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USA, 14 membri del Congresso chiedono il rilascio di Mahmoud Khalil dalla prigione dell’ICE

Quattordici membri del Congresso hanno firmato una lettera al Segretario per la Sicurezza Nazionale Kristi Noem per chiedere il rilascio del neolaureato della Columbia University Mahmoud Khalil, residente permanente negli Stati Uniti, arrestato dall’agenzia per il controllo dell’immigrazione (ICE) per aver contribuito a organizzare le proteste del campus in solidarietà con i palestinesi. I 14 legislatori, tutti democratici, hanno scritto: “I diritti costituzionali di Khalil sono stati violati. Gli è stato negato l’accesso a un avvocato e alla visita della sua famiglia. Questo è assolutamente inaccettabile – e illegale”.

Martedì, l’addetta stampa della Casa Bianca Karoline Leavitt ha sostenuto che il Segretario di Stato Marco Rubio gode di un’ampia autorità, in base alla legge sull’immigrazione e la naturalizzazione del 1952, risalente all’epoca della Guerra Fredda, per dichiarare qualcuno “deportabile”.

Saagar Enjeti: “L’amministrazione ritiene di dover accusare un titolare di green card di un crimine per poterlo espellere?”.

L’addetta stampa Karoline Leavitt: “In effetti, il Segretario Rubio si riserva il diritto di revocare il visto a Mahmoud Khalil”.

Gli avvocati di Khalil si confronteranno oggi in un tribunale di New York con i funzionari di Trump che vogliono la sua deportazione. Khalil, che è detenuto in un carcere ICE a Jena, in Louisiana, non sarà presente all’udienza. La CNN riferisce che gli avvocati dell’amministrazione Trump non riporteranno Khalil a New York senza un ordine del tribunale.

Martedì, almeno una dozzina di persone sono state arrestate a New York mentre centinaia manifestavano chiedendo il rilascio di Khalil. Le proteste in solidarietà con Khalil si sono diffuse nei campus di tutta la nazione.

“Gli studenti sono giustamente spaventati, e io sono spaventato, francamente, perché non solo la Casa Bianca di Trump sta decidendo di prendere di mira manifestanti pacifici a causa delle loro opinioni sulla guerra a Gaza e della complicità della nostra università nel finanziarla, ma sono aiutati dagli amministratori universitari di tutto il Paese” ha dichiarato Graeme Blair, professore di scienze politiche all’Università della California, Los Angeles, dove martedì sono radunate centinaia di persone.

 

 

 

Democracy Now!

New York, manifestanti ebrei occupano la Trump Tower per chiedere il rilascio di Mahmoud Khalil

Giovedì 13 marzo a New York, la polizia ha arrestato un centinaio di manifestanti mentre il gruppo Jewish Voice for Peace teneva un importante sit-in di protesta all’interno della Trump Tower per chiedere il rilascio dell’attivista palestinese Mahmoud Khalil, recentemente laureato alla Columbia University. Tra gli arrestati ci sono anziani ebrei, discendenti di sopravvissuti all’Olocausto e studenti. I dimostranti indossavano magliette rosse con il messaggio “Gli ebrei dicono basta armi a Israele” mentre occupavano l’atrio del grattacielo di Manhattan.

“Sappiamo che i regimi fascisti ci provano, cercano di vedere se la gente si adegua, se la gente si arrende e permette loro di imporre questo tipo di attività illegale e antidemocratica. E noi crediamo che in momenti come questi sia importantissimo alzarsi in piedi per dire che non ce ne staremo con le mani in mano, che non ci adegueremo. Mai più” significa adesso. Mai più” significa per tutti. Quello che è successo a Mahmoud non sarebbe mai dovuto accadere, e non permetteremo che accada a nessun altro” ha dichiarato Nate Cohen, membro di Jewish Voice for Peace.

Sempre giovedì, il Council on American-Islamic Relations ha intentato una nuova causa per conto di Mahmoud Khalil e di altri studenti della Columbia contro la Columbia University e una commissione della Camera degli Stati Uniti per aver divulgato e richiesto i dati degli studenti. Un avvocato del CAIR ha dichiarato: “Nessuno studente dovrebbe temere che le proprie informazioni private vengano consegnate a politici che cercano di punire la difesa dei diritti umani dei palestinesi”.

