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Turchia

Notizie dal Medio Oriente

Gaza

L’esercito israeliano è tornato a bombardare.
Sono stati uccisi tre poliziotti palestinesi mentre stavano organizzando il passaggio degli aiuti umanitari verso i campi di sfollati.
Un altro palestinese è spirato a Khan Younis in seguito alle pallottole sparate dai cecchini israeliani. 5 i feriti.

La protezione civile ha estratto da sotto le macerie 7 corpi, uccisi in bombardamenti precedenti.

Situazione umanitaria a Gaza

Gli ospedali di Gaza soffrono di una grave carenza di bombole di ossigeno.
I bombardamenti israeliani avevano mirato a distruggere tutte le 10 centrali di produzione. L’esercito israeliano sta impedendo l’ingresso delle unità di produzione di ossigeno, causando morte e sofferenza a migliaia di malati e di bambini prematuri.

Sono state bloccate le forniture di caravan e ridotto l’ingresso di camion carichi di tende.
Israele vuole ostacolare il ritorno dei palestinesi al nord di Gaza.

Cisgiordania

Deportazione della popolazione palestinese dei campi profughi di Jenin e Tulkarem.
Le operazioni militari israeliani contro le città e villaggi della Cisgiordania si estendono.
A el-Bira è stato ferito gravemente un bambino durante l’irruzione dei militari nella casa della sua famiglia. Sono 35 il numero totale degli arrestati durante i rastrellamenti di ieri.

Un gruppo di coloni ha invaso Duma e Aqraba, nella provincia di Nablus. Hanno sparato contro le finestre delle case per terrorizzare gli abitanti, distrutto auto e strutture agricole come serre e impianti per l’allevamento. Hanno rubato capi di bestiame. Poi si sono ritirati protetti dai soldati, che avevano assistito agli attacchi senza muovere un dito.

Trumpiate

Trattative per la seconda fase tra Hamas e Netanyahu ferme.
Il ricercato per crimini di guerra non intende avviare le trattative e sta ostacolando l’applicazione delle clausole del protocollo umanitario.
Ha detto ieri in un comizio che l’unica soluzione per la sicurezza di Israele è l’applicazione del piano Trump per la deportazione dei gazzawi.
“Ero a conoscenza del piano, prima della sua pubblicazione.
Con il presidente USA cambieremo il volto del Medio Oriente.
Non ci sarà posto per uno Stato palestinese”.

La visita del ministro degli esteri della Casa Bianca nella regione, iniziata da Tel Aviv, non promette bene per il futuro dei palestinesi.

Libano

Caccia israeliani hanno bombardato tre località libanesi del sud, uccidendo una donna.

La violazione della tregua è sistematica e non si annuncia imminente il ritiro israeliano, previsto dall’accordo entro il 18 febbraio.
La pressione militare israeliana è sostenuta dagli USA.

Il ministro degli esteri Rubio da Tel Aviv ha sollecitato il governo di Beirut a disarmare Hezbollah e ridurre l’influenza dell’Iran.

Il divieto, da parte del governo libanese, agli aerei civili iraniani di atterrare all’aeroporto di Beirut ha provocato scontri sulla strada di collegamento tra la capitale e lo scalo aereo.

Turchia-Kurdistan

Una delegazione del partito Dem è giunta ad Erbil, capoluogo del Kurdistan autonomo iracheno.
Gli esponenti del partito democratico dei popoli portano ai dirigenti curdi iracheni un messaggio di Ocalan per la soluzione della questione curda in Turchia.
Secondo diverse fonti, sarebbe imminente un’apparizione in video di Ocalan, dal suo carcere di Imrali, per lanciare un messaggio di pace.
Il ruolo dei due leader curdo-iracheni, Barzani e Talabani, è utile a causa dei loro buoni rapporti con Ankara.

Iraq e USA

Voci sempre più insistenti sostengono che il governo iracheno chiederà di prolungare la presenza militare USA per far fronte alle minacce possibili dalla Siria.
Non solo la rinascita dell’ISIS, ma lo stesso gruppo di potere a Damasco con i suoi trascorsi qaedisti potrebbe rappresentare un pericolo.
Fonti di Baghdad sottolineano che Al-Joulani, alias Ahmed Shara’, era il luogotenente del capo di Daiesh, Al-Baghdadi.

ANBAMED

Turchia: finalmente assolta l’esperta di medicina legale Şebnem Korur Fincancı

Il 20 febbraio Şebnem Korur Fincancı, una delle massime autorità turche in materia di medicina legale e assai nota nella comunità scientifica internazionale, è stata finalmente assolta dall’accusa di aver “denigrato lo stato turco”, reato punito dall’articolo 301 del codice penale.

Dopo un primo periodo di carcere trascorso durante lo scorso decennio per “propaganda terrorista” solo per aver espresso solidarietà nei confronti di un organo di stampa che aveva una linea editoriale critica nei confronti del governo, era stata arrestata il 26 ottobre 2022 dopo che in un’intervista all’estero aveva sollecitato un’indagine indipendente sul possibile uso, da parte dell’esercito turco, di armi chimiche durante un’offensiva in Iraq contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan, noto con l’acronimo Pkk.

Sebnem Korur Fincancı, presidente fino al giugno 2024 dell’Associazione dei medici della Turchia, è nel Comitato esecutivo della Fondazione per i diritti umani della Turchia, fa parte del Gruppo di esperti in medicina legale dell’International Rehabilitation Council for Victims of Torture ed è consulente di Physicians for Human Rights.

Nel corso della sua esperienza, ha esumato fosse comuni in Bosnia per conto delle Nazioni Unite e ha condotto indagini di medicina legale in Turchia e all’estero. Ha inoltre contribuito al Protocollo di Istanbul, lo standard internazionale di riferimento per le indagini di medicina legale sulla tortura.

Per il suo impegno ha ricevuto il premio Hrant Dink nel 2014, il premio di Physicians for Human Rights nel 2017 e il premio Hessian per la pace nel 2018.

Riccardo Noury

Report dai cortei di Roma e Milano per il Rojava

Sabato 15 febbraio i gruppi della FAI di Roma e Milano (assieme ad altre realtà anarchiche e libertarie come la Fas e l’Usi-Cit) hanno partecipato in maniera organizzata ai due cortei indetti dalle realtà curde in sostegno della rivoluzione sociale in Rojava. Di seguito alcuni resoconti e foto.

