Treni ad idrogeno e greenwashing, Europa Verde: «Resta un progetto insostenibile»
Rovato. «Il futuro dei trasporti su rotaia della nostra Regione e dell’intero Paese passa attraverso lo sviluppo della combustione a idrogeno. Si tratta di un progetto ambizioso che da tempo la Lega sta seguendo e che adesso diventa realtà. Il primo treno a idrogeno italiano è stato sperimentato giovedì mattina in provincia di Brescia, a Rovato». Così ha dichiarato pochi giorni fa il consigliere regionale leghista Floriano Massardi, presidente della commissione Agricoltura, montagna e foreste, aggiungendo «Grazie alla lungimiranza del ministro Salvini, che ha messo a disposizione ingenti risorse economiche del Governo, e di Regione Lombardia, da tempo impegnata in una vera e fattiva transizione ecologica verso la produzione di idrogeno verde, il nuovo treno è già realtà». «L’aspetto interessante», prosegue il consigliere del Carroccio, «è che il ricorso al combustibile elettrico presenta due grandi vantaggi: non impatta sull’ambiente ma anzi lo preserva e soprattutto non necessita di particolari infrastrutture, consentendo di mantenere operative quelle già esistenti. L’indotto economico che questa scelta produrrà sull’economia locale e nell’ambito turistico sarà consistente».
Secondo Massardi: «Questo è il vero ambientalismo, e non il discutibile e finto ecologismo di certa parte politica e dell’Unione Europea. Negli ultimi anni la nostra Regione ha investito 1,7 miliardi di euro per 214 nuovi treni che daranno forte slancio al settore ed entro il prossimo anno la Lombardia potrà contare su una flotta totalmente rinnovata. Regione Lombardia a guida Fontana e la Lega al Governo ancora una volta si muovono con fatti concreti, esclusivamente nella tutela dell’ambiente, dei nostri territori e dei nostri cittadini», conclude Massardi.
Eppure i dati dicono ben altro e non si capisce con quale cognizione di causa si possa definire “sostenibile” il treno ad idrogeno. Secondo l’ex sindaco di Brescia Emilio Del Bono – ora vicepresidente del Consiglio Regionale Lombardo – il progetto prevede spese da capogiro senza aumentare la frequenza dei convogli. “Un treno all’ora nella fascia di punta, i fondi andavano usati per migliorare il servizio”. La critica principale è il mancato incremento della frequenza dei treni, a fronte di un investimento di 400 milioni di euro, ma non solo: “il costo di esercizio oggi è di 3 milioni di euro all’anno, ma salirà a 24,4 milioni all’anno. Questi numeri non sono ragionevoli e soprattutto non spostano i pendolari dall’auto al trasporto pubblico”, commentano dalla sede del Pd provinciale a ridosso dell’inaugurazione. “Il treno a idrogeno è il più grande investimento effettuato dalla Regione, ma la linea resta incredibilmente sottoutilizzata”.
Vi è inoltre un problema economico e pratico. «L’arrivo dei convogli a idrogeno al deposito di Rovato è stato accolto con incomprensibile giubilo e festa da parte delle autorità locali, ma i cittadini bresciani hanno ben poco da festeggiare» – ha afferma Paola Pollini, consigliera regionale M5s: «E’ importante che si sappia che i convogli non sono arrivati perché siano messi in servizio a breve ma sono arrivati solo per essere parcheggiati per quasi un anno e mezzo, visto che la messa in funzione è prevista per giugno 2026, come da delibera regionale, e considerando le possibili quanto certe problematiche che puntualmente si verificano su appalti di questo genere, l’attesa non può far altro che aumentare». «Oggi – evidenzia Pollini – si festeggia per tenere fermi, per almeno un anno e mezzo, dei convogli che, oltre a essere costati 180 milioni di euro per la precisione, non miglioreranno in alcun modo il servizio già oggi presente. Questo è in realtà il motivo principale per il quale l’arrivo di questi treni deve essere visto come una sciagura per il lago d’Iseo e la val Camonica e non certo un vanto perché lo sperpero di denari pubblici è ormai compiuto e difficilmente arrestabile».