 

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USA, 14 membri del Congresso chiedono il rilascio di Mahmoud Khalil dalla prigione dell’ICE

Quattordici membri del Congresso hanno firmato una lettera al Segretario per la Sicurezza Nazionale Kristi Noem per chiedere il rilascio del neolaureato della Columbia University Mahmoud Khalil, residente permanente negli Stati Uniti, arrestato dall’agenzia per il controllo dell’immigrazione (ICE) per aver contribuito a organizzare le proteste del campus in solidarietà con i palestinesi. I 14 legislatori, tutti democratici, hanno scritto: “I diritti costituzionali di Khalil sono stati violati. Gli è stato negato l’accesso a un avvocato e alla visita della sua famiglia. Questo è assolutamente inaccettabile – e illegale”.

Martedì, l’addetta stampa della Casa Bianca Karoline Leavitt ha sostenuto che il Segretario di Stato Marco Rubio gode di un’ampia autorità, in base alla legge sull’immigrazione e la naturalizzazione del 1952, risalente all’epoca della Guerra Fredda, per dichiarare qualcuno “deportabile”.

Saagar Enjeti: “L’amministrazione ritiene di dover accusare un titolare di green card di un crimine per poterlo espellere?”.

L’addetta stampa Karoline Leavitt: “In effetti, il Segretario Rubio si riserva il diritto di revocare il visto a Mahmoud Khalil”.

Gli avvocati di Khalil si confronteranno oggi in un tribunale di New York con i funzionari di Trump che vogliono la sua deportazione. Khalil, che è detenuto in un carcere ICE a Jena, in Louisiana, non sarà presente all’udienza. La CNN riferisce che gli avvocati dell’amministrazione Trump non riporteranno Khalil a New York senza un ordine del tribunale.

Martedì, almeno una dozzina di persone sono state arrestate a New York mentre centinaia manifestavano chiedendo il rilascio di Khalil. Le proteste in solidarietà con Khalil si sono diffuse nei campus di tutta la nazione.

“Gli studenti sono giustamente spaventati, e io sono spaventato, francamente, perché non solo la Casa Bianca di Trump sta decidendo di prendere di mira manifestanti pacifici a causa delle loro opinioni sulla guerra a Gaza e della complicità della nostra università nel finanziarla, ma sono aiutati dagli amministratori universitari di tutto il Paese” ha dichiarato Graeme Blair, professore di scienze politiche all’Università della California, Los Angeles, dove martedì sono radunate centinaia di persone.

 

 

 

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New York, manifestanti ebrei occupano la Trump Tower per chiedere il rilascio di Mahmoud Khalil

Giovedì 13 marzo a New York, la polizia ha arrestato un centinaio di manifestanti mentre il gruppo Jewish Voice for Peace teneva un importante sit-in di protesta all’interno della Trump Tower per chiedere il rilascio dell’attivista palestinese Mahmoud Khalil, recentemente laureato alla Columbia University. Tra gli arrestati ci sono anziani ebrei, discendenti di sopravvissuti all’Olocausto e studenti. I dimostranti indossavano magliette rosse con il messaggio “Gli ebrei dicono basta armi a Israele” mentre occupavano l’atrio del grattacielo di Manhattan.

“Sappiamo che i regimi fascisti ci provano, cercano di vedere se la gente si adegua, se la gente si arrende e permette loro di imporre questo tipo di attività illegale e antidemocratica. E noi crediamo che in momenti come questi sia importantissimo alzarsi in piedi per dire che non ce ne staremo con le mani in mano, che non ci adegueremo. Mai più” significa adesso. Mai più” significa per tutti. Quello che è successo a Mahmoud non sarebbe mai dovuto accadere, e non permetteremo che accada a nessun altro” ha dichiarato Nate Cohen, membro di Jewish Voice for Peace.

Sempre giovedì, il Council on American-Islamic Relations ha intentato una nuova causa per conto di Mahmoud Khalil e di altri studenti della Columbia contro la Columbia University e una commissione della Camera degli Stati Uniti per aver divulgato e richiesto i dati degli studenti. Un avvocato del CAIR ha dichiarato: “Nessuno studente dovrebbe temere che le proprie informazioni private vengano consegnate a politici che cercano di punire la difesa dei diritti umani dei palestinesi”.