La redazione web

Roma. Difendere il Rojava.
Resoconto della manifestazione di sabato 15 febbraio 2025 “Verso la soluzione: libertà per Ocalan”
Il 15 febbraio è l’anniversario dell’arresto di A. Ocalan e, trascorsi 26 anni, anche quest’anno in Europa e in diverse parti del mondo, ci sono state mobilitazioni per chiederne la liberazione insieme ad altre migliaia di prigionieri e prigioniere politiche. In isolamento nell’isola di Imrali, in Turchia, è stato l’ispiratore del Confederalismo democratico una struttura sociale federalista e confederata, costruita e autogestita nel nord della Siria chiamata Rojava che ha tra i principi fondamentali l’autorganizzazione e l’autodifesa delle donne.
A Roma il percorso verso la manifestazione è cominciato nel mese di ottobre 2024 quando, con la caduta del regime di Assad in Siria, si è intensificato l’attacco dello Stato turco in quella regione. Nella nostra città c’è stato un intenso e partecipato dibattito che ha portato nel mese di dicembre ad una conferenza stampa, un’assemblea pubblica all’ Università la Sapienza “Siria, impedire il massacro dei civili”, un presidio in piazza Indipendenza, in prossimità dell’Ambasciata di Turchia con la parola d’ordine “Difendere il Rojava”. In coordinamento con tutte le realtà solidali partecipanti e collaboranti, poi, nel mese di gennaio, ci siamo ritrovati in un altro presidio in Piazza Campo dei Fiori, in prossimità dell’Ambasciata di Francia, per la ricorrenza dell’assassinio di tre attiviste da parte di un infiltrato del MIT ( sevizi segreti turchi) avvenuto nel Centro culturale curdo di Parigi nel 2013. Il percorso verso la giornata del 15 febbraio è proseguito con l’assemblea pubblica del 26 gennaio al Centro Sociale Forte Prenestino in occasione del decimo anniversario della liberazione della città di Kobane dall’ISIS del 2015.
L’appello a manifestare è stato intitolato Verso la soluzione: libertà per Ocalan e il corteo è stato indetto da Uiki (Ufficio informazione del Kurdistan in Italia), Rete Kurdistan Italia e il Centro socio culturale Ararat di Roma. In continuità con il dibattito e il coordinamento in rete, come Gruppo Anarchico C. Cafiero FAI Roma, abbiamo condiviso il percorso con tutte le realtà partecipanti in Rete Kurdistan Roma e Italia, Uiki (Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia) e il Centro culturale Ararat di Roma.
Ci siamo trovati in Piazza Ugo La Malfa e il corteo si è snodato fino al quartiere di Testaccio per finire al Campo Boario dove si trova il Centro culturale Ararat. Molti gli interventi al microfono, in ogni piazza incontrata ci si è fermati e sono state spiegate le ragioni di questa importante manifestazione. Hanno partecipato delegazioni di comitati e associazioni solidali conosciute provenienti da altre regioni Puglia, Sicilia, Calabria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Marche, Toscana, Umbria a fianco della comunità curda presente nel nostro paese.
Attivo nel dibattito e nelle mobilitazioni abbiamo condiviso lo striscione rossonero DIFENDERE IL ROJAVA. Una nostra compagna è intervenuta al microfono in piazza Albania. Per l’occasione il nostro gruppo ha accolto nel proprio spezzone la bandiera Mapuche e ha diffuso un volantino per la Campagna Dov’è Julia Chunil? luchadora mapuche scomparsa l’8 novembre in Cile.
Prima di recarci al corteo abbiamo esposto e fotografato lo striscione NO STATE NO NATION FEDERALISM REVOLUTION in prossimità dello Spazio Anarchico 19 Luglio a garbatella tra i lotti popolari in prossimità degli alberghetti. Il percorso verso la manifestazione si è arricchito nelle scorse settimane anche dal ritorno di una delegazione che si è recata a Kobane per la quale è stata organizzata una conferenza stampa. Circa un migliaio di manifestanti hanno partecipato al corteo di Roma di sabato 15 febbraio e negli interventi al microfono sono stati riportati anche stralci di testi portati al meeting del Tribunale dei Popoli che si è tenuto a Bruxelles il 5 e 6 febbraio scorso.

A cura del Gruppo Anarchico C. Cafiero FAI Roma

Qui il comunicato per il corteo del Cafiero

—————————————————————————————–

Sabato 15 febbraio come gruppo Bakunin di Roma&Lazio siamo scesə in piazza per esprimere la nostra solidarietà al popolo del Kurdistan, ricordando l’importanza della rivoluzione in Rojava e il modello di autogestione ispirato alle tesi anarchiche di Murray Bookchin. Con il nostro striscione “Né Dio, né Stato, né guerra: liberə tuttə in libera Terra”, bandiere anarchiche e antiautoritarie, abbiamo ribadito il nostro sostegno alla lotta contro ogni forma di oppressione, alla gineologia, all’ecofemminismo e all’anticapitalismo espresso dal confederalismo democratico.

Il corteo era colorato e variegato, con una discreta partecipazione ma con una forte presenza di realtà solidali e di compà che riconoscono nell’esperienza del Rojava un’alternativa concreta ai sistemi statali e capitalisti.

La piazza si è riempita di musica e di interventi contro la guerra, il patriarcato e l’imperialismo, riaffermando la necessità di una resistenza collettiva e internazionale.

La nostra presenza ha suscitato interesse e dialogo, con momenti di confronto sulle possibilità di costruire modelli di autogestione anche nei nostri territori.

Continueremo a lottare affinché la rivoluzione in Kurdistan non venga soffocata e affinché i suoi principi possano ispirare percorsi di liberazione ovunque.

Gruppo Anarchico “Bakunin”-FAI Roma e Lazio

Di seguito il comunicato del Bakunin

Per un mondo senza confini né oppressioni

Il 15 febbraio 2025 ricorre il 26° anniversario della cattura di Abdullah Öcalan, figura centrale del movimento curdo nella lotta per i diritti e l’autodeterminazione. La sua detenzione in isolamento sull’isola-prigione di Imrali rappresenta non solo un’ingiustizia verso un individuo, ma anche un simbolo della repressione sistematica che il popolo curdo subisce da secoli.
In Turchia, la politica di assimilazione forzata e la negazione dell’identità curda hanno portato a una repressione violenta e continua. Azioni belliche e bombardamenti nel sud-est del paese e nel nord della Siria mirano a soffocare qualsiasi forma di autonomia curda. Dal 2016, l’esercito turco ha condotto diverse operazioni di terra nel nord della Siria con l’obiettivo di indebolire le forze curde locali. In Siria, la recente caduta del regime di Bashar al-Assad e l’ascesa al potere del leader islamista Ahmed al-Shara hanno permesso alla Turchia di rafforzare la sua influenza nella regione, complicando ulteriormente la situazione per la popolazione curda.
Nonostante la repressione, nel Rojava, nel nord-est della Siria, è emerso un modello rivoluzionario basato sul Confederalismo Democratico, ispirato e influenzato dal pensiero di Murray Bookchin. Questo modello promuove una società senza Stato, fondata sull’autogoverno, l’ecologia sociale e parità di genere. La rivoluzione del Rojava rappresenta un esempio concreto di come le comunità possano organizzarsi in modo autonomo, superando le strutture gerarchiche e statali. L’adozione del Confederalismo Democratico ha portato a una trasformazione sociale profonda, con la creazione di comuni autogestite, cooperative economiche e assemblee popolari.
Un aspetto centrale della rivoluzione del Rojava è l’emancipazione delle donne attraverso l’ecofemminismo e la gineologia, con due figure di rappresentanza politica centrale, uno di sesso maschile e uno femminile di pari importanza, poteri e oneri sociali. In contrasto con le culture patriarcali e teocratiche prevalenti nella regione, le donne del Rojava partecipano attivamente a tutti i livelli decisionali, dalle assemblee locali alle forze di autodifesa. Questa esperienza offre un modello di libertà e uguaglianza che supera persino molte società occidentali, dove persistono patriarcato, nazionalismo, razzismo sistemico e ingerenze religiose nelle strutture pubbliche.
È importante ricordare che la solidarietà verso il popolo curdo ha spesso incontrato ostacoli anche in Occidente. Un esempio emblematico è il caso di Maria Edgarda Marcucci, che, dopo aver combattuto contro l’ISIS al fianco delle forze curde, è stata considerata “socialmente pericolosa” e sottoposta a sorveglianza speciale per due anni. Nel frattempo, governi occidentali continuano a intrattenere rapporti politici ed economici con regimi autoritari come quelli di Turchia e Siria.
Come gruppo anarchico Bakunin di Roma e Lazio, riconosciamo nel modello del Rojava un esempio vivente dei principi di autogestione, mutualismo e libertà che da sempre guidano le nostre lotte. La loro esperienza dimostra che è possibile costruire una società libera dalle catene dello Stato e del capitalismo, basata sulla cooperazione e sul rispetto reciproco. Per questi motivi, aderiamo con convinzione al corteo in solidarietà al popolo del Kurdistan, riconoscendo nella loro lotta una parte integrante della nostra stessa lotta per la libertà e l’emancipazione di tutti i popoli oppressi; invitiamo tuttə a partecipare al corteo del 15 febbraio 2025, per sostenere il popolo curdo e per affermare insieme i valori di libertà, giustizia e autodeterminazione.