«E’ ormai certificato che con l’arrivo dei treni ad idrogeno non aumenterà il numero delle corse, non migliorerà la puntualità e non aumenterà il numero di utenti trasportati. – sottolinea la consigliera pentastellata – Nulla di tutto questo è previsto a fronte di un investimento complessivo che sfonderà i 360 milioni di euro. Chi ne gioverà? Non certo i pendolari che ogni giorno sono costretti a subire disservizi e disagi per una rete ferroviaria anteguerra. La sperimentazione del treno a idrogeno in val Camonica è solo una costosissima scommessa giocata sulla pelle dei cittadini i quali ne usciranno sempre e comunque perdenti. Eppure la soluzione alternativa ai treni diesel e all’idrogeno c’era ed è la soluzione che in gergo si chiama ad “isole di catenaria” con alimentazione mista batteria/elettrico».
Vi è poi il problema ambientale. Il Progetto H2iseO è nato con il fine di rendere la Valcamonica “la prima Hydrogen Valley d’Italia”, prevedendo non solo l’introduzione dei treni a idrogeno lungo la linea non elettrificata Brescia-Iseo-Edolo, ma anche la realizzazione di tre impianti di produzione, stoccaggio e distribuzione di idrogeno a Brescia, Iseo ed Edolo. Con l’obiettivo di contribuire alla decarbonizzazione del trasporto pubblico locale, l’iniziativa – secondo i promotori – segnerebbe un passo fondamentale verso la trasformazione energetica del territorio e lo sviluppo di una filiera industriale dell’idrogeno in Lombardia. Ma a quanto pare questa è semplicemente l’ennesima operazione di marketing della “green economy” che nulla ha di sostenibile se non a parole, inaugurando l’ennesima operazione di greenwashing.
«L’ennesima presentazione del treno ad Idrogeno da parte di Regione Lombardia, di Fnm, di Trenord e di Alstom serve per gettare nuovo fumo negli occhi all’opinione pubblica. Il tentativo è quello di far apparire la “pomposa” decarbonizzazione della Valle Camonica come un miglioramento delle condizioni dell’aria».
Lo afferma Dario Balotta referente Europa Verde Brescia. «Il 4 ottobre 2023 il treno ad Idrogeno era già stato presentato in pompa magna all’interno di Expo Ferroviaria a Milano. Da allora, in più occasioni, è stato annunciato il suo arrivo ma non ne sono mai stati descritti i vantaggi perchè il costo dell’energia prodotta dall’idrogeno è quattro volte superiore a quella dell’energia idro-elettrica. Non solo l’idrogeno prodotto non sarà “verde” ma “grigio” perchè verrà prodotto con l’inquinante combustione di metano o biometano si Snam e A2A e una minore efficienza energetica. Le preoccupazioni delle popolazione di Edolo, Iseo e Brescia, vicine ai centri di produzione dell’idrogeno, non sono ancora state fugate da nessuno, visto che il tema della sicurezza non è ancora stato normato dal Ministero dei Trasporti e dell’Interno».
«Attualmente – continua Balotta – corrono le spese e i disagi e Trenord è al collasso tecnico date le soppressioni e i continui e numerosi ritardi dei treni. La linea verrà chiusa per lavori di sistemazione delle gallerie da Marone a Edolo, per 6 mesi. FNM aveva escluso la più economica e più ragionevole elettrificazione della linea, adducendo che l’intervento avrebbe comportato lunghi lavori sulla linea. Un pretesto che si sta rivelando non vero. Anzichè elettrificare la tratta, dove l’energia idro-elettrica abbonda, si preferisce produrre l’idrogeno (grigio) con il metano di Snam e A2A. Resta anche da spiegare come mai si spendano quasi 400 milioni di euro tra treni e potenziamenti della linea per avere gli stessi tempi di percorrenza e lo stesso numero di treni giornalieri e purtroppo gli stessi ritardi se non cambia il metodo di gestione».
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