Verità per la morte di Navalny
Russia, Amnesty International:
“A un anno di distanza, chiediamo verità e assunzione di responsabilità per la morte di Navalny”
In occasione del primo anniversario della morte in carcere dell’oppositore politico e prigioniero di coscienza russo Aleksei Navalny, la segretaria generale di Amnesty International Agnès Callamard ha dichiarato:
“È passato un anno da quando Aleksei Navalny, prigioniero di coscienza e voce instancabile contro la corruzione e la repressione, ha perso la vita in una delle prigioni più remote della Russia.
Questa data è un’occasione per ricordare a Putin che le domande sulla sua morte non finiranno e che la richiesta di assunzione di responsabilità resta più forte che mai.
Il Cremlino sbaglia a pensare che il ricordo di Navalny svanirà e che si possa evitare un’indagine approfondita sulla sua morte.
L’unico modo per far emergere la verità è un’inchiesta condotta da esperti internazionali indipendenti e imparziali.
Il mondo non deve esigere niente di meno”.
“Navalny ha incarnato coraggio e resilienza.
Con il suo impegno ha portato speranza e unito migliaia di persone che hanno osato opporsi ai soprusi di potere e alle violazioni dei diritti umani.
Ha sfidato uno status quo caratterizzato dalla repressione e dalla sistematica messa a tacere degli oppositori politici e delle minoranze”.
“Lo stato russo non è riuscito a scalfire Navalny con la detenzione ingiusta, la tortura e l’isolamento ripetuto.
Nemmeno la sua morte ha cancellato il suo lascito di resistenza, che continua a ispirare chi crede in un futuro migliore.
Onoriamo la sua memoria restando al fianco di tutte le persone che, nonostante la crescente repressione, continuano a battersi per la verità, la giustizia e la libertà”.
“Tra queste persone ci sono Antonina Favorskaya, Sergei Karelin, Konstantin Gabov e Artyom Kriger, che rischiano il carcere con l’accusa di ‘partecipazione a un’associazione estremista’ per il loro lavoro nei progetti giornalistici e di informazione fondati da Navalny.
La loro resilienza rappresenta i valori per cui Aleksei ha lottato.
Siamo indignati per la condanna a otto anni inflitta a Daniel Kholodny per le stesse accuse arbitrarie di ‘estremismo’, per il solo fatto di aver lavorato come direttore informatico di uno dei canali di informazione di Navalny”.
“Condanniamo con fermezza anche la persecuzione giudiziaria degli avvocati di Navalny – Aleksei Lipster, Vadim Kobzev e Igor Sergunin – in carcere a loro volta con accuse di ‘estremismo’ semplicemente per aver difeso il loro cliente.
Amnesty International ne chiede l’immediata e incondizionata scarcerazione e invita la comunità internazionale a intensificare la pressione sul governo russo affinché ponga fine a questi e altri procedimenti giudiziari di matrice politica”.