Gruppo anarchico Mikhail Bakunin – FAI Roma&Lazio
gruppobakunin@federazioneanarchica.org

—————————————————————————–

MILANO

Ieri sabato 15 febbraio alcune migliaia di persone hanno voluto ribadire il sostegno alla RIVOLUZIONE DELLA ROJAVA,alla liberazione di Ocalan e la difesa delle conquiste del CONFEDERALISMO DEMOCRATICO. Un consistente spezzon RossoNero con tutlecomportamenti anarchiche e libertarie di Milano erano presenti alla manifestazione. La manifestazione è passata davanti al palazzo della RAI. Il corteo giustamente ha fatto dappa davanti a quello che agli occhi di tutti è ormai il” SERVIZIO PUBBLICO DI REGIME E DELLA DISINFORMAZIONE”. Davanti all’ingresso della RAI è stato posizionato un bellissimo striscione.

Poi il corteo ha continuato il percorso ed è arrivato a destinazione cioè davanti al Consolato Turco. Molti interventi contro il fascista Erdogan,in solidarietà con Ocalan,le stragi sionisti a Gaza e per il Confederalismo al nord della Siria e a sud della Turchia (Rojava e Bakur).

Anto Milano

Qui il volantino diffuso dalla FAI di Milano.

L'articolo Report dai cortei di Roma e Milano per il Rojava proviene da .

Report dai cortei di Roma e Milano per il Rojava

Sabato 15 febbraio i gruppi della FAI di Roma e Milano (assieme ad altre realtà anarchiche e libertarie come la Fas e l’Usi-Cit) hanno partecipato in maniera organizzata ai due cortei indetti dalle realtà curde in sostegno della rivoluzione sociale in Rojava. Di seguito alcuni resoconti e foto.

La redazione web

Roma. Difendere il Rojava.
Resoconto della manifestazione di sabato 15 febbraio 2025 “Verso la soluzione: libertà per Ocalan”
Il 15 febbraio è l’anniversario dell’arresto di A. Ocalan e, trascorsi 26 anni, anche quest’anno in Europa e in diverse parti del mondo, ci sono state mobilitazioni per chiederne la liberazione insieme ad altre migliaia di prigionieri e prigioniere politiche. In isolamento nell’isola di Imrali, in Turchia, è stato l’ispiratore del Confederalismo democratico una struttura sociale federalista e confederata, costruita e autogestita nel nord della Siria chiamata Rojava che ha tra i principi fondamentali l’autorganizzazione e l’autodifesa delle donne.
A Roma il percorso verso la manifestazione è cominciato nel mese di ottobre 2024 quando, con la caduta del regime di Assad in Siria, si è intensificato l’attacco dello Stato turco in quella regione. Nella nostra città c’è stato un intenso e partecipato dibattito che ha portato nel mese di dicembre ad una conferenza stampa, un’assemblea pubblica all’ Università la Sapienza “Siria, impedire il massacro dei civili”, un presidio in piazza Indipendenza, in prossimità dell’Ambasciata di Turchia con la parola d’ordine “Difendere il Rojava”. In coordinamento con tutte le realtà solidali partecipanti e collaboranti, poi, nel mese di gennaio, ci siamo ritrovati in un altro presidio in Piazza Campo dei Fiori, in prossimità dell’Ambasciata di Francia, per la ricorrenza dell’assassinio di tre attiviste da parte di un infiltrato del MIT ( sevizi segreti turchi) avvenuto nel Centro culturale curdo di Parigi nel 2013. Il percorso verso la giornata del 15 febbraio è proseguito con l’assemblea pubblica del 26 gennaio al Centro Sociale Forte Prenestino in occasione del decimo anniversario della liberazione della città di Kobane dall’ISIS del 2015.
L’appello a manifestare è stato intitolato Verso la soluzione: libertà per Ocalan e il corteo è stato indetto da Uiki (Ufficio informazione del Kurdistan in Italia), Rete Kurdistan Italia e il Centro socio culturale Ararat di Roma. In continuità con il dibattito e il coordinamento in rete, come Gruppo Anarchico C. Cafiero FAI Roma, abbiamo condiviso il percorso con tutte le realtà partecipanti in Rete Kurdistan Roma e Italia, Uiki (Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia) e il Centro culturale Ararat di Roma.
Ci siamo trovati in Piazza Ugo La Malfa e il corteo si è snodato fino al quartiere di Testaccio per finire al Campo Boario dove si trova il Centro culturale Ararat. Molti gli interventi al microfono, in ogni piazza incontrata ci si è fermati e sono state spiegate le ragioni di questa importante manifestazione. Hanno partecipato delegazioni di comitati e associazioni solidali conosciute provenienti da altre regioni Puglia, Sicilia, Calabria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Marche, Toscana, Umbria a fianco della comunità curda presente nel nostro paese.
Attivo nel dibattito e nelle mobilitazioni abbiamo condiviso lo striscione rossonero DIFENDERE IL ROJAVA. Una nostra compagna è intervenuta al microfono in piazza Albania. Per l’occasione il nostro gruppo ha accolto nel proprio spezzone la bandiera Mapuche e ha diffuso un volantino per la Campagna Dov’è Julia Chunil? luchadora mapuche scomparsa l’8 novembre in Cile.
Prima di recarci al corteo abbiamo esposto e fotografato lo striscione NO STATE NO NATION FEDERALISM REVOLUTION in prossimità dello Spazio Anarchico 19 Luglio a garbatella tra i lotti popolari in prossimità degli alberghetti. Il percorso verso la manifestazione si è arricchito nelle scorse settimane anche dal ritorno di una delegazione che si è recata a Kobane per la quale è stata organizzata una conferenza stampa. Circa un migliaio di manifestanti hanno partecipato al corteo di Roma di sabato 15 febbraio e negli interventi al microfono sono stati riportati anche stralci di testi portati al meeting del Tribunale dei Popoli che si è tenuto a Bruxelles il 5 e 6 febbraio scorso.

A cura del Gruppo Anarchico C. Cafiero FAI Roma

Qui il comunicato per il corteo del Cafiero

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Sabato 15 febbraio come gruppo Bakunin di Roma&Lazio siamo scesə in piazza per esprimere la nostra solidarietà al popolo del Kurdistan, ricordando l’importanza della rivoluzione in Rojava e il modello di autogestione ispirato alle tesi anarchiche di Murray Bookchin. Con il nostro striscione “Né Dio, né Stato, né guerra: liberə tuttə in libera Terra”, bandiere anarchiche e antiautoritarie, abbiamo ribadito il nostro sostegno alla lotta contro ogni forma di oppressione, alla gineologia, all’ecofemminismo e all’anticapitalismo espresso dal confederalismo democratico.

Il corteo era colorato e variegato, con una discreta partecipazione ma con una forte presenza di realtà solidali e di compà che riconoscono nell’esperienza del Rojava un’alternativa concreta ai sistemi statali e capitalisti.

La piazza si è riempita di musica e di interventi contro la guerra, il patriarcato e l’imperialismo, riaffermando la necessità di una resistenza collettiva e internazionale.

La nostra presenza ha suscitato interesse e dialogo, con momenti di confronto sulle possibilità di costruire modelli di autogestione anche nei nostri territori.

Continueremo a lottare affinché la rivoluzione in Kurdistan non venga soffocata e affinché i suoi principi possano ispirare percorsi di liberazione ovunque.

