E’ una festa antica risalente al periodo pre – islamico, che trae origine dall’antica religione Zoroastriana; infatti è citata anche nel libro sacro di quella religione.
Il 21 marzo, Nawroz viene festeggiato intensamente nell’ Asia centrale e nel Medio Oriente, cioè in Kurdistan, Iran, Afghanistan, e in alcuni paesi europei, come Albania e Georgia. Nawroz letteralmente significa nuovo giorno e da lì partono anche il calendario persiano, afghano e kurdo: l’anno 2025 equivale al 1404 del calendario persiano e afghano e al 2725 del calendario kurdo.
Il significato di Nawroz e del suo festeggiamento varia e perciò la festa viene celebrata in diversi modi, secondo la tradizione, la cultura e la storia di un determinato territorio e della sua popolazione. Per esempio in Albania il 21 marzo si indossano dei braccialetti colorati che proteggono dai raggi solari; quando si vede la prima rondine uno se lo deve togliere e appendere su un albero e diventa il segno della fortuna se la rondine porta via il braccialetto.
Oltre al significato di essere il primo giorno di primavera, il giorno della luce, della rinascita, che ridà vita alla natura, il 21 marzo ha un altro significato per il popolo kurdo, cioè di pace, libertà e democrazia, valori fondamentali di ogni società, che attualmente, purtroppo, sono a rischio. Nawroz è la festa più importante per i kurdi ed è diventato il simbolo della loro causa; per questo i kurdi festeggiano Nawroz anche nel contesto pesante di persecuzione sotto i regimi che occupano il Kurdistan. La modalità più significativa di festeggiarlo per i kurdi è quello di accendere falò la sera nelle piazze e sulle colline, che sono il simbolo della stagione della luce, della primavera, della fine della dittatura e della vittoria. Ogni 21 marzo le famiglie si riuniscono, vanno in campagna a festeggiare con abiti e cibi tradizionali, ballando e cantando la canzone più famosa di Nawroz.
Il popolo kurdo si rifà alla leggenda, secondo la quale il fabbro Kawa sconfisse il tiranno Dehaq, ponendo così fine a secoli di oppressione.
Di seguito una fiaba tradizionale Kurda e una poesia pubblicate nella prima pubblicazione bilingue “Il Kurdistan con gli occhi dei bambini” con la collaborazione del Comune di Venezia nel 2023
-Leggenda: KAWA IL FABBRO
TANTO TEMPO FA, un terribile re si ammalò gravemente, di un tumore alla spalla.
Chiamò a se tutti i medici di corte che, dopo essersi riuniti in consiglio, gli dissero che per curarsi avrebbe dovuto mettere ogni giorno il cervello di due giovani sulla parte malata.
Il re comandò allora di sacrificare ogni giorno due giovani kurdi per usare il loro cervello per la cura.
La popolazione visse con paura i terribili anni del regno di questo tiranno. I giovani abitanti del regno erano quasi in via di estinzione quando un padre d nome Kawa, che di mestiere faceva il fabbro e che aveva già sacrificato sei de sette figli, organizzò una rivolta contro il re tiranno chiamando in suo aiuto tutta la popolazione della zona.
Tutti gli abitanti kurdi del regno occuparono allora il palazzo ed uccisero il Re, così tutta la popolazione si salvò.
Kawa andò sulla montagna e accese il fuoco per avvisare tutte le campagne e i villaggi vicini della vittoria.
Kawa usò il fuoco come simbolo della vittoria.
Da questo giorno la popolazione kurda festeggia il NAWROZ, il capodanno kurdo.
-NAWROZ
Oggi è il primo giorno del nuovo anno Che torna,
E un’antica festa kurda Che ritorna con gioia.
Ecco il sole che sorge Dalle vette dei monti della patria.
E’ il sangue dei martiri che Si riflette nell’aurora.
Non vale la pena piangere i martiri,
Perché quelli che vivono nel cuore del popolo non muoiono mai.
Il giorno nuovo mise il rogo nel cuore ed incoraggiò i giovani ad andare verso la morte.
Il vento di primavera risvegliò la terra e gli occhi innamorati del narciso si aprirono.
Del Poeta Piramerd
Gulala Salih, UDIK
Unione Donne Italiane e Kurde (UDIK)