttrice di una Caritas diocesana.

Il premio sarà loro consegnato la mattina dell’8 marzo festa internazionale delle donne, in una pubblica cerimonia che si svolgerà con inizio alle ore 10 presso l’auditorium scolastico del Comune di Monteleone di Puglia in presenza di sua Eccellenza il vescovo di Foggia mons. Giorgio Ferretti, del vice-presidente della regione Puglia on. Raffaele Piemontese, della Dirigente scolastica prof.ssa Roberta Saccinto, della dott.ssa Angela Zammuto, educatrice del Centro Gandhi di Pisa, del sindaco di Monteleone Giovanni Campese.

Per maggiori informazioni:

Comune, Istituto Martin Luther King, Centro Gandhi

centro@gandhiedizioni.com

Redazione Italia

Ultima Generazione: assolti a Milano

ULTIMA GENERAZIONE: MILANO, ASSOLTI PER L’AZIONE ALL’INSTALLAZIONE L.O.V.E. DI CATTELAN

Coscienti di essere dalla parte giusta della Storia.

Milano, 3 marzo 2025 –

Stamattina presso il tribunale di Milano si è tenuta l’udienza per l’azione del 15 gennaio 2023 sul basamento dell’opera L.O.V.E di Maurizio Cattelan. Le persone coinvolte di Ultima Generazione sono 3 Fioretta, Sandro e Leonardo. I capi di imputazione: art. 110 c.p,, 518 duoedecies cp.

Il Comune di Milano si è costituito parte civile, e nell’udienza del 18 marzo 2024 il giudice ha accettato la richiesta della difesa e dell’avvocato del Comune di poter accedere all’istituto della giustizia riparativa, introdotta dalla Riforma Cartabia, mentre il PM ha chiesto l’assoluzione.

Il giudice al termine dell’udienza ha assolto le tre persone per mancanza di querela.

Gli attivisti hanno dichiarato: “Il percorso di giustizia riparativa intrapreso con il Comune di Milano ha rappresentato un’importante opportunità di dialogo e comprensione reciproca.

Gli incontri hanno avuto un valore significativo per noi, poiché hanno permesso di superare stereotipi e pregiudizi, creando uno spazio di confronto autentico.

Grazie alla mediazione, abbiamo avuto modo di spiegare le nostre motivazioni, il perché del nostro attivismo, e a chi erano rivolte le nostre azioni.

Questo primo passo ha posto le basi per un’apertura al dialogo, permettendoci di essere visti non solo come attivisti, ma come individui con ragioni profonde e legittime preoccupazioni per la crisi climatica.

Uno dei risultati concreti di questo processo è stata la decisione condivisa di organizzare un evento pubblico incentrato non sul reato in sé, ma sulle vere vittime della crisi climatica.

Per noi è stato molto importante riportare testimonianze diretta da persone coinvolte nelle alluvioni in Emilia-Romagna.

Questo percorso ha evidenziato quanto sia necessario spostare l’attenzione dalla criminalizzazione delle azioni di protesta alla vera questione centrale: l’emergenza climatica e la responsabilità politica nell’affrontarla”.

ORGOGLIOSI DI ANDARE A PROCESSO, PERCHÉ SIAMO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA.

La disobbedienza civile funziona ed è urgente agire; nei prossimi 20 anni, l’Italia subirà un aumento delle temperature fino a 3°C, con siccità prolungate e un calo delle risorse idriche del 30-40%, soprattutto al Centro-Sud.

La desertificazione minaccerà il 20% del territorio, riducendo i raccolti fino al 50% e aumentando i costi alimentari. Eventi estremi più frequenti causeranno danni alle coltivazioni e all’economia agricola.

SIAMO IN EMERGENZA: QUESTE AZIONI NONVIOLENTE SONO NECESSARIE IN TEMPI DI CRISI.

Il governo continua a ignorare la situazione e protegge solo gli interessi delle élite.

È fondamentale continuare, perché la crisi climatica è anche una crisi democratica. Il ddl Sicurezza ne è una dimostrazione.

Siamo contenti che venga riconosciuta la nonviolenza delle nostre azioni. Quello che facciamo è partecipazione politica: stiamo esercitando un diritto costituzionale e siamo soddisfatti che almeno il sistema giudiziario lo riconosca.

Stiamo rivitalizzando la democrazia.

Ultima Generazione

Manifesti per la pace. Una videointervista a Vittorio Pallotti.

Vittorio Pallotti, insegnante, è uno dei più noti pacifisti bolognesi.

Da sempre impegnato sui temi e pratiche della nonviolenza ( e promotore della nascita di una redazione bolognese di Pressenza) è stato collaboratore dello scrittore Carlo Cassola,e per una serie di circostanze ha dato vita al CDMPI (Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista internazionale ,sito web https://www.cdmpi.it/ ).

Così scrive nel sito Pallotti : “Chi l’avrebbe detto che i manifesti che, nei primi anni ’80, andavo raccogliendo nelle grandiose manifestazioni contro gli euromissili (a Roma, Bonn, Amsterdam, Ginevra, …) avrebbero costituito, di lì a qualche anno, il nucleo della raccolta denominata prima ”Mostra del manifesto contro la guerra e la corsa agli armamenti, per l’educazione alla pace e alla nonviolenza” e poi, dal 1993, Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale ?