Gruppo Anarchico “Bakunin”-FAI Roma e Lazio

Di seguito il comunicato del Bakunin

Per un mondo senza confini né oppressioni

Il 15 febbraio 2025 ricorre il 26° anniversario della cattura di Abdullah Öcalan, figura centrale del movimento curdo nella lotta per i diritti e l’autodeterminazione. La sua detenzione in isolamento sull’isola-prigione di Imrali rappresenta non solo un’ingiustizia verso un individuo, ma anche un simbolo della repressione sistematica che il popolo curdo subisce da secoli.
In Turchia, la politica di assimilazione forzata e la negazione dell’identità curda hanno portato a una repressione violenta e continua. Azioni belliche e bombardamenti nel sud-est del paese e nel nord della Siria mirano a soffocare qualsiasi forma di autonomia curda. Dal 2016, l’esercito turco ha condotto diverse operazioni di terra nel nord della Siria con l’obiettivo di indebolire le forze curde locali. In Siria, la recente caduta del regime di Bashar al-Assad e l’ascesa al potere del leader islamista Ahmed al-Shara hanno permesso alla Turchia di rafforzare la sua influenza nella regione, complicando ulteriormente la situazione per la popolazione curda.
Nonostante la repressione, nel Rojava, nel nord-est della Siria, è emerso un modello rivoluzionario basato sul Confederalismo Democratico, ispirato e influenzato dal pensiero di Murray Bookchin. Questo modello promuove una società senza Stato, fondata sull’autogoverno, l’ecologia sociale e parità di genere. La rivoluzione del Rojava rappresenta un esempio concreto di come le comunità possano organizzarsi in modo autonomo, superando le strutture gerarchiche e statali. L’adozione del Confederalismo Democratico ha portato a una trasformazione sociale profonda, con la creazione di comuni autogestite, cooperative economiche e assemblee popolari.
Un aspetto centrale della rivoluzione del Rojava è l’emancipazione delle donne attraverso l’ecofemminismo e la gineologia, con due figure di rappresentanza politica centrale, uno di sesso maschile e uno femminile di pari importanza, poteri e oneri sociali. In contrasto con le culture patriarcali e teocratiche prevalenti nella regione, le donne del Rojava partecipano attivamente a tutti i livelli decisionali, dalle assemblee locali alle forze di autodifesa. Questa esperienza offre un modello di libertà e uguaglianza che supera persino molte società occidentali, dove persistono patriarcato, nazionalismo, razzismo sistemico e ingerenze religiose nelle strutture pubbliche.
È importante ricordare che la solidarietà verso il popolo curdo ha spesso incontrato ostacoli anche in Occidente. Un esempio emblematico è il caso di Maria Edgarda Marcucci, che, dopo aver combattuto contro l’ISIS al fianco delle forze curde, è stata considerata “socialmente pericolosa” e sottoposta a sorveglianza speciale per due anni. Nel frattempo, governi occidentali continuano a intrattenere rapporti politici ed economici con regimi autoritari come quelli di Turchia e Siria.
Come gruppo anarchico Bakunin di Roma e Lazio, riconosciamo nel modello del Rojava un esempio vivente dei principi di autogestione, mutualismo e libertà che da sempre guidano le nostre lotte. La loro esperienza dimostra che è possibile costruire una società libera dalle catene dello Stato e del capitalismo, basata sulla cooperazione e sul rispetto reciproco. Per questi motivi, aderiamo con convinzione al corteo in solidarietà al popolo del Kurdistan, riconoscendo nella loro lotta una parte integrante della nostra stessa lotta per la libertà e l’emancipazione di tutti i popoli oppressi; invitiamo tuttə a partecipare al corteo del 15 febbraio 2025, per sostenere il popolo curdo e per affermare insieme i valori di libertà, giustizia e autodeterminazione.

Gruppo anarchico Mikhail Bakunin – FAI Roma&Lazio
gruppobakunin@federazioneanarchica.org

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MILANO

Ieri sabato 15 febbraio alcune migliaia di persone hanno voluto ribadire il sostegno alla RIVOLUZIONE DELLA ROJAVA,alla liberazione di Ocalan e la difesa delle conquiste del CONFEDERALISMO DEMOCRATICO. Un consistente spezzon RossoNero con tutlecomportamenti anarchiche e libertarie di Milano erano presenti alla manifestazione. La manifestazione è passata davanti al palazzo della RAI. Il corteo giustamente ha fatto dappa davanti a quello che agli occhi di tutti è ormai il” SERVIZIO PUBBLICO DI REGIME E DELLA DISINFORMAZIONE”. Davanti all’ingresso della RAI è stato posizionato un bellissimo striscione.

Poi il corteo ha continuato il percorso ed è arrivato a destinazione cioè davanti al Consolato Turco. Molti interventi contro il fascista Erdogan,in solidarietà con Ocalan,le stragi sionisti a Gaza e per il Confederalismo al nord della Siria e a sud della Turchia (Rojava e Bakur).

Anto Milano

Qui il volantino diffuso dalla FAI di Milano.

L'articolo Report dai cortei di Roma e Milano per il Rojava proviene da .

Notizie dal Medio Oriente

Gaza

L’esercito israeliano è tornato a bombardare.
Sono stati uccisi tre poliziotti palestinesi mentre stavano organizzando il passaggio degli aiuti umanitari verso i campi di sfollati.
Un altro palestinese è spirato a Khan Younis in seguito alle pallottole sparate dai cecchini israeliani. 5 i feriti.

La protezione civile ha estratto da sotto le macerie 7 corpi, uccisi in bombardamenti precedenti.

Situazione umanitaria a Gaza

Gli ospedali di Gaza soffrono di una grave carenza di bombole di ossigeno.
I bombardamenti israeliani avevano mirato a distruggere tutte le 10 centrali di produzione. L’esercito israeliano sta impedendo l’ingresso delle unità di produzione di ossigeno, causando morte e sofferenza a migliaia di malati e di bambini prematuri.

Sono state bloccate le forniture di caravan e ridotto l’ingresso di camion carichi di tende.
Israele vuole ostacolare il ritorno dei palestinesi al nord di Gaza.

Cisgiordania

Deportazione della popolazione palestinese dei campi profughi di Jenin e Tulkarem.
Le operazioni militari israeliani contro le città e villaggi della Cisgiordania si estendono.
A el-Bira è stato ferito gravemente un bambino durante l’irruzione dei militari nella casa della sua famiglia. Sono 35 il numero totale degli arrestati durante i rastrellamenti di ieri.

Un gruppo di coloni ha invaso Duma e Aqraba, nella provincia di Nablus. Hanno sparato contro le finestre delle case per terrorizzare gli abitanti, distrutto auto e strutture agricole come serre e impianti per l’allevamento. Hanno rubato capi di bestiame. Poi si sono ritirati protetti dai soldati, che avevano assistito agli attacchi senza muovere un dito.

Trumpiate

Trattative per la seconda fase tra Hamas e Netanyahu ferme.
Il ricercato per crimini di guerra non intende avviare le trattative e sta ostacolando l’applicazione delle clausole del protocollo umanitario.
Ha detto ieri in un comizio che l’unica soluzione per la sicurezza di Israele è l’applicazione del piano Trump per la deportazione dei gazzawi.
“Ero a conoscenza del piano, prima della sua pubblicazione.
Con il presidente USA cambieremo il volto del Medio Oriente.
Non ci sarà posto per uno Stato palestinese”.

La visita del ministro degli esteri della Casa Bianca nella regione, iniziata da Tel Aviv, non promette bene per il futuro dei palestinesi.

Libano

Caccia israeliani hanno bombardato tre località libanesi del sud, uccidendo una donna.

La violazione della tregua è sistematica e non si annuncia imminente il ritiro israeliano, previsto dall’accordo entro il 18 febbraio.
La pressione militare israeliana è sostenuta dagli USA.

Il ministro degli esteri Rubio da Tel Aviv ha sollecitato il governo di Beirut a disarmare Hezbollah e ridurre l’influenza dell’Iran.