 

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Quattordici membri del Congresso hanno firmato una lettera al Segretario per la Sicurezza Nazionale Kristi Noem per chiedere il rilascio del neolaureato della Columbia University Mahmoud Khalil, residente permanente negli Stati Uniti, arrestato dall’agenzia per il controllo dell’immigrazione (ICE) per aver contribuito a organizzare le proteste del campus in solidarietà con i palestinesi. I 14 legislatori, tutti democratici, hanno scritto: “I diritti costituzionali di Khalil sono stati violati. Gli è stato negato l’accesso a un avvocato e alla visita della sua famiglia. Questo è assolutamente inaccettabile – e illegale”.

Martedì, l’addetta stampa della Casa Bianca Karoline Leavitt ha sostenuto che il Segretario di Stato Marco Rubio gode di un’ampia autorità, in base alla legge sull’immigrazione e la naturalizzazione del 1952, risalente all’epoca della Guerra Fredda, per dichiarare qualcuno “deportabile”.

Saagar Enjeti: “L’amministrazione ritiene di dover accusare un titolare di green card di un crimine per poterlo espellere?”.

L’addetta stampa Karoline Leavitt: “In effetti, il Segretario Rubio si riserva il diritto di revocare il visto a Mahmoud Khalil”.

Gli avvocati di Khalil si confronteranno oggi in un tribunale di New York con i funzionari di Trump che vogliono la sua deportazione. Khalil, che è detenuto in un carcere ICE a Jena, in Louisiana, non sarà presente all’udienza. La CNN riferisce che gli avvocati dell’amministrazione Trump non riporteranno Khalil a New York senza un ordine del tribunale.

Martedì, almeno una dozzina di persone sono state arrestate a New York mentre centinaia manifestavano chiedendo il rilascio di Khalil. Le proteste in solidarietà con Khalil si sono diffuse nei campus di tutta la nazione.

“Gli studenti sono giustamente spaventati, e io sono spaventato, francamente, perché non solo la Casa Bianca di Trump sta decidendo di prendere di mira manifestanti pacifici a causa delle loro opinioni sulla guerra a Gaza e della complicità della nostra università nel finanziarla, ma sono aiutati dagli amministratori universitari di tutto il Paese” ha dichiarato Graeme Blair, professore di scienze politiche all’Università della California, Los Angeles, dove martedì sono radunate centinaia di persone.

 

 

 

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New York, manifestanti ebrei occupano la Trump Tower per chiedere il rilascio di Mahmoud Khalil

Giovedì 13 marzo a New York, la polizia ha arrestato un centinaio di manifestanti mentre il gruppo Jewish Voice for Peace teneva un importante sit-in di protesta all’interno della Trump Tower per chiedere il rilascio dell’attivista palestinese Mahmoud Khalil, recentemente laureato alla Columbia University. Tra gli arrestati ci sono anziani ebrei, discendenti di sopravvissuti all’Olocausto e studenti. I dimostranti indossavano magliette rosse con il messaggio “Gli ebrei dicono basta armi a Israele” mentre occupavano l’atrio del grattacielo di Manhattan.

“Sappiamo che i regimi fascisti ci provano, cercano di vedere se la gente si adegua, se la gente si arrende e permette loro di imporre questo tipo di attività illegale e antidemocratica. E noi crediamo che in momenti come questi sia importantissimo alzarsi in piedi per dire che non ce ne staremo con le mani in mano, che non ci adegueremo. Mai più” significa adesso. Mai più” significa per tutti. Quello che è successo a Mahmoud non sarebbe mai dovuto accadere, e non permetteremo che accada a nessun altro” ha dichiarato Nate Cohen, membro di Jewish Voice for Peace.

Sempre giovedì, il Council on American-Islamic Relations ha intentato una nuova causa per conto di Mahmoud Khalil e di altri studenti della Columbia contro la Columbia University e una commissione della Camera degli Stati Uniti per aver divulgato e richiesto i dati degli studenti. Un avvocato del CAIR ha dichiarato: “Nessuno studente dovrebbe temere che le proprie informazioni private vengano consegnate a politici che cercano di punire la difesa dei diritti umani dei palestinesi”.

