Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Roma inizia il percorso di eventi e iniziative in vista del prossimo 25 aprile, 80° anniversario della Liberazione d’Italia dal nazifascismo. Ci apprestiamo a celebrare il giorno in cui si ricorda l’insurrezione vittoriosa delle formazioni partigiane nelle città del nord Italia, che restituì dignità alla nazione dopo 20 anni di dittatura fascista. Il 25 aprile rappresenta la libertà e l’indipendenza nazionale, la riscossa del popolo italiano contro l’oppressione e la tirannia, la conquista della democrazia, della Repubblica, della Costituzione. Forti della nostra storia, che parte dalle antifasciste e dagli antifascisti che hanno vissuto il carcere, il confino, la deportazione, l’esilio, la clandestinità e nel ricordo di Antonio Gramsci, Don Minzoni, Piero Gobetti, Giacomo Matteotti, Carlo e Nello Rosselli, e di quanti persero la vita sotto il fascismo. Nell’esempio delle partigiane e dei partigiani e di quei ragazzi delle forze Alleate che da lontano vennero a morire per la nostra libertà. Con il coraggio e la determinazione di quelle straordinarie donne, prime fra tutte le gappiste romane, che in guerra diventarono l’incubo di nazisti e fascisti e che con le loro audaci azioni di guerriglia dimostrarono come la futura società antifascista avrebbe visto protagonista l’altra metà del cielo fino a quel momento relegata ai suoi margini. Il nostro pensiero nell’80° della Liberazione va anche a Ciro Principessa, Ivo Zini, Walter Rossi, Roberto Scialabba, Valerio Verbano, il giudice Mario Amato e Renato Biagetti, vittime della violenza neofascista.
Con alle spalle e al nostro fianco questa gloriosa storia e la sua memoria, in vista del 25 aprile saremo nelle piazze e nelle strade di Roma e provincia con le nostre bandiere, in ogni momento in cui ci si impegni per la difesa e l’ampliamento dei diritti, per le libertà e per la giustizia sociale.
Il nostro Paese vive un momento storico difficile e complesso, caratterizzato dalla presenza di forze politiche oggi al suo governo che nel loro retroterra culturale non hanno la storia e il cammino antifascista dei partiti che fondarono la Repubblica. La crescita delle disuguaglianze, l’emergere di nuove povertà, l’attacco ai poteri dello Stato e ai principi cardine della Costituzione nonché ai diritti sindacali tra cui quello di sciopero, la propaganda razzista, xenofoba e omofoba che si accompagna ad una persistenza e all’acuirsi della cultura patriarcale nei mezzi di comunicazione e in molti settori della società, l’impostazione repressiva delle politiche sulla sicurezza, i tentativi di revisionismo storico, la politica bellicista che continua a vedere l’invio di armi nei territori di guerra, l’attacco ai diritti del lavoro e la politica migratoria basata sull’ingiustizia e la discriminazione, sono la conferma che oggi più che mai occorre essere vigili e presenti, impegnati e costantemente mobilitati, per la difesa e l’applicazione della Costituzione nata dalla Resistenza e la lotta contro vecchi e nuovi fascismi, contro qualsivoglia involuzione conservatrice o autoritaria della società. Questa situazione si innesta nel momento in cui nel Paese si registra una bassissima partecipazione democratica, di cui il grande astensionismo è il più evidente campanello d’allarme, che rappresenta un rischio per la stessa tenuta democratica della Repubblica. A tal proposito i prossimi referendum sui diritti sociali e civili, che vedono il nostro sostegno, saranno un importante banco di prova.