Il divieto, da parte del governo libanese, agli aerei civili iraniani di atterrare all’aeroporto di Beirut ha provocato scontri sulla strada di collegamento tra la capitale e lo scalo aereo.

Turchia-Kurdistan

Una delegazione del partito Dem è giunta ad Erbil, capoluogo del Kurdistan autonomo iracheno.
Gli esponenti del partito democratico dei popoli portano ai dirigenti curdi iracheni un messaggio di Ocalan per la soluzione della questione curda in Turchia.
Secondo diverse fonti, sarebbe imminente un’apparizione in video di Ocalan, dal suo carcere di Imrali, per lanciare un messaggio di pace.
Il ruolo dei due leader curdo-iracheni, Barzani e Talabani, è utile a causa dei loro buoni rapporti con Ankara.

Iraq e USA

Voci sempre più insistenti sostengono che il governo iracheno chiederà di prolungare la presenza militare USA per far fronte alle minacce possibili dalla Siria.
Non solo la rinascita dell’ISIS, ma lo stesso gruppo di potere a Damasco con i suoi trascorsi qaedisti potrebbe rappresentare un pericolo.
Fonti di Baghdad sottolineano che Al-Joulani, alias Ahmed Shara’, era il luogotenente del capo di Daiesh, Al-Baghdadi.

ANBAMED

Turchia: finalmente assolta l’esperta di medicina legale Şebnem Korur Fincancı

Il 20 febbraio Şebnem Korur Fincancı, una delle massime autorità turche in materia di medicina legale e assai nota nella comunità scientifica internazionale, è stata finalmente assolta dall’accusa di aver “denigrato lo stato turco”, reato punito dall’articolo 301 del codice penale.

Dopo un primo periodo di carcere trascorso durante lo scorso decennio per “propaganda terrorista” solo per aver espresso solidarietà nei confronti di un organo di stampa che aveva una linea editoriale critica nei confronti del governo, era stata arrestata il 26 ottobre 2022 dopo che in un’intervista all’estero aveva sollecitato un’indagine indipendente sul possibile uso, da parte dell’esercito turco, di armi chimiche durante un’offensiva in Iraq contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan, noto con l’acronimo Pkk.

Sebnem Korur Fincancı, presidente fino al giugno 2024 dell’Associazione dei medici della Turchia, è nel Comitato esecutivo della Fondazione per i diritti umani della Turchia, fa parte del Gruppo di esperti in medicina legale dell’International Rehabilitation Council for Victims of Torture ed è consulente di Physicians for Human Rights.

Nel corso della sua esperienza, ha esumato fosse comuni in Bosnia per conto delle Nazioni Unite e ha condotto indagini di medicina legale in Turchia e all’estero. Ha inoltre contribuito al Protocollo di Istanbul, lo standard internazionale di riferimento per le indagini di medicina legale sulla tortura.

Per il suo impegno ha ricevuto il premio Hrant Dink nel 2014, il premio di Physicians for Human Rights nel 2017 e il premio Hessian per la pace nel 2018.

Riccardo Noury

Report dai cortei di Roma e Milano per il Rojava

Sabato 15 febbraio i gruppi della FAI di Roma e Milano (assieme ad altre realtà anarchiche e libertarie come la Fas e l’Usi-Cit) hanno partecipato in maniera organizzata ai due cortei indetti dalle realtà curde in sostegno della rivoluzione sociale in Rojava. Di seguito alcuni resoconti e foto.

La redazione web

Roma. Difendere il Rojava.
Resoconto della manifestazione di sabato 15 febbraio 2025 “Verso la soluzione: libertà per Ocalan”
Il 15 febbraio è l’anniversario dell’arresto di A. Ocalan e, trascorsi 26 anni, anche quest’anno in Europa e in diverse parti del mondo, ci sono state mobilitazioni per chiederne la liberazione insieme ad altre migliaia di prigionieri e prigioniere politiche. In isolamento nell’isola di Imrali, in Turchia, è stato l’ispiratore del Confederalismo democratico una struttura sociale federalista e confederata, costruita e autogestita nel nord della Siria chiamata Rojava che ha tra i principi fondamentali l’autorganizzazione e l’autodifesa delle donne.
A Roma il percorso verso la manifestazione è cominciato nel mese di ottobre 2024 quando, con la caduta del regime di Assad in Siria, si è intensificato l’attacco dello Stato turco in quella regione. Nella nostra città c’è stato un intenso e partecipato dibattito che ha portato nel mese di dicembre ad una conferenza stampa, un’assemblea pubblica all’ Università la Sapienza “Siria, impedire il massacro dei civili”, un presidio in piazza Indipendenza, in prossimità dell’Ambasciata di Turchia con la parola d’ordine “Difendere il Rojava”. In coordinamento con tutte le realtà solidali partecipanti e collaboranti, poi, nel mese di gennaio, ci siamo ritrovati in un altro presidio in Piazza Campo dei Fiori, in prossimità dell’Ambasciata di Francia, per la ricorrenza dell’assassinio di tre attiviste da parte di un infiltrato del MIT ( sevizi segreti turchi) avvenuto nel Centro culturale curdo di Parigi nel 2013. Il percorso verso la giornata del 15 febbraio è proseguito con l’assemblea pubblica del 26 gennaio al Centro Sociale Forte Prenestino in occasione del decimo anniversario della liberazione della città di Kobane dall’ISIS del 2015.
L’appello a manifestare è stato intitolato Verso la soluzione: libertà per Ocalan e il corteo è stato indetto da Uiki (Ufficio informazione del Kurdistan in Italia), Rete Kurdistan Italia e il Centro socio culturale Ararat di Roma. In continuità con il dibattito e il coordinamento in rete, come Gruppo Anarchico C. Cafiero FAI Roma, abbiamo condiviso il percorso con tutte le realtà partecipanti in Rete Kurdistan Roma e Italia, Uiki (Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia) e il Centro culturale Ararat di Roma.
Ci siamo trovati in Piazza Ugo La Malfa e il corteo si è snodato fino al quartiere di Testaccio per finire al Campo Boario dove si trova il Centro culturale Ararat. Molti gli interventi al microfono, in ogni piazza incontrata ci si è fermati e sono state spiegate le ragioni di questa importante manifestazione. Hanno partecipato delegazioni di comitati e associazioni solidali conosciute provenienti da altre regioni Puglia, Sicilia, Calabria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Marche, Toscana, Umbria a fianco della comunità curda presente nel nostro paese.
Attivo nel dibattito e nelle mobilitazioni abbiamo condiviso lo striscione rossonero DIFENDERE IL ROJAVA. Una nostra compagna è intervenuta al microfono in piazza Albania. Per l’occasione il nostro gruppo ha accolto nel proprio spezzone la bandiera Mapuche e ha diffuso un volantino per la Campagna Dov’è Julia Chunil? luchadora mapuche scomparsa l’8 novembre in Cile.
Prima di recarci al corteo abbiamo esposto e fotografato lo striscione NO STATE NO NATION FEDERALISM REVOLUTION in prossimità dello Spazio Anarchico 19 Luglio a garbatella tra i lotti popolari in prossimità degli alberghetti. Il percorso verso la manifestazione si è arricchito nelle scorse settimane anche dal ritorno di una delegazione che si è recata a Kobane per la quale è stata organizzata una conferenza stampa. Circa un migliaio di manifestanti hanno partecipato al corteo di Roma di sabato 15 febbraio e negli interventi al microfono sono stati riportati anche stralci di testi portati al meeting del Tribunale dei Popoli che si è tenuto a Bruxelles il 5 e 6 febbraio scorso.