 

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Quattordici membri del Congresso hanno firmato una lettera al Segretario per la Sicurezza Nazionale Kristi Noem per chiedere il rilascio del neolaureato della Columbia University Mahmoud Khalil, residente permanente negli Stati Uniti, arrestato dall’agenzia per il controllo dell’immigrazione (ICE) per aver contribuito a organizzare le proteste del campus in solidarietà con i palestinesi. I 14 legislatori, tutti democratici, hanno scritto: “I diritti costituzionali di Khalil sono stati violati. Gli è stato negato l’accesso a un avvocato e alla visita della sua famiglia. Questo è assolutamente inaccettabile – e illegale”.

Martedì, l’addetta stampa della Casa Bianca Karoline Leavitt ha sostenuto che il Segretario di Stato Marco Rubio gode di un’ampia autorità, in base alla legge sull’immigrazione e la naturalizzazione del 1952, risalente all’epoca della Guerra Fredda, per dichiarare qualcuno “deportabile”.

Saagar Enjeti: “L’amministrazione ritiene di dover accusare un titolare di green card di un crimine per poterlo espellere?”.

L’addetta stampa Karoline Leavitt: “In effetti, il Segretario Rubio si riserva il diritto di revocare il visto a Mahmoud Khalil”.

Gli avvocati di Khalil si confronteranno oggi in un tribunale di New York con i funzionari di Trump che vogliono la sua deportazione. Khalil, che è detenuto in un carcere ICE a Jena, in Louisiana, non sarà presente all’udienza. La CNN riferisce che gli avvocati dell’amministrazione Trump non riporteranno Khalil a New York senza un ordine del tribunale.

Martedì, almeno una dozzina di persone sono state arrestate a New York mentre centinaia manifestavano chiedendo il rilascio di Khalil. Le proteste in solidarietà con Khalil si sono diffuse nei campus di tutta la nazione.

“Gli studenti sono giustamente spaventati, e io sono spaventato, francamente, perché non solo la Casa Bianca di Trump sta decidendo di prendere di mira manifestanti pacifici a causa delle loro opinioni sulla guerra a Gaza e della complicità della nostra università nel finanziarla, ma sono aiutati dagli amministratori universitari di tutto il Paese” ha dichiarato Graeme Blair, professore di scienze politiche all’Università della California, Los Angeles, dove martedì sono radunate centinaia di persone.

 

 

 

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New York, manifestanti ebrei occupano la Trump Tower per chiedere il rilascio di Mahmoud Khalil

Giovedì 13 marzo a New York, la polizia ha arrestato un centinaio di manifestanti mentre il gruppo Jewish Voice for Peace teneva un importante sit-in di protesta all’interno della Trump Tower per chiedere il rilascio dell’attivista palestinese Mahmoud Khalil, recentemente laureato alla Columbia University. Tra gli arrestati ci sono anziani ebrei, discendenti di sopravvissuti all’Olocausto e studenti. I dimostranti indossavano magliette rosse con il messaggio “Gli ebrei dicono basta armi a Israele” mentre occupavano l’atrio del grattacielo di Manhattan.

“Sappiamo che i regimi fascisti ci provano, cercano di vedere se la gente si adegua, se la gente si arrende e permette loro di imporre questo tipo di attività illegale e antidemocratica. E noi crediamo che in momenti come questi sia importantissimo alzarsi in piedi per dire che non ce ne staremo con le mani in mano, che non ci adegueremo. Mai più” significa adesso. Mai più” significa per tutti. Quello che è successo a Mahmoud non sarebbe mai dovuto accadere, e non permetteremo che accada a nessun altro” ha dichiarato Nate Cohen, membro di Jewish Voice for Peace.

Sempre giovedì, il Council on American-Islamic Relations ha intentato una nuova causa per conto di Mahmoud Khalil e di altri studenti della Columbia contro la Columbia University e una commissione della Camera degli Stati Uniti per aver divulgato e richiesto i dati degli studenti. Un avvocato del CAIR ha dichiarato: “Nessuno studente dovrebbe temere che le proprie informazioni private vengano consegnate a politici che cercano di punire la difesa dei diritti umani dei palestinesi”.

