Presentazione il 4 marzo 2024 del libro di Gianmarco Pisa “Le porte dell’arte”. I musei come luoghi della cultura tra educazione basata negli spazi e costruzione della pace
Nella sede romana dell’associazione Energia per i Diritti Umani, nel cuore del quartiere San Lorenzo, si è tenuta la presentazione del nuovo libro di Gianmarco Pisa, operatore dei Corpi Civili di Pace e attivo in azioni di pace nei Balcani, in particolare in Kosovo. L’incontro dal titolo ‘Costruire pace e diritti attraverso l’arte e la cultura’ si è tenuto all’interno della Biblioteca della Nonviolenza, inaugurata nell’ottobre del 2024. Questo spazio ospita il club del libro, che organizza dibattiti e incontri con autori provenienti da diverse realtà, focalizzandosi sui temi della pace e della nonviolenza.
Il libro presentato, Le porte dell’arte. I musei come luoghi della cultura tra educazione basata negli spazi e costruzione della pace, edito da Multimage in un’edizione bilingue italiano-inglese, affronta il ruolo degli spazi pubblici nella costruzione della pace e delle memorie collettive. A discuterne con l’autore sono stati Caterina Pignotti e Matteo Palombi, dottorandi in Peace Studies all’Università La Sapienza di Roma, insieme all’artista romano Alessandro Calizza, attivo a livello internazionale e legato al territorio di San Lorenzo.
Il dibattito ha approfondito il tema della pace come fenomeno che si radica nei luoghi e nelle relazioni che essi generano, contrapponendosi alla tendenza contemporanea a ridurre gli spazi pubblici a dei “non-luoghi”, svuotati di significato comunitario e relegati a funzioni meramente economiche o transitorie.
L’autore ha sottolineato come l’educazione basata negli spazi possa rappresentare un dispositivo di elaborazione delle memorie collettive, restituendo ai luoghi il loro valore simbolico e sociale e trasformandoli in catalizzatori di partecipazione attiva. In questa prospettiva, i musei per la pace non devono essere intesi come meri contenitori del passato, ma come strumenti dinamici di inclusione e di costruzione democratica, spazi in cui il patrimonio culturale diventa agente di una pace positiva, fondata sulla tutela dei diritti umani e sulla giustizia sociale.
L’incontro si è chiuso con una riflessione sul ruolo della cultura nei processi di trasformazione sociale: le memorie collettive e il patrimonio culturale non possono restare entità statiche, cristallizzate in una dimensione museale chiusa e autoreferenziale. Al contrario, essi devono tornare a essere parte integrante del tessuto comunitario, stimolando nuove forme di interazione e consapevolezza civile. I luoghi della cultura, se adeguatamente ripensati, possono divenire laboratori di cittadinanza attiva, spazi in cui la dimensione estetica e simbolica si traduce in azione politica e partecipazione sociale.