A cura del Gruppo Anarchico C. Cafiero FAI Roma

Qui il comunicato per il corteo del Cafiero

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Sabato 15 febbraio come gruppo Bakunin di Roma&Lazio siamo scesə in piazza per esprimere la nostra solidarietà al popolo del Kurdistan, ricordando l’importanza della rivoluzione in Rojava e il modello di autogestione ispirato alle tesi anarchiche di Murray Bookchin. Con il nostro striscione “Né Dio, né Stato, né guerra: liberə tuttə in libera Terra”, bandiere anarchiche e antiautoritarie, abbiamo ribadito il nostro sostegno alla lotta contro ogni forma di oppressione, alla gineologia, all’ecofemminismo e all’anticapitalismo espresso dal confederalismo democratico.

Il corteo era colorato e variegato, con una discreta partecipazione ma con una forte presenza di realtà solidali e di compà che riconoscono nell’esperienza del Rojava un’alternativa concreta ai sistemi statali e capitalisti.

La piazza si è riempita di musica e di interventi contro la guerra, il patriarcato e l’imperialismo, riaffermando la necessità di una resistenza collettiva e internazionale.

La nostra presenza ha suscitato interesse e dialogo, con momenti di confronto sulle possibilità di costruire modelli di autogestione anche nei nostri territori.

Continueremo a lottare affinché la rivoluzione in Kurdistan non venga soffocata e affinché i suoi principi possano ispirare percorsi di liberazione ovunque.

Gruppo Anarchico “Bakunin”-FAI Roma e Lazio

Di seguito il comunicato del Bakunin

Per un mondo senza confini né oppressioni

Il 15 febbraio 2025 ricorre il 26° anniversario della cattura di Abdullah Öcalan, figura centrale del movimento curdo nella lotta per i diritti e l’autodeterminazione. La sua detenzione in isolamento sull’isola-prigione di Imrali rappresenta non solo un’ingiustizia verso un individuo, ma anche un simbolo della repressione sistematica che il popolo curdo subisce da secoli.
In Turchia, la politica di assimilazione forzata e la negazione dell’identità curda hanno portato a una repressione violenta e continua. Azioni belliche e bombardamenti nel sud-est del paese e nel nord della Siria mirano a soffocare qualsiasi forma di autonomia curda. Dal 2016, l’esercito turco ha condotto diverse operazioni di terra nel nord della Siria con l’obiettivo di indebolire le forze curde locali. In Siria, la recente caduta del regime di Bashar al-Assad e l’ascesa al potere del leader islamista Ahmed al-Shara hanno permesso alla Turchia di rafforzare la sua influenza nella regione, complicando ulteriormente la situazione per la popolazione curda.
Nonostante la repressione, nel Rojava, nel nord-est della Siria, è emerso un modello rivoluzionario basato sul Confederalismo Democratico, ispirato e influenzato dal pensiero di Murray Bookchin. Questo modello promuove una società senza Stato, fondata sull’autogoverno, l’ecologia sociale e parità di genere. La rivoluzione del Rojava rappresenta un esempio concreto di come le comunità possano organizzarsi in modo autonomo, superando le strutture gerarchiche e statali. L’adozione del Confederalismo Democratico ha portato a una trasformazione sociale profonda, con la creazione di comuni autogestite, cooperative economiche e assemblee popolari.
Un aspetto centrale della rivoluzione del Rojava è l’emancipazione delle donne attraverso l’ecofemminismo e la gineologia, con due figure di rappresentanza politica centrale, uno di sesso maschile e uno femminile di pari importanza, poteri e oneri sociali. In contrasto con le culture patriarcali e teocratiche prevalenti nella regione, le donne del Rojava partecipano attivamente a tutti i livelli decisionali, dalle assemblee locali alle forze di autodifesa. Questa esperienza offre un modello di libertà e uguaglianza che supera persino molte società occidentali, dove persistono patriarcato, nazionalismo, razzismo sistemico e ingerenze religiose nelle strutture pubbliche.
È importante ricordare che la solidarietà verso il popolo curdo ha spesso incontrato ostacoli anche in Occidente. Un esempio emblematico è il caso di Maria Edgarda Marcucci, che, dopo aver combattuto contro l’ISIS al fianco delle forze curde, è stata considerata “socialmente pericolosa” e sottoposta a sorveglianza speciale per due anni. Nel frattempo, governi occidentali continuano a intrattenere rapporti politici ed economici con regimi autoritari come quelli di Turchia e Siria.
Come gruppo anarchico Bakunin di Roma e Lazio, riconosciamo nel modello del Rojava un esempio vivente dei principi di autogestione, mutualismo e libertà che da sempre guidano le nostre lotte. La loro esperienza dimostra che è possibile costruire una società libera dalle catene dello Stato e del capitalismo, basata sulla cooperazione e sul rispetto reciproco. Per questi motivi, aderiamo con convinzione al corteo in solidarietà al popolo del Kurdistan, riconoscendo nella loro lotta una parte integrante della nostra stessa lotta per la libertà e l’emancipazione di tutti i popoli oppressi; invitiamo tuttə a partecipare al corteo del 15 febbraio 2025, per sostenere il popolo curdo e per affermare insieme i valori di libertà, giustizia e autodeterminazione.

Gruppo anarchico Mikhail Bakunin – FAI Roma&Lazio
gruppobakunin@federazioneanarchica.org

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MILANO

Ieri sabato 15 febbraio alcune migliaia di persone hanno voluto ribadire il sostegno alla RIVOLUZIONE DELLA ROJAVA,alla liberazione di Ocalan e la difesa delle conquiste del CONFEDERALISMO DEMOCRATICO. Un consistente spezzon RossoNero con tutlecomportamenti anarchiche e libertarie di Milano erano presenti alla manifestazione. La manifestazione è passata davanti al palazzo della RAI. Il corteo giustamente ha fatto dappa davanti a quello che agli occhi di tutti è ormai il” SERVIZIO PUBBLICO DI REGIME E DELLA DISINFORMAZIONE”. Davanti all’ingresso della RAI è stato posizionato un bellissimo striscione.

Poi il corteo ha continuato il percorso ed è arrivato a destinazione cioè davanti al Consolato Turco. Molti interventi contro il fascista Erdogan,in solidarietà con Ocalan,le stragi sionisti a Gaza e per il Confederalismo al nord della Siria e a sud della Turchia (Rojava e Bakur).

Anto Milano

Qui il volantino diffuso dalla FAI di Milano.

L'articolo Report dai cortei di Roma e Milano per il Rojava proviene da .

Notizie dal Medio Oriente

Gaza

L’esercito israeliano è tornato a bombardare.
Sono stati uccisi tre poliziotti palestinesi mentre stavano organizzando il passaggio degli aiuti umanitari verso i campi di sfollati.
Un altro palestinese è spirato a Khan Younis in seguito alle pallottole sparate dai cecchini israeliani. 5 i feriti.

La protezione civile ha estratto da sotto le macerie 7 corpi, uccisi in bombardamenti precedenti.

Situazione umanitaria a Gaza

Gli ospedali di Gaza soffrono di una grave carenza di bombole di ossigeno.
I bombardamenti israeliani avevano mirato a distruggere tutte le 10 centrali di produzione. L’esercito israeliano sta impedendo l’ingresso delle unità di produzione di ossigeno, causando morte e sofferenza a migliaia di malati e di bambini prematuri.

Sono state bloccate le forniture di caravan e ridotto l’ingresso di camion carichi di tende.
Israele vuole ostacolare il ritorno dei palestinesi al nord di Gaza.

Cisgiordania

Deportazione della popolazione palestinese dei campi profughi di Jenin e Tulkarem.
Le operazioni militari israeliani contro le città e villaggi della Cisgiordania si estendono.
A el-Bira è stato ferito gravemente un bambino durante l’irruzione dei militari nella casa della sua famiglia. Sono 35 il numero totale degli arrestati durante i rastrellamenti di ieri.