Credo utile che questa esperienza, che ho vissuto fin dall’inizio in prima persona, venga fatta conoscere perché rappresenta l’ennesima dimostrazione di come un atto semplice e spontaneo com’è quello di raccogliere un manifesto o una locandina e di conservarlo (magari sotto il letto, come ho fatto io) possa assumere col tempo importanza dal punto di vista culturale e politico.

Infatti, dal 1985 a oggi i manifesti del Centro sono passati da circa 200 a 7000 e hanno permesso la realizzazione di almeno 300 esposizioni in diverse località dell’Italia, oltre che in Svizzera.

Inoltre, attorno alla Mostra itinerante si è sviluppata una lunga serie di iniziative collaterali: dai tavoli che esponevano pubblicazioni e gadget pacifisti, alle conferenze e alle proiezioni di diapositive e audiovisivi, agli spettacoli teatrali, ai concerti, alle feste.

La raccolta dei manifesti è avvenuta e tuttora avviene in modo il più delle volte casuale e rappresenta una piccolissima parte dei manifesti prodotti sul tema della pace: è solo la punta di un grande iceberg.

L’insieme della raccolta tocca argomenti che testimoniano vari aspetti delle idee e attività del multiforme pacifismo contemporaneo: obiezione di coscienza e servizio civile, obiezione di coscienza alle spese militari, difesa popolare nonviolenta, economia e pace, fame e disarmo, educazione alla pace, nucleare civile e militare, antimilitarismo nonviolento, ecc.

Vi sono rappresentati pensieri anche molto diversi tra loro e questa pluralità di idee è stata salvaguardata per poter offrire un punto di riferimento contemporaneo e memoria storica.

Per evitare che il possibile smarrimento di qualche manifesto originale ne rendesse definitiva e irreparabile la perdita, abbiamo iniziato a fotografare in diapositiva buona parte dei manifesti dell’Archivio, mentre ora stiamo li stiamo digitalizzando.

Tutto questo lavoro non sarebbe stato possibile senza il contributo determinante dei militanti dell’associazione ”Antimilitarismo e disobbedienza nonviolenta – A.D.N.” di Bologna.

Dal 1984 decine di persone, con un lavoro di volontariato hanno permesso di rendere sempre più grande e viva la Mostra fino a provocare, nel 1993, la creazione del Centro di documentazione del manifesto pacifista internazionale – C.D.M.P.I..

Nel 1994 l ‘amico prof. Tonino Drago, docente presso il dipartimento ‘Scienze della pace’ dell’Università di Pisa, ci invitò, partendo dall’Archivio dei manifesti del nostro Centro, a costruire a Bologna un museo per la pace italiano.

Ci abbiamo provato e il nostro progetto è diventato realtà con il trasferimento del Centro presso la Casa per la pace “La Filanda” a Casalecchio di Reno (BO).

Ci pare anche utile segnalare che dal 2002 il CDMPI fa parte della Rete Internazionale dei Musei per la Pace e ha iniziato un rapporto di collaborazione con alcune realtà sia europee (Bradford –GB, Wolfsegg-A, Norimberga – D, …) che extra-europee (Kochi – Giappone, New York – USA, Samarcanda – Uzbekistan, …).

Abbiamo donato al Comune di Casalecchio di Reno (BO) l’intero Archivio dei manifesti, mantenendone a nostro carico la sola gestione.

E’ il risultato di un rapporto positivo costruito nel tempo con l’associazione “Percorsi di Pace” di Casalecchio e con lo stesso Comune (dimostratosi attento e sensibile allo sviluppo di culture e pratiche di pace), nel contempo un modo per contraccambiare e valorizzare la decisione del Comune di creare nel proprio territorio una Casa per la pace.”

Alcune settimane fa la giornalista Silvia Montevecchi, autrice di una serie di video-interviste a vari personaggi, pubblicate su Youtube, ne ha realizzata una con Vittorio Pallotti, facendogli raccontare la sua storia e approfondendo la nascita e sviluppo del CDMPI.

L’intervista, di 53 minuti, è visibile al seguente link:
https://www.youtube.com/watch?v=MWjGa2UftxM

Redazione Bologna

Caserta:impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie

Edizione speciale del decennale della Fiaccola della Pace verso la “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e delle ingiustizie”, per ricordare il 25° di Antonio Sottile, il 30° di Giuseppe Macchiarelli e il 30°-31° di don Peppe Diana.

Si è svolto ad Alife, cuore del Parco Regionale del Matese, in provincia di Caserta.

Una grande mobilitazione studentesca che ha visto scendere in piazza e marciare per la Pace oltre 300 alunni dei due Istituti secondari di secondo grado del plessi residenti in Alife.

Sabato 1 Marzo si è assistito a qualcosa di veramente straordinario che solo nelle grandi città è possibile vedere, ma grazie alla pronta adesione degli Istituti scolastici che hanno risposto all’invito del Movimento Internazionale per la Pace III Millennio campano, ente promotore della storica mobilitazione della “Fiaccola della Pace” legata al tema dei 100 anni di guerre, è stato reso possibile tutto ciò e si è potuto realizzare un altro miracolo della Pace, nel segno e nel ricordo di Antonio, detto “Tony”; Giuseppe, detto Geppino e di Don Peppe Diana, “tre figure- hanno fatto sapere gli organizzatori- accomunate dall’unica sete di Pace e di Giustizia”.