 

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USA, 14 membri del Congresso chiedono il rilascio di Mahmoud Khalil dalla prigione dell’ICE

Quattordici membri del Congresso hanno firmato una lettera al Segretario per la Sicurezza Nazionale Kristi Noem per chiedere il rilascio del neolaureato della Columbia University Mahmoud Khalil, residente permanente negli Stati Uniti, arrestato dall’agenzia per il controllo dell’immigrazione (ICE) per aver contribuito a organizzare le proteste del campus in solidarietà con i palestinesi. I 14 legislatori, tutti democratici, hanno scritto: “I diritti costituzionali di Khalil sono stati violati. Gli è stato negato l’accesso a un avvocato e alla visita della sua famiglia. Questo è assolutamente inaccettabile – e illegale”.

Martedì, l’addetta stampa della Casa Bianca Karoline Leavitt ha sostenuto che il Segretario di Stato Marco Rubio gode di un’ampia autorità, in base alla legge sull’immigrazione e la naturalizzazione del 1952, risalente all’epoca della Guerra Fredda, per dichiarare qualcuno “deportabile”.

Saagar Enjeti: “L’amministrazione ritiene di dover accusare un titolare di green card di un crimine per poterlo espellere?”.

L’addetta stampa Karoline Leavitt: “In effetti, il Segretario Rubio si riserva il diritto di revocare il visto a Mahmoud Khalil”.

Gli avvocati di Khalil si confronteranno oggi in un tribunale di New York con i funzionari di Trump che vogliono la sua deportazione. Khalil, che è detenuto in un carcere ICE a Jena, in Louisiana, non sarà presente all’udienza. La CNN riferisce che gli avvocati dell’amministrazione Trump non riporteranno Khalil a New York senza un ordine del tribunale.

Martedì, almeno una dozzina di persone sono state arrestate a New York mentre centinaia manifestavano chiedendo il rilascio di Khalil. Le proteste in solidarietà con Khalil si sono diffuse nei campus di tutta la nazione.

“Gli studenti sono giustamente spaventati, e io sono spaventato, francamente, perché non solo la Casa Bianca di Trump sta decidendo di prendere di mira manifestanti pacifici a causa delle loro opinioni sulla guerra a Gaza e della complicità della nostra università nel finanziarla, ma sono aiutati dagli amministratori universitari di tutto il Paese” ha dichiarato Graeme Blair, professore di scienze politiche all’Università della California, Los Angeles, dove martedì sono radunate centinaia di persone.

 

 

 

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New York, manifestanti ebrei occupano la Trump Tower per chiedere il rilascio di Mahmoud Khalil

Giovedì 13 marzo a New York, la polizia ha arrestato un centinaio di manifestanti mentre il gruppo Jewish Voice for Peace teneva un importante sit-in di protesta all’interno della Trump Tower per chiedere il rilascio dell’attivista palestinese Mahmoud Khalil, recentemente laureato alla Columbia University. Tra gli arrestati ci sono anziani ebrei, discendenti di sopravvissuti all’Olocausto e studenti. I dimostranti indossavano magliette rosse con il messaggio “Gli ebrei dicono basta armi a Israele” mentre occupavano l’atrio del grattacielo di Manhattan.

“Sappiamo che i regimi fascisti ci provano, cercano di vedere se la gente si adegua, se la gente si arrende e permette loro di imporre questo tipo di attività illegale e antidemocratica. E noi crediamo che in momenti come questi sia importantissimo alzarsi in piedi per dire che non ce ne staremo con le mani in mano, che non ci adegueremo. Mai più” significa adesso. Mai più” significa per tutti. Quello che è successo a Mahmoud non sarebbe mai dovuto accadere, e non permetteremo che accada a nessun altro” ha dichiarato Nate Cohen, membro di Jewish Voice for Peace.

Sempre giovedì, il Council on American-Islamic Relations ha intentato una nuova causa per conto di Mahmoud Khalil e di altri studenti della Columbia contro la Columbia University e una commissione della Camera degli Stati Uniti per aver divulgato e richiesto i dati degli studenti. Un avvocato del CAIR ha dichiarato: “Nessuno studente dovrebbe temere che le proprie informazioni private vengano consegnate a politici che cercano di punire la difesa dei diritti umani dei palestinesi”.

 

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