Un gruppo di coloni ha invaso Duma e Aqraba, nella provincia di Nablus. Hanno sparato contro le finestre delle case per terrorizzare gli abitanti, distrutto auto e strutture agricole come serre e impianti per l’allevamento. Hanno rubato capi di bestiame. Poi si sono ritirati protetti dai soldati, che avevano assistito agli attacchi senza muovere un dito.

Trumpiate

Trattative per la seconda fase tra Hamas e Netanyahu ferme.
Il ricercato per crimini di guerra non intende avviare le trattative e sta ostacolando l’applicazione delle clausole del protocollo umanitario.
Ha detto ieri in un comizio che l’unica soluzione per la sicurezza di Israele è l’applicazione del piano Trump per la deportazione dei gazzawi.
“Ero a conoscenza del piano, prima della sua pubblicazione.
Con il presidente USA cambieremo il volto del Medio Oriente.
Non ci sarà posto per uno Stato palestinese”.

La visita del ministro degli esteri della Casa Bianca nella regione, iniziata da Tel Aviv, non promette bene per il futuro dei palestinesi.

Libano

Caccia israeliani hanno bombardato tre località libanesi del sud, uccidendo una donna.

La violazione della tregua è sistematica e non si annuncia imminente il ritiro israeliano, previsto dall’accordo entro il 18 febbraio.
La pressione militare israeliana è sostenuta dagli USA.

Il ministro degli esteri Rubio da Tel Aviv ha sollecitato il governo di Beirut a disarmare Hezbollah e ridurre l’influenza dell’Iran.

Il divieto, da parte del governo libanese, agli aerei civili iraniani di atterrare all’aeroporto di Beirut ha provocato scontri sulla strada di collegamento tra la capitale e lo scalo aereo.

Turchia-Kurdistan

Una delegazione del partito Dem è giunta ad Erbil, capoluogo del Kurdistan autonomo iracheno.
Gli esponenti del partito democratico dei popoli portano ai dirigenti curdi iracheni un messaggio di Ocalan per la soluzione della questione curda in Turchia.
Secondo diverse fonti, sarebbe imminente un’apparizione in video di Ocalan, dal suo carcere di Imrali, per lanciare un messaggio di pace.
Il ruolo dei due leader curdo-iracheni, Barzani e Talabani, è utile a causa dei loro buoni rapporti con Ankara.

Iraq e USA

Voci sempre più insistenti sostengono che il governo iracheno chiederà di prolungare la presenza militare USA per far fronte alle minacce possibili dalla Siria.
Non solo la rinascita dell’ISIS, ma lo stesso gruppo di potere a Damasco con i suoi trascorsi qaedisti potrebbe rappresentare un pericolo.
Fonti di Baghdad sottolineano che Al-Joulani, alias Ahmed Shara’, era il luogotenente del capo di Daiesh, Al-Baghdadi.

ANBAMED

Turchia: finalmente assolta l’esperta di medicina legale Şebnem Korur Fincancı

Il 20 febbraio Şebnem Korur Fincancı, una delle massime autorità turche in materia di medicina legale e assai nota nella comunità scientifica internazionale, è stata finalmente assolta dall’accusa di aver “denigrato lo stato turco”, reato punito dall’articolo 301 del codice penale.

Dopo un primo periodo di carcere trascorso durante lo scorso decennio per “propaganda terrorista” solo per aver espresso solidarietà nei confronti di un organo di stampa che aveva una linea editoriale critica nei confronti del governo, era stata arrestata il 26 ottobre 2022 dopo che in un’intervista all’estero aveva sollecitato un’indagine indipendente sul possibile uso, da parte dell’esercito turco, di armi chimiche durante un’offensiva in Iraq contro il Partito dei lavoratori del Kurdistan, noto con l’acronimo Pkk.

Sebnem Korur Fincancı, presidente fino al giugno 2024 dell’Associazione dei medici della Turchia, è nel Comitato esecutivo della Fondazione per i diritti umani della Turchia, fa parte del Gruppo di esperti in medicina legale dell’International Rehabilitation Council for Victims of Torture ed è consulente di Physicians for Human Rights.

Nel corso della sua esperienza, ha esumato fosse comuni in Bosnia per conto delle Nazioni Unite e ha condotto indagini di medicina legale in Turchia e all’estero. Ha inoltre contribuito al Protocollo di Istanbul, lo standard internazionale di riferimento per le indagini di medicina legale sulla tortura.

Per il suo impegno ha ricevuto il premio Hrant Dink nel 2014, il premio di Physicians for Human Rights nel 2017 e il premio Hessian per la pace nel 2018.

Riccardo Noury

Report dai cortei di Roma e Milano per il Rojava

Sabato 15 febbraio i gruppi della FAI di Roma e Milano (assieme ad altre realtà anarchiche e libertarie come la Fas e l’Usi-Cit) hanno partecipato in maniera organizzata ai due cortei indetti dalle realtà curde in sostegno della rivoluzione sociale in Rojava. Di seguito alcuni resoconti e foto.

La redazione web

Roma. Difendere il Rojava.
Resoconto della manifestazione di sabato 15 febbraio 2025 “Verso la soluzione: libertà per Ocalan”
Il 15 febbraio è l’anniversario dell’arresto di A. Ocalan e, trascorsi 26 anni, anche quest’anno in Europa e in diverse parti del mondo, ci sono state mobilitazioni per chiederne la liberazione insieme ad altre migliaia di prigionieri e prigioniere politiche. In isolamento nell’isola di Imrali, in Turchia, è stato l’ispiratore del Confederalismo democratico una struttura sociale federalista e confederata, costruita e autogestita nel nord della Siria chiamata Rojava che ha tra i principi fondamentali l’autorganizzazione e l’autodifesa delle donne.
A Roma il percorso verso la manifestazione è cominciato nel mese di ottobre 2024 quando, con la caduta del regime di Assad in Siria, si è intensificato l’attacco dello Stato turco in quella regione. Nella nostra città c’è stato un intenso e partecipato dibattito che ha portato nel mese di dicembre ad una conferenza stampa, un’assemblea pubblica all’ Università la Sapienza “Siria, impedire il massacro dei civili”, un presidio in piazza Indipendenza, in prossimità dell’Ambasciata di Turchia con la parola d’ordine “Difendere il Rojava”. In coordinamento con tutte le realtà solidali partecipanti e collaboranti, poi, nel mese di gennaio, ci siamo ritrovati in un altro presidio in Piazza Campo dei Fiori, in prossimità dell’Ambasciata di Francia, per la ricorrenza dell’assassinio di tre attiviste da parte di un infiltrato del MIT ( sevizi segreti turchi) avvenuto nel Centro culturale curdo di Parigi nel 2013. Il percorso verso la giornata del 15 febbraio è proseguito con l’assemblea pubblica del 26 gennaio al Centro Sociale Forte Prenestino in occasione del decimo anniversario della liberazione della città di Kobane dall’ISIS del 2015.
L’appello a manifestare è stato intitolato Verso la soluzione: libertà per Ocalan e il corteo è stato indetto da Uiki (Ufficio informazione del Kurdistan in Italia), Rete Kurdistan Italia e il Centro socio culturale Ararat di Roma. In continuità con il dibattito e il coordinamento in rete, come Gruppo Anarchico C. Cafiero FAI Roma, abbiamo condiviso il percorso con tutte le realtà partecipanti in Rete Kurdistan Roma e Italia, Uiki (Ufficio Informazione del Kurdistan in Italia) e il Centro culturale Ararat di Roma.
Ci siamo trovati in Piazza Ugo La Malfa e il corteo si è snodato fino al quartiere di Testaccio per finire al Campo Boario dove si trova il Centro culturale Ararat. Molti gli interventi al microfono, in ogni piazza incontrata ci si è fermati e sono state spiegate le ragioni di questa importante manifestazione. Hanno partecipato delegazioni di comitati e associazioni solidali conosciute provenienti da altre regioni Puglia, Sicilia, Calabria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Marche, Toscana, Umbria a fianco della comunità curda presente nel nostro paese.
Attivo nel dibattito e nelle mobilitazioni abbiamo condiviso lo striscione rossonero DIFENDERE IL ROJAVA. Una nostra compagna è intervenuta al microfono in piazza Albania. Per l’occasione il nostro gruppo ha accolto nel proprio spezzone la bandiera Mapuche e ha diffuso un volantino per la Campagna Dov’è Julia Chunil? luchadora mapuche scomparsa l’8 novembre in Cile.
Prima di recarci al corteo abbiamo esposto e fotografato lo striscione NO STATE NO NATION FEDERALISM REVOLUTION in prossimità dello Spazio Anarchico 19 Luglio a garbatella tra i lotti popolari in prossimità degli alberghetti. Il percorso verso la manifestazione si è arricchito nelle scorse settimane anche dal ritorno di una delegazione che si è recata a Kobane per la quale è stata organizzata una conferenza stampa. Circa un migliaio di manifestanti hanno partecipato al corteo di Roma di sabato 15 febbraio e negli interventi al microfono sono stati riportati anche stralci di testi portati al meeting del Tribunale dei Popoli che si è tenuto a Bruxelles il 5 e 6 febbraio scorso.