Un po’ di storia: Antonio Sottile, Medaglia d’Oro Al Valor Civile, originario di Alife, cadde insieme al collega Albero De Falco a Brindisi la notte tra il 23 e 24 Febbraio dell’anno 2000, durante un servizio di perlustrazione mentre cercavano di contrastare l’arrivo dei contrabbandieri della SCU;

Giuseppe Macchiarelli originario di Alife, fondatore dell’Associazione Solidarietà e promotore di tante iniziative a sostegno delle fasce più deboli e dei profughi di guerra, cadde il 15 Marzo dell’anno 1995 durante la Strage della Conservatoria dei Registri Immobiliari in Santa Maria Capua Vetere(Ce);

Don Peppe Diana, parroco di Casal di Principe e prete di frontiera impegnato sui fronti della Pace e della Giustizia, fu ucciso dalla camorra il giorno del suo onomastico poco prima di celebrare messa, il 19 Marzo dell’anno 1994.

Un grande messaggio di testimonianza rivolto ai giovani e ai partecipanti, è emerso durante la giornata, attraverso il messaggio del Tenente Colonnello Luigi Acanfora, Comandante di Gruppo Guardia di Finanza della Compagnia di Aversa(Ce), Caserma intitolata proprio al Finanziere Scelto Antonio Sottile e presente insieme al Comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Piedimonte Matese, Pasquale Cirelli. Il Colonnello ha ricordato la figura del Sottile e l’impegno, nonostante i tempi difficili, di non lasciarsi prendere dalla paura e dallo scoraggiamento, ma di andare sempre oltre, afferrare la strada della verità e difendere sempre gli alti valori della Giustizia. “Siate sempre dalla parte della verità”, ha concluso.

A seguire la testimonianza della Comunità Capi del Gruppo Scout di Casal di Principe 1 che hanno ricordato l’impegno di don Diana: La manifestazione odierna non deve concludersi ad una semplice marcia, e poi il giorno dopo tutto come prima, significa camminare ogni giorno incontrare volti, luoghi, osservare e vedere qualcosa che non va e pensare di cambiarlo. Per progettare un cambiamento dobbiamo fare resistenza e allora scendiamo nelle piazze a dire che quel qualcosa non va bene, perchè se ancora nel 2025 dobbiamo parlare di Pace significa che non siamo stati bravi e poveri ragazzi. Perdonateci se vi stiamo lasciando un mondo schifoso, non siamo stati abbastanza bravi, ma voi siete stati molto bravi perché sentire Calamandrei e Beccaria significa che avete dei docenti bravissimi. Fate un applauso a voi. Progettate cambiamenti!”.

A seguire la moglie di Giuseppe Macchiarelli, Angela Zoccolillo, che ha ricordato il forte impegno nel sociale del compianto compagno di vita.” Giuseppe (detto Geppino) era un ragazzo giovane come voi e vulcanico, fu spinto da una fede profonda che lo portò ad essere un Testimone, impegnato accanto ai più fragili, nella tutela dei valori e della difesa della vita, per questo dopo tanti anni lo ricordiamo insieme a Tony e a don Peppino Diana, per quella luce che questi tre testimoni avevano dentro. A voi capiterà nella vita di trovarvi di fronte a momenti di difficoltà, un voto andato male, un litigio con un fidanzato o una fidanzata, un tradimento di un amico e altro… ma io voglio dirvi di non rimanere piegati su voi stessi perché non siete fatti per il fango della terra, ma per la luce. Dio ha messo il soffio della vita in ciascuno di voi e ha messo la luce, capace di illuminarvi anche nei momenti di buio e di difficoltà. Dietro queste nubi c’è sempre un sole che splende e voi questo sole dovete cercarlo nella vostra vita. Voi siete fatti per la luce, per essere portatori di bene. Siete stati creati per essere luce del mondo e sale della terra. Richiamando le parole di Angela, la Presidente del Movimento per la Pace ha ricordato l’obiettivo della Fiaccola della Pace.“ La Fiaccola della Pace ricorda a ciascuno di noi l’impegno nel custodire la luce della memoria e l’impegno nel tenere sempre accesa la fiamma della Pace attraverso l’impegno quotidiano. Dopo la tempesta sorge sempre l’arcobaleno a simboleggiare che la Speranza deve alimentare il nostro vivere e che dobbiamo andare oltre il buio per cercare e costruire Pace ”.

Le docenti delle scuole hanno lavorato sinergicamente con gli alunni, veri protagonisti della giornata, presentando dei pensieri e delle riflessioni da loro sviluppate con le quali hanno voluto ricordare le figure dei tre testimoni, pensieri sulla Pace, pensieri tratti dagli scritti di Don Diana e di Giuseppe Macchiarelli, ed anche disegni sulla Pace, pensieri tratti da Piero Calamandrei padre della Costituzione e Cesare che fu tra i massimi esponenti dell’illuminismo italiano, dimostrando ancora una volta l’encomiabile lavoro della comunità educante scolastica eccellenza della nostra terra. Un ramoscello di ulivo dell’Albero della Pace in ricordo di Antonio Sottile, Giuseppe Macchiarelli e don Peppe Diana è stato consegnato a tutti i presenti in ricordo della giornata, in segno di impegno e di memoria.

