Dopo oltre tre anni il Marocco ha scarcerato un attivista uiguro ricercato dalla Cina
“Mi hanno portato in prigione, glielo hanno chiesto i cinesi. Fate presto perché vogliono mandarmi in Cina”.
Sono le uniche parole che Idris Hasan, un ingegnere informatico uiguro di 34 anni e padre di tre figli, riuscì a dire alla moglie Zaynura in una brevissima telefonata dalla prigione di Tiflet, in Marocco, dove era stato portato il 19 luglio 2021.
Hasan aveva lasciato la Repubblica autonoma uigura dello Xinjiang dieci anni prima e viveva in esilio in Turchia, dove aveva ottenuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Per rispondere a quel grido disperato, “fate presto”, è stato necessario attendere 43 mesi. Tanti ce ne sono voluti – nonostante addirittura l’Interpol avesse già nell’agosto del 2021 annullato il mandato di cattura – prima che le organizzazioni per i diritti umani, Amnesty International in testa, riuscissero a convincere le autorità marocchine a rinunciare a estradare Hasan in Cina, dove l’equazione uiguro=terrorista avrebbe significato una persecuzione certa.
Il 14 febbraio 2025, dopo essere stato rimesso in libertà, Hasan è volato negli Usa.