A cura del Gruppo Anarchico C. Cafiero FAI Roma

Qui il comunicato per il corteo del Cafiero

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Sabato 15 febbraio come gruppo Bakunin di Roma&Lazio siamo scesə in piazza per esprimere la nostra solidarietà al popolo del Kurdistan, ricordando l’importanza della rivoluzione in Rojava e il modello di autogestione ispirato alle tesi anarchiche di Murray Bookchin. Con il nostro striscione “Né Dio, né Stato, né guerra: liberə tuttə in libera Terra”, bandiere anarchiche e antiautoritarie, abbiamo ribadito il nostro sostegno alla lotta contro ogni forma di oppressione, alla gineologia, all’ecofemminismo e all’anticapitalismo espresso dal confederalismo democratico.

Il corteo era colorato e variegato, con una discreta partecipazione ma con una forte presenza di realtà solidali e di compà che riconoscono nell’esperienza del Rojava un’alternativa concreta ai sistemi statali e capitalisti.

La piazza si è riempita di musica e di interventi contro la guerra, il patriarcato e l’imperialismo, riaffermando la necessità di una resistenza collettiva e internazionale.

La nostra presenza ha suscitato interesse e dialogo, con momenti di confronto sulle possibilità di costruire modelli di autogestione anche nei nostri territori.

Continueremo a lottare affinché la rivoluzione in Kurdistan non venga soffocata e affinché i suoi principi possano ispirare percorsi di liberazione ovunque.

Gruppo Anarchico “Bakunin”-FAI Roma e Lazio

Di seguito il comunicato del Bakunin

Per un mondo senza confini né oppressioni

Il 15 febbraio 2025 ricorre il 26° anniversario della cattura di Abdullah Öcalan, figura centrale del movimento curdo nella lotta per i diritti e l’autodeterminazione. La sua detenzione in isolamento sull’isola-prigione di Imrali rappresenta non solo un’ingiustizia verso un individuo, ma anche un simbolo della repressione sistematica che il popolo curdo subisce da secoli.
In Turchia, la politica di assimilazione forzata e la negazione dell’identità curda hanno portato a una repressione violenta e continua. Azioni belliche e bombardamenti nel sud-est del paese e nel nord della Siria mirano a soffocare qualsiasi forma di autonomia curda. Dal 2016, l’esercito turco ha condotto diverse operazioni di terra nel nord della Siria con l’obiettivo di indebolire le forze curde locali. In Siria, la recente caduta del regime di Bashar al-Assad e l’ascesa al potere del leader islamista Ahmed al-Shara hanno permesso alla Turchia di rafforzare la sua influenza nella regione, complicando ulteriormente la situazione per la popolazione curda.
Nonostante la repressione, nel Rojava, nel nord-est della Siria, è emerso un modello rivoluzionario basato sul Confederalismo Democratico, ispirato e influenzato dal pensiero di Murray Bookchin. Questo modello promuove una società senza Stato, fondata sull’autogoverno, l’ecologia sociale e parità di genere. La rivoluzione del Rojava rappresenta un esempio concreto di come le comunità possano organizzarsi in modo autonomo, superando le strutture gerarchiche e statali. L’adozione del Confederalismo Democratico ha portato a una trasformazione sociale profonda, con la creazione di comuni autogestite, cooperative economiche e assemblee popolari.
Un aspetto centrale della rivoluzione del Rojava è l’emancipazione delle donne attraverso l’ecofemminismo e la gineologia, con due figure di rappresentanza politica centrale, uno di sesso maschile e uno femminile di pari importanza, poteri e oneri sociali. In contrasto con le culture patriarcali e teocratiche prevalenti nella regione, le donne del Rojava partecipano attivamente a tutti i livelli decisionali, dalle assemblee locali alle forze di autodifesa. Questa esperienza offre un modello di libertà e uguaglianza che supera persino molte società occidentali, dove persistono patriarcato, nazionalismo, razzismo sistemico e ingerenze religiose nelle strutture pubbliche.
È importante ricordare che la solidarietà verso il popolo curdo ha spesso incontrato ostacoli anche in Occidente. Un esempio emblematico è il caso di Maria Edgarda Marcucci, che, dopo aver combattuto contro l’ISIS al fianco delle forze curde, è stata considerata “socialmente pericolosa” e sottoposta a sorveglianza speciale per due anni. Nel frattempo, governi occidentali continuano a intrattenere rapporti politici ed economici con regimi autoritari come quelli di Turchia e Siria.
Come gruppo anarchico Bakunin di Roma e Lazio, riconosciamo nel modello del Rojava un esempio vivente dei principi di autogestione, mutualismo e libertà che da sempre guidano le nostre lotte. La loro esperienza dimostra che è possibile costruire una società libera dalle catene dello Stato e del capitalismo, basata sulla cooperazione e sul rispetto reciproco. Per questi motivi, aderiamo con convinzione al corteo in solidarietà al popolo del Kurdistan, riconoscendo nella loro lotta una parte integrante della nostra stessa lotta per la libertà e l’emancipazione di tutti i popoli oppressi; invitiamo tuttə a partecipare al corteo del 15 febbraio 2025, per sostenere il popolo curdo e per affermare insieme i valori di libertà, giustizia e autodeterminazione.

Gruppo anarchico Mikhail Bakunin – FAI Roma&Lazio
gruppobakunin@federazioneanarchica.org

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MILANO

Ieri sabato 15 febbraio alcune migliaia di persone hanno voluto ribadire il sostegno alla RIVOLUZIONE DELLA ROJAVA,alla liberazione di Ocalan e la difesa delle conquiste del CONFEDERALISMO DEMOCRATICO. Un consistente spezzon RossoNero con tutlecomportamenti anarchiche e libertarie di Milano erano presenti alla manifestazione. La manifestazione è passata davanti al palazzo della RAI. Il corteo giustamente ha fatto dappa davanti a quello che agli occhi di tutti è ormai il” SERVIZIO PUBBLICO DI REGIME E DELLA DISINFORMAZIONE”. Davanti all’ingresso della RAI è stato posizionato un bellissimo striscione.

Poi il corteo ha continuato il percorso ed è arrivato a destinazione cioè davanti al Consolato Turco. Molti interventi contro il fascista Erdogan,in solidarietà con Ocalan,le stragi sionisti a Gaza e per il Confederalismo al nord della Siria e a sud della Turchia (Rojava e Bakur).

Anto Milano

Qui il volantino diffuso dalla FAI di Milano.

L'articolo Report dai cortei di Roma e Milano per il Rojava proviene da .