Redazione Italia

Oscar 2025. La prima cerimonia post Trump 2, la vendetta

James Cameron, vincitore di tre Oscar, canadese di nascita che non ha mai richiesto la cittadinanza statunitense, ha rivelato durante una recente intervista a Stuff di aver accelerato i tempi per ottenere quella neozelandese, definendo ‘terribile’ la rielezione di Donald Trump e spiegando così le ragioni del suo trasferimento: “Non voglio più vedere la faccia di quel tizio in prima pagina sul giornale. In America è inevitabile, è come essere costretti a guardare un incidente d’auto più e più volte“.

Una fake news sulla notte degli Oscar diventata virale ha messo in bocca a Robert De Niro “fuck Trump”, cosa che agli Oscar De Niro non ha pronunciato, ma sono arcinote e verificabili online le sue definizioni sull’attuale presidente degli Stati Uniti. Ad esempio, il Fatto Quotidiano del 24 maggio 2024 riporta un video in cui De Niro parlava così di Trump: “È un clown, ma questa città è accomodante: ai pagliacci fa spazio. Li abbiamo dappertutto: le persone fanno cose folli per strada e noi siamo tolleranti, fa parte della nostra cultura. Con Trump non dobbiamo. Una persona come Trump potrebbe gestire il Paese in un modo che non funziona. E lo sappiamo tutti. Non voglio spaventarvi. Anzi no, vi voglio spaventare! Se Trump torna alla Casa Bianca potrete dare il bacio di addio alla libertà di cose che oggi diamo per scontate. E le elezioni dimenticatele! È finita. Lui non vuole andarsene. Sappiatelo. Non se ne andrà mai”.

Nella notte degli Oscar il mondo del cinema, superate le cicatrici lasciate dagli scioperi dello scorso anno, negli occhi ancora gli incendi di Los Angeles, per la quasi totalità schierato a favore dei diritti umani, celebra una cerimonia dove il disagio della nuova amministrazione americana pesa sotterraneamente: qua e là si sono notate anche spille pro-Palestina e coccarde giallo-blu pro-Ucraina, ma il pensiero politico dei più non appare, semmai traspare. Anche loro, umani come tutti noi, potrebbero essere rimasti pietrificati dagli eventi e devono riprendersi.

Conan O’ Brien, il comico che ha condotto la serata, ha fatto solo qualche battuta sull’attualità. In riferimento ad Anora, l’opera che ha vinto il premio più importante e che racconta l’amore tra una lavoratrice del sesso e il figlio di un oligarca russo, ha detto: “Immagino che gli americani siano felici di vedere qualcuno che si oppone davanti a un russo potente”.

Adrien Brody, al suo secondo Oscar come miglior attore protagonista per The Brutalist, film su un sopravvissuto all’Olocausto, ha invitato a cercare soluzioni di fratellanza contro la guerra, l’oppressione sistematica, l’antisemitismo.

Zoe Saldana, nel ricevere il premio come miglior attrice non protagonista di “Emilia Perez” ha voluto sottolineare di essere «la figlia orgogliosa di genitori immigrati».

Daryl Hannah, chiamata a presentare la statuetta per il miglior montaggio per Anora, ha esclamato “Slava Ucraine”, “Gloria all’Ucraina”, a sostegno della popolazione ucraina dopo il tragico meeting con Trump.

L’attualità è entrata con forza grazie alla vittoria come miglior documentario di No Other Land, diretto da due palestinesi e due israeliani che raccontano i tentativi dell’esercito israeliano di demolire le case di una comunità palestinese in Cisgiordania,  Masafer Yatta. Sul palco il regista palestinese Basel Adra ha detto: “Sono diventato padre due mesi fa e la mia speranza è che mia figlia non debba vivere la mia stessa vita di oggi, avendo sempre paura dei coloni, della violenza, delle demolizioni e degli sfollamenti forzati”.

Il collega israeliano Yuval Abraham gli ha fatto eco sottolineando come lui abbia libertà di movimento mentre la legge militare soggioga l’amico Basel. Abraham ha criticato la politica Usa di sostegno alle azioni militari a Gaza aggiungendo: “Abbiamo fatto questo film, palestinesi e israeliani, perché insieme le nostre voci sono più forti”.

Il film sugli inizi di Trump imprenditore (The Apprentice di Ali Abbasi), che ha avuto moltissimi problemi di distribuzione, non ha ottenuto alcun riconoscimento, ma quello intorno a questo film resta, nel mondo del cinema, un silenzio assordante.

Ed ecco tutti i riconoscimenti assegnati

Miglior film – Anora

Miglior regia – Sean Baker (Anora)

Miglior attrice protagonista – Mikey Madison (Anora)

Miglior attore protagonista – Adrien Brody (The Brutalist)

Miglior attrice non protagonista – Zoe Saldana (Emilia Perez)

Miglior attore non protagonista – Kieran Culkin (A real pain)

Miglior sceneggiatura originale – Anora

Miglior sceneggiatura non originale – Conclave

Miglior film internazionale – I’m still here (Brasile)

Miglior fotografia – The Brutalist

Miglior colonna sonora originale – The Brutalist

Miglior montaggio – Anora

Migliori costumi – Paul Tazewell (Wicked)

Miglior scenografia – Wicked

Miglior canzone originale – El Mal (Emilia Perez)

Miglior trucco – The Substance

Miglior film di animazione – Flow

Migliori effetti sonori – Dune: Part Two

Migliori effetti speciali – Dune: Part Two

Miglior documentario – No other land

Miglior cortometraggio documentario – The only girl in the orchestra

Miglior corto di animazione – In the Shadow of The Cypress

 

