Scuola: crescono gli alunni ‘non italiani’
SCUOLA. ISMU: GLI ALUNNI ‘NON ITALIANI’ RIPRENDONO AD AUMENTARE
44% EUROPEI, UN QUARTO AFRICANI, MENTRE NEET SONO DOPPIO ITALIANI
(DIRE) Roma, 17 feb. –
La ricostruzione fatta da Fondazione Ismu Ets rivela che, dopo il rallentamento degli ultimi anni, nell’anno scolastico 2022/23 è ripreso a crescere il numero degli alunni con cittadinanza non italiana (Cni), nati all’estero e nati in Italia, toccando le 914.860 presenze.
Tale numero corrisponde all’11,2% sul totale degli iscritti nelle scuole italiane (8.158.138) dalle scuole dell’infanzia alle secondarie di secondo grado.
Per quanto riguarda la provenienza, gli studenti sono originari di circa 200 Paesi diversi.
In particolare, il 44% è di origine europea; più di un quarto è di origine africana; attorno al 20% asiatica e quasi l’8% dell’America Latina.
La cittadinanza più numerosa è rappresentata dalla Romania, con quasi 149mila studenti. Seguono: Albania (118mila presenze) e Marocco (114mila).
I dati del 2022/23 confermano poi che la maggioranza degli studenti con Cni è concentrata nelle regioni settentrionali, a seguire nel Centro e nel Mezzogiorno.
La Lombardia accoglie un quarto degli alunni con background migratorio (231.819 unità), seguita da Emilia-Romagna (111.811), Veneto (99.604), Lazio (83.716) e Piemonte (81.762).
In Emilia-Romagna gli studenti con cittadinanza non italiana rappresentano il 18,4% della popolazione scolastica regionale, il valore più elevato a livello nazionale.
Segue la Lombardia con il 17,1% di alunni con Cni ogni 100 iscritti nelle scuole di diverso ordine e grado.
La provincia italiana con il maggior numero di alunni con Cni rimane Milano (82.396), seguita da Roma (66.385), Torino (40.605) e Brescia (33.362).
Negli ultimi 30 anni poi è diminuita la percentuale di scuole senza allievi con Cni ed è aumentato il numero di istituti con percentuali rilevanti.
Dal 2002/03 al 2022/23 si è passati dal 43,1% del totale di istituti dove gli alunni con Cni erano assenti al 15,5%.
Nello stesso periodo di tempo, le scuole con una percentuale di alunni con background migratorio inferiore al 30% sono cresciute dal 56,9% al 73,3%.
Un aumento più contenuto ha riguardato le scuole con oltre il 30% di alunni con Cni, inesistenti nel 2002/03 e arrivate a rappresentare nel 2022/23 il 7,9% del totale delle scuole italiane.
Il Rapporto Ismu rivela che in 15 anni sono triplicati gli alunni con Cni nati in Italia da genitori immigrati, passando da 588.986 del 2020/21 a 598.745 nel 2022/23, quasi 10mila unità in più.
Dalla prima rilevazione dell’anno scolastico 2007/08 ad oggi, il gruppo è passato da circa 200mila a quasi 600mila e rappresenta il 65,4% degli alunni con Cni.
Cresce l’incidenza delle seconde generazioni: più dei due terzi degli alunni censiti come non italiani sono costituiti dalle cosiddette seconde generazioni.
L’incidenza percentuale di questo gruppo sul totale degli alunni con Cni cresce in tutti i livelli scolastici e ne costituisce attualmente la maggioranza: nelle scuole dell’infanzia, i nati in Italia ogni 100 alunni con background migratorio sono 81; 69 alla primaria, 63 alle secondarie di primo grado e 50 in quelle di secondo grado.
Permane il problema del ritardo scolastico.
Dai primi dati del 2005/06 si è ridotto progressivamente, ma nel complesso rimane ancora elevato, soprattutto nelle secondarie di secondo grado, dove quasi la metà degli studenti di origine immigrata è in ritardo di uno o più anni (48,0%).
Preoccupano anche la lontananza dal sistema di istruzione/formazione/lavoro e l’abbandono scolastico precoce.
Nel 2022 gli Elet (Early leaver from education and training) nati all’estero, cioè i giovani che si sono fermati alla scuola secondaria di primo grado, sono ancora il 28,7% dei 18-24enni stranieri, cioè il triplo degli autoctoni, che scendono al 9,7%.
I giovani in condizione di Neet (Not in Education, Employment or Training, cioè che non studiano né lavorano) tra i 15 e i 29 anni sono il 29% del totale, circa il doppio degli italiani (17,9%).