Motori spaziali tra scienza e fantascienza?
Da quando l’Essere Umano ha sviluppato la tecnologia della movimentazione assistita, trasferendo la potenza del cavallo a sistemi meccanici indipendenti, la vita ha preso a scorrere più velocemente e la tecnologia ha fatto passi da gigante in maniera esponenziale.
Era “solo” il 1769 quando, grazie all’applicazione della macchina a vapore alla mobilità, il carro di Cugnot percorreva i primi metri.
In poco più di 200 anni stiamo ora percorrendo Unità Astronomiche (1.0 ua = 149.597.870.707 m) grazie a sistemi mobili impensabili all’epoca.
Mentre la mobilità terrestre di superficie sembra essere arrivata ormai al suo limite, ciò che accade sia in bassa atmosfera che, soprattutto, nello Spazio sta iniziando viceversa a cambiare nuovamente le prospettive espansionistiche del Genere Umano.
Ho già parlato, in un precedente articolo, delle nuove capacità esplorative ad appannaggio delle “Vele Solari”, ma anche altri sistemi di trasporto, equipaggiati da particolari ed innovativi sistemi propulsivi, spesso preannunciati dalla Fantascienza, si stanno concretizzando.
Motori a propulsione nucleare, al Plasma, agli ioni, elettrostatici sono all’orizzonte, sistemi che possono arrivare a “muovere” vere e proprie astronavi con una discreta efficienza una volta a regime.
Certo al momento non come quelle di Star Trek, ma potranno comunque garantire il trasporto di piccoli team di Astronauti per medie distanze.
Tra i vari lati positivi, vi sono tempistiche di percorrenza molto basse, per esempio si stima che con un motore al plasma si potrebbe arrivare a raggiungere Marte in circa 30 giorni di viaggio.
Siamo consapevoli che questo ridurrebbe le tempistiche, ma anche, cosa più importante, ridurrebbe ovviamente l’esposizione degli astronauti all’ambiente Cosmico molto dannoso alla salute Umana.
Quindi solo vantaggi?
Assolutamente no… il lancio iniziale in orbita avverrà con razzi che possiedono motori tradizionali a propellente solido, liquido o a gas metano (questi ultimi come i Raptor di che equipaggiano Starship di SpaceX), che possono sprigionare la potenza necessaria alla messa in orbita dei sistemi finali o di parti di essi.
Successivamente, dopo il necessario assemblaggio, dispiegamento (in caso di Vele Spaziali) o messa in orbita iniziale, il o i propulsori, di nuova generazione, verranno attivati.
Le motivazioni di questa scelta sono diverse:
- i nuovi motori al momento non sono così efficienti, da fornire la spinta necessaria a vincere la forza di Gravità ed a permettere la messa in orbita diretta, del Sistema Spaziale o di parti di esso, dalla base di lancio;
- a causa del precedente punto, i motori di nuova generazione, in base al tipo di veicolo da muovere, potrebbero richiedere “array” (serie) composte di diverse unità propulsive per raggiungere la necessaria efficienza propulsiva. Questo si tradurrebbe in dimensioni e massa, del mezzo, rilevanti risultando troppo pesanti per essere lanciati dalla superficie terrestre direttamente venendo per esempio assemblati un orbita;
- alcuni motori, quali quelli ad energia Nucleare ad esempio, potrebbero essere dannosi per gli esseri umani se utilizzati in atmosfera.
Questi sono solo alcuni degli esempi in attesa che il Motore a Curvatura, vagheggiato nella già menzionata saga Star Trek, possa in qualche modo vedere la luce.
Per quanto riguarda quest’ultimo, la sua caratteristica fantascientifica è quella di consentire, al possibile sistema spaziale, di viaggiare alla velocità della luce comprimendo lo spazio-tempo davanti alla nave e espandendolo sul retro della stessa (creando la cosiddetta “bolla di curvatura”).
Da una approfondita analisi eseguita da alcuni ricercatori in questi ultimi anni, non sembrerebbe essere comunque relegato alle pubblicazioni del genere letterario chiamato Sci-Fi (Fantascienza).
Un team, infatti, ha recentemente avanzato l’ipotesi che il salto alla velocità di curvatura possa essere effettuabile e senza dover violare le attuali leggi della fisica utilizzando, oltretutto, fonti energetiche conosciute e non “esoteriche”.
Questo rappresenterebbe una svolta significativa rispetto a qualsiasi degli attuali motori tradizionali o di nuova generazione visti in precedenza.
E quindi non resta che dire:
“All right Scotty! Get our warp power up to full capacity!”
(cit. capt. James T. Kirk – ‘Star Trek, The Original Series’).