 

Bruna Alasia

Oscar 2025. “No other land”, lotta di un palestinese contro l’espulsione, torna nelle sale e su MUBI

MUBI, il distributore globale, servizio di streaming e società di produzione, è lieto di annunciare che No other land, il documentario scritto, diretto, prodotto e montato da Basel Adra, Yuval Abraham, Rachel Szor e Hamdan Ballal, sarà prossimamente disponibile in esclusiva su MUBI. Il film, che torna nelle sale italiane il 6 marzo distribuito da Wanted Cinema, ha appena vinto il Premio Oscar come Miglior Documentario dopo aver conquistato il Premio per il Miglior Documentario e il Premio del Pubblico alla Berlinale 2024 e il Premio come Miglior Documentario agli European Film Awards 2024.

Un’opera intensa e profondamente umana, No other land racconta la lotta di Basel Adra, giovane attivista palestinese di Masafer Yatta, insediamento rurale della Cisgiordania, contro l’espulsione forzata della sua comunità da parte dell’esercito israeliano. Sin dall’infanzia, Basel assiste alla progressiva distruzione del suo villaggio e inizia a documentarla con la sua videocamera: ogni volta che i carri armati e le ruspe avanzano, ogni volta che le case vengono rase al suolo, lui è lì, testimone di quello che è considerato il più grande sfollamento forzato mai avvenuto nella Cisgiordania occupata.

Nel suo percorso incontra Yuval Abraham, giovane giornalista israeliano che sceglie di unirsi alla sua battaglia. Per oltre cinque anni, i due collaborano per documentare le violenze e le ingiustizie, settimana dopo settimana, mese dopo mese. Il loro legame, però, è segnato da una profonda disuguaglianza: Basel vive sotto un’occupazione militare brutale, mentre Yuval, da israeliano, gode di libertà e diritti che all’amico sono negati.

Ciò che nasce come una collaborazione diventa un’amicizia solida, alimentata dall’urgenza di raccontare e denunciare. Il documentario, frutto del lavoro di un collettivo palestinese-israeliano, è stato realizzato con mezzi minimi e senza una produzione alle spalle, nei momenti più difficili per Basel e la sua comunità. Un’opera nata come resistenza creativa all’apartheid e atto di lotta per la giustizia e l’uguaglianza, che ha portato inaspettatamente i suoi autori a diventare tra i cineasti più premiati e acclamati del 2024.

SINOSSI

Per mezzo decennio, Basel Adra, un attivista palestinese, filma la distruzione della sua comunità di Masafer Yatta da parte dell’occupazione israeliana, mentre costruisce un’insolita alleanza con un giornalista israeliano che desidera unirsi alla sua lotta.

BIOGRAFIE DEI REGISTI

Basel Adra è un avvocato, giornalista e regista palestinese originario di Masafer Yatta. È attivista e documentarista dall’età di 15 anni, impegnato nella lotta contro l’espulsione di massa della sua comunità da parte di Israele in Cisgiordania.

Rachel Szor è una direttrice della fotografia, montatrice e regista israeliana originaria di Gerusalemme.

Hamdan Ballal è un fotografo, regista e contadino palestinese di Susya, che ha lavorato come ricercatore per diversi gruppi per i diritti umani contrari all’occupazione.

Yuval Abraham è un regista e giornalista investigativo israeliano originario di Gerusalemme.

Redazione Italia

Trentuno anni senza dimenticare Ilaria e Miran: le celebrazioni partono da Parma

La città di Parma continua anno dopo anno a ricordare la giornalista del tg3 Ilaria Alpi e l’operatore Miran Hrovatin assassinati il 20 marzo 1994 a Mogadiscio in Somalia.

Al ricordo si accompagna un appello per la verità e la giustizia che, in tutti questi anni, tante associazioni non hanno mai smesso di rilanciare, perché, anche dopo 31 anni, ancora non si conoscono gli esecutori materiali e i mandanti dell’attentato.

In vista dell’anniversario giovedì 6 marzo dalle ore 11 dall’Auditorium di Palazzo del Governatore (ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili) la Biblioteca Internazionale Ilaria Alpil’Assessorato alla Cultura, in collaborazione con Art. 21, Libera e Umberto e Ginevra Alpi, cugini della giornalista, promuoveranno anche per le scuole secondarie di Parma l’esperienza di un reportage giornalistico dal vivo grazie al “cantacronache” Stefano Corradino e al suo recente libro “Note di Cronaca” che raccoglie le notizie che curato per Rainews24. Storie di mafie, guerre, morti sul lavoro, diritti umani negati e giornalisti uccisi ed un intero capitolo/canzone dedicato ad Ilaria Alpi che ricordato insieme al giornalista RAI di lungo corso Giuseppe Giulietti e alla giornalista Costanza Spocci.
Ilaria era una cittadina del mondo, con una specializzazione in lingua araba e cultura islamica che nel 1990 entrò nella squadra di RAI3 come corrispondente da quel quadrante geo-politico molto conflittuale. Un anno dopo iniziò a seguire come inviata la missione ONU “Restore Hope” che avrebbe dovuto mettere fine alla guerra civile in Somalia, ma in Africa orientale un’inchiesta parallela andò a toccare traffici illeciti di armi e rifiuti tossici.

Il racconto di Stefano Corradino sarà arricchito dal contributo dei video inediti di Francesco Cavalli ideatore e direttore dell’omonimo Premio di Giornalismo, ma soprattutto colui che, insieme ad alcuni colleghi altrettanto tenaci, non ha mai smesso di indagare. Produttore televisivo e responsabile di un gruppo editoriale radiotelevisivo, ha realizzato come autore diversi reportage tra i quali Somalia Italia e Un clown a Gaza.

Il papà di Ilaria, Giorgio, originario del parmense aveva fatto scoprire estati d’Appennino ad Ilaria adolescente prima del trasferimento e degli studi a Roma. A Parma è intitolata ad Ilaria, dal 2009 una biblioteca internazionale, nella splendida cornice del Complesso del San Paolo dove nella mattinata del prossimo 6 marzo verrà deposto un omaggio floreale per ricordare l’anniversario.

Fonte: Comunicato del Comune di Parma

Redazione Italia

Un nuovo allestimento museale in memoria della strage di Portella della Ginestra

A seguito del dibattito sollevato dall’Associazione delle vittime e dei sopravvissuti della strage di Portella della Ginestra, la CGIL ha inviato all’amministrazione comunale di Piana degli Albanesi le osservazioni per ridefinire lo spazio espositivo nel museo civico dedicato a Nicola Barbato, al fine di dare al sito museale della città una maggiore visibilità narrativa per evidenziare la memoria delle vittime dell’eccidio del 1° maggio 1947 avvenuto nel corso della festa dei lavoratori_

Dopo l’incontro chiarificatore di ieri con il sindaco Rosario Petta, la Cgil Palermo offre il contributo del sindacato per arricchire il nuovo allestimento museale e restituire il giusto spazio all’eccidio del 1 maggio del 1947 e alla figura di Nicola Barbato, al quale il museo è dedicato, entrambi sacrificati, in particolare Barbato, così come osservato tra l’altro dall’Associazione dei familiari delle vittime di Portella.

Gli unici due pannelli dedicati alla strage non restituivano al visitatore la complessità del contesto storico e della presenza a Piana degli Albanesi di un forte movimento dei lavoratori organizzato nella Cgil, sindacato che allora, nel secondo dopoguerra, rappresentava unitariamente le correnti politico-culturali comunista, socialista e democristiana.

Anche lo stesso materiale multimediale è apparso al sindacato “incompleto e carente”, rispetto alle tante testimonianze dell’epoca e dei numerosi protagonisti.

“L’utilizzo dei materiali multimediali dovrebbe prevedere o una saletta apposita o quanto meno l’uso di cuffie per una fruizione che, seppur limitata nelle modalità, non interferisca con gli altri visitatori. Inoltre, riteniamo che si possa attivare una specifica sezione che contenga i verbali del processo di Viterbo, sia scansionati, sia in formato cartaceo”, sono tra i suggerimenti contenuti nella lettera inviata oggi al sindaco Petta dal segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, dal responsabile dipartimento Archivio e memoria storica Dino Paternostro e dalla responsabile della Camera del Lavoro di Piana degli Albanesi Maria Modica.

La Cgil inoltre propone uno spazio adeguato alla memoria di Nicola Barbato, del quale nel museo non esiste alcuna immagine o descrizione. “Come concordato, ci facciamo promotori della richiesta al maestro Gaetano Porcasi di una tela dedicata a Barbato, da esporre in maniera permanente al museo – aggiungono Ridulfo, Paternostro e Modica – Riteniamo che nella rappresentazione della storia di Piana degli Albanesi e non sia dato adeguato risalto al contesto che ha prodotto l’immane strage con 11 vittime e 27 feriti e alle ragioni di un impegno collettivo”.

Nell’allestimento della sezione, così come è attualmente, la Cgil ha in particolare posto l’accento sulla mancanza dell’ “anima” di Portella “perché Portella è il giallo della ginestra e anche il rosso del sangue e delle bandiere ma anche il racconto di una memoria lunga 78 anni”.

“Proponiamo, infine, che la sala a destra del piano terra possa servire ad implementare dal punto di vista grafico, iconografico e multimediale la strage di Portella e la figura di Nicola Barbato, recuperando e valorizzando almeno in parte i materiali della mostra precedente”, aggiungono i rappresentanti della Cgil Palermo e di Piana.

Nella lettera, Ridulfo, Paternostro e Modica ricordano l’importanza della storia del movimento che, grazie ai decreti Gullo, lottava per l’applicazione “di una legge dello Stato che poteva consentire lavoro, sviluppo e libertà al popolo di Piana e della Sicilia”.

“A questo movimento, le cui radici affondano in quello di fine Ottocento dei fasci siciliani, di cui non si fa alcun cenno, si contrapponevano – sottolineano i dirigenti sindacali – i grandi proprietari terrieri, i gabellotti mafiosi, che non vengono mai nominati nell’allestimento, e i partiti politici reazionari, non solo il Mis: Giuliano e la sua banda rappresentavano il braccio armato di queste forze. Da questo punto di vista, la storiografia contemporanea, nella quasi totalità dei suoi protagonisti, ha questa impostazione ormai riconosciuta”.

Per questi motivi, la Cgil ha chiesto che il pannello descrittivo della sezione del museo dedicato a Portella venga modificato tenendo conto di queste osservazioni e dei rilievi espressi dalla associazione dei familiari delle vittime di Portella.

In ultimo, per la Cgil Palermo è importante che l’amministrazione comunale si adoperi, nella valorizzazione del museo, per una collaborazione e sinergia con le forze politiche, con il consiglio comunale di Piana degli Albanesi e con le associazioni, a partire da quella che organizza i familiari delle vittime di Portella.

comunicato CGIL Palermo

Redazione Palermo

“Le porte dell’arte”, una ricerca-azione sui musei per la pace

Abbiamo intervistato Gianmarco Pisa a proposito del suo ultimo libro, che sarà presentato a Palermo il 21 marzo, in occasione della giornata mondiale della poesia

D. “Le porte dell’arte. I musei come luoghi della cultura tra educazione basata negli spazi e costruzione della pace” è il tuo secondo libro (edito sempre da Multimage) dedicato all’arte – e all’arte della memoria in specie – come strumento di pace. Il primo era: “Di terra e di pietra”, dedicato ai monumenti, commemorativi o di denuncia o di sprone alla riconciliazione, nei teatri di guerra della ex Jugoslavia. Qui il tuo sguardo si allarga: non più singole opere di singoli artisti in un singolo luogo, ma un intero museo multimediale e interattivo come occasione di educazione alla pace.

R. La tematica si allarga qui all’insieme del patrimonio culturale, in termini di manufatti ed espressioni culturali e, in senso più generale, al vasto campo dei luoghi della memoria e della cultura e, tra questi ultimi, i musei. Anche questo volume è il risultato di una ricerca-azione sul campo, in diversi territori della ex Jugoslavia e in particolare in Serbia, e il nucleo di questa ricerca-azione, nel quadro del progetto per Corpi civili di pace in Kosovo, è proprio il valore e il significato dell’arte e del patrimonio culturale per la pace. Si tratta di un tema delicato, complesso, legato alle memorie personali e collettive e quindi da attraversare con cura e rigore, in cui il significato dei luoghi della cultura e dei beni del patrimonio viene messo in risalto in entrambi i sensi: come elemento di promozione di una cultura della pace, e come terreno di educazione alla pace, specie nel senso, come indica il sottotitolo del volume, della “educazione basata negli spazi”.

D. Ti rifai alla definizione di Museo elaborata dal Consiglio Internazionale dei Musei nel 2022 e alla Convenzione di Faro del 2005 del Consiglio d’Europa sul “valore dell’eredità culturale per la società”. A partire da questo concetto di “eredità culturale” e dall’altro di “comunità di patrimonio”, tu fondi la tua visione di museo per la pace come luogo inclusivo e di educazione alla cittadinanza, alla risoluzione nonviolenta delle controversie e alla pace. Vuoi spiegarci questi due concetti?

R. Il riferimento alla Convenzione di Faro (2005), in questa chiave di lettura, è importante almeno per due motivi. Intanto fornisce quella che è considerata la definizione più estesa di patrimonio culturale (eredità culturale) definito come “un insieme di risorse, ereditate dal passato, che le persone identificano, indipendentemente dalla proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni in continua evoluzione e che include tutti gli aspetti dell’ambiente derivanti dall’interazione, nel corso del tempo, tra le persone e i luoghi”. L’idea di cultura associata all’interazione tra le persone e con i luoghi, quindi come dinamica relazionale, nel tempo e nello spazio, è densa di implicazioni.

E poi introduce il tema delle “comunità di patrimonio”, vale a dire un insieme di “persone che attribuiscono valore ad aspetti specifici del patrimonio culturale che desiderano, nel quadro di un’azione pubblica, sostenere e trasmettere alle generazioni future”. Le persone diventano cioè protagoniste non solo nell’attribuzione di significato ma anche nella trasformazione del messaggio sociale che il bene culturale trasferisce nel tempo.

D. I musei per la pace li hai snidati e scovati nella tua ricerca-azione, che ha proseguito il lavoro svolto per il tuo primo libro già citato “Di terra e di pietra”, con i Corpi civili di pace in Kosovo. Li hai rintracciati così nelle città a forte connotazione simbolica, come Belgrado, Sarajevo, Mostar, ma non solo…

R. Nel libro infatti, tra i luoghi del patrimonio e i luoghi della cultura, viene indicata la distinzione tra Musei della pace propriamente detti e Musei, altrettanto importanti, “orientati alla pace”. I primi rappresentano contenuti che fanno direttamente riferimento alla pace e ai diritti umani, anche organizzando iniziative di partecipazione e di educazione, attivandosi quindi per l’educazione alla pace.

I Musei “orientati alla pace”, pur non essendo costitutivamente Musei della pace, per i contenuti culturali che esprimono o per il valore memoriale che contengono, sono altrettanto indicati a svolgere una funzione attiva, nello spazio pubblico, per trasferire e diffondere contenuti e valori legati alla pace, alla tutela dei diritti umani, alla lotta contro le violazioni e le discriminazioni, o ad esempio, nel caso dei Musei memoriali, ad alimentare la cultura del “mai più” e del primato della dignità della persona.

D. Ma tu ci racconti anche dell’opera collettiva “La Tela” nell’ex Asilo Filangieri di Napoli all’epoca del Covid, del Museo per la pace di Bradford in Inghilterra e di quello di Gernika nei Paesi Baschi. E poi ci sono il MAMT (Mediterraneo Arte Musica Tradizioni) sempre a Napoli e il Museo Civico della Guerra per la Pace di Trieste.

R. I musei della pace più significativi, in ambito europeo, sono quelli da te richiamati. Il Museo della pace di Bradford ospita una collezione di oltre 16 mila oggetti legati alle storie di attivisti e movimenti per la pace ed è prezioso anche perché ospita testimonianze della storica Campagna per il disarmo nucleare del 1958. Va ricordato anche il Museo della pace di Norimberga, gestito da un’organizzazione no-profit, e molto attivo nel senso dell’educazione alla pace e alla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Il bellissimo Museo della pace di Gernika è a sua volta uno straordinario esempio di Museo per la pace e i diritti, visti come un “prisma” attraverso cui osservare la situazione attuale della guerra e della pace nel mondo.

Il panorama italiano, peraltro, non è povero come si potrebbe pensare: oltre a quelli da te citati, il MAMT a Napoli e il Museo “Diego de Henriquez” a Trieste, non si può non ricordare il Centro di Documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, a Casalecchio di Reno (Bologna), con la sua straordinaria collezione di oltre 7 mila poster e manifesti pacifisti.

D. In particolare approfondisci quelli che chiami “casi di studio” nella ex Jugoslavia.

R. Questi Musei sono importanti anche perché rappresentano una vera e propria “geografia della pace”, attraverso la loro collocazione e configurazione. Giusto per limitarsi a una veloce rassegna: il Museo della Jugoslavia a Belgrado, sui temi dello jugoslavismo e, in senso generale, della unità e fratellanza tra i popoli jugoslavi; il Museo di Arte Africana, sempre a Belgrado, con una forte connotazione anti-coloniale e una forte impronta jugoslava e non-allineata; il Museo memoriale 21 Ottobre, a sua volta situato all’interno del Parco memoriale di Kragujevac, un luogo della memoria fondamentale, che ospita peraltro alcuni grandi capolavori di arte jugoslava; il Museo Olimpico a Sarajevo, dedicato ai valori dell’olimpismo e quindi dello “spirito olimpico”, dell’incontro, attraverso lo sport e la cultura, tra i popoli delle più diverse latitudini; e ancora il Museo civico di Mitrovica che, nella città divisa per eccellenza, in Kosovo, testimonia invece la possibilità dell’incontro e del dialogo, oltre a mettere a disposizione spazi di apprendimento anche con una interessante strumentazione multimediale.

D. Rifacendoti, come ami fare, a Galtung, disegni una sorte di “modello” di museo per la pace quale dovrebbe essere, e ipotizzi perfino che possa utilizzare l’intelligenza artificiale.

R. Da questo punto di vista, un Museo per la pace rappresenta anche uno spazio sociale di partecipazione e di fruizione culturale, sia in relazione alla sua connotazione partecipativa (come luogo di relazione), sia in ragione della sua funzione educativa (come luogo di “educazione alla cultura”). Qui, l’adozione dei contenuti teorici e pratici della ricerca di Galtung e dell’approccio della cosiddetta ToC, la Teoria del Cambiamento, offrono, come viene mostrato nel libro, uno spunto metodologico innovativo, e pertinente, per definire il Museo, in linea con la nuova definizione dell’Icom, proprio in relazione alla sua funzione istituzionale e al suo potenziale comunicativo nello spazio pubblico, in particolare nello spazio della città.

D. Infine, il tuo libro può ben prestarsi a corsi di formazione (internazionale, dato che contiene la versione in inglese) per educatori alla pace, grazie ai suoi ricchi riferimenti bibliografici, al suo approfondito glossario, alle biografie degli artisti e alle descrizioni dei luoghi di riferimento che contiene, benché tu all’inizio dell’opera denunci lo scarsissimo rispetto e prestigio che pur sarebbe più che dovuto agli educatori ONU.

R. È l’idea stessa della ricerca-azione, vale a dire dell’educazione-intervento: da un lato, la costruzione della pace attraverso una costante opera di tessitura di relazione, comunicazione, educazione; dall’altro, la prevenzione della violenza e, per tornare a Galtung, la “costruzione della pace con mezzi pacifici”.

Daniela Musumeci

Festival “Punti di Vista – Terza edizione Lingue e Culture” al Centro Astalli

Il Centro Astalli, in collaborazione con il Palazzo delle Esposizioni, invita al Festival “Punti di Vista – Terza edizione Lingue e Culture”Sabato 8 marzo dalle 17:00 alle 19:00 in via Nazionale, 194, a Roma, alcuni uomini e donne rifugiati accolti al Centro Astalli si racconteranno attraverso il metodo dei “libri viventi”.
Lo faranno in uno scenario suggestivo: saranno immersi all’interno della mostra “Anima nomade” dell’artista Francesco Clemente, concepita come una grande installazione composta da tre gruppi di opere. Tra queste le “Tende” che si trasformeranno per i visitatori in luoghi di ascolto e dialogo con i rifugiati, spazi in cui potersi mettere nei panni dell’altro e fare esperienza di storie di migrazione, di coraggio e di speranza.

Per prenotarsi al laboratorio “Biblioteca vivente” si prega di scrivere una email a laboratoriodarte@palaexpo.it 

Per l’occasione il Palazzo delle Esposizioni fa sapere che il biglietto di ingresso alle mostre è di 8€ (gratuito per aventi diritto).

Per informazioni: astalli@jrs.net – 06 69925099

Redazione Roma