Saremo inoltre in ogni piazza e in ogni luogo dove le parole dell’articolo 11 della Costituzione siano la bussola per guidare l’azione politica e istituzionale. Quella del ripudio della guerra è una bussola fondamentale nel mondo di oggi, che vive una stagione tragica, dove i governi di alcuni Paesi prediligono una politica di potenza a scapito delle popolazioni e della loro autodeterminazione, calpestando i diritti fondamentali delle persone e delle nazioni, rendendosi colpevoli di crimini ed efferatezze e puntando a costruire un assetto geopolitico che nulla ha a che vedere con le libertà e la giustizia in quanto basato sulla legge del più forte piuttosto che sul rispetto e la cooperazione tra gli Stati, in un contesto generale che vede il progressivo indebolimento degli organismi di garanzia e coordinamento internazionale. Ciò che abbiamo visto a Gaza e in Cisgiordania nei mesi scorsi è quanto di più esecrabile stia accadendo. Il massacro di una popolazione e la volontà di conquista e di appropriazione di quei territori da parte del governo israeliano riteniamo sia inaccettabile così come riteniamo inaccettabile l’uccisione di innocenti cittadini israeliani. Per questo siamo fortemente impegnati nella solidarietà al popolo palestinese e nella fondamentale battaglia per il riconoscimento dello Stato di Palestina, condizione imprescindibile e necessaria per la risoluzione del conflitto mediorientale e per l’affermazione della pace e della giustizia. Due popoli e due Stati, questa la nostra storica posizione, ognuno dei due in pace ed in sicurezza. In altre aree del globo, nei diversi continenti e soprattutto in paesi poveri, prima fra tutti l’Ucraina, continua la guerra. Le armi ancora hanno la meglio sulla diplomazia, migliaia e migliaia di persone continuano a morire. La guerra iniziata nel 2014 in Donbass contro le popolazioni locali che ha visto il mancato rispetto degli accordi di Minsk e successivamente espansa nel 2022 con l’invasione da parte della Federazione Russa del territorio ucraino è ancora in corso, e si svolge alle porte d’Europa. Quella stessa Europa che 80 anni fa vide sconfiggere il nazifascismo e che tentò di costruire solide fondamenta di pace e cooperazione per il futuro. Oggi invece assistiamo ad una politica, anche continentale, che alimenta il fragore delle armi, che non dialoga, che innalza muri invece che costruire ponti. Noi veniamo dalla Resistenza e dall’antifascismo così come veniamo da quel grande movimento dei Partigiani per la Pace che nei primi anni del dopoguerra si mobilitò per il disarmo e contro ogni risoluzione armata dei conflitti. Siamo convinti come lo erano allora i protagonisti della Guerra di Liberazione che solo una politica di Pace e disarmo possa dar vita ad un sistema di sicurezza basato sulla libertà, sull’amicizia tra le nazioni e sull’autodeterminazione dei popoli.
Con questo scenario nazionale ed internazionale ci prepariamo a celebrare l’80° della Liberazione, che
costruiremo su tutto il territorio della provincia di Roma.
Impegniamo le nostre strutture territoriali della città di Roma a lavorare da subito con i municipi di
riferimento per la costruzione di un percorso condiviso e partecipato che abbia come obiettivo la
partecipazione anche dell’Istituzione locale al tradizionale corteo romano della mattina e l’organizzazione di iniziative e celebrazioni nel territorio nel pomeriggio operando per il massimo coinvolgimento delle realtà antifasciste locali e della popolazione. Impegniamo le sezioni dei Comuni della provincia ad intraprendere da subito la mobilitazione per il massimo coinvolgimento della società civile, dei sindacati, delle Associazioni, dei partiti, dei movimenti e ad agire, ove possibile, in concerto con le Istituzioni comunali, al fine di avviare percorsi condivisi e partecipati in ogni territorio e di realizzare iniziative e celebrazioni del 25 aprile ben strutturate e di ampio respiro popolare. Auspichiamo che, come ogni anno, anche in altre zone della città di Roma si costruiscano mobilitazioni antifasciste, così da rendere partecipi le cittadine e i cittadini dal centro alla periferia.
La città di Roma, Medaglia d’Oro al Valor Militare per la Guerra di Liberazione, vedrà ancora una volta una grande manifestazione unitaria e plurale che come ogni anno inizierà rendendo omaggio ai Martiri delle Fosse Ardeatine e poi di fronte al monumento ai valori futuribili della Resistenza di Largo B. Bompiani partirà in corteo per arrivare a Porta San Paolo, luogo simbolo dell’inizio della Guerra di Liberazione dove la popolazione, le organizzazioni antifasciste e le Forze Armate diedero inizio alla riscossa del popolo italiano e riscattarono l’onore della Patria infangato dai fascisti e calpestato dai nazisti.
Riteniamo infine importante che tutte le antifasciste e tutti gli antifascisti, che tutte le organizzazioni
democratiche e che si riconoscono nei valori della Resistenza e della Costituzione siano con noi e con le nostre Associazioni sorelle, insieme alle Istituzioni comunali e municipali, a ricordare i Caduti partigiani e, nel loro nome e col loro esempio, ribadire l’impegno nelle lotte e nelle battaglie di oggi.
Compagne e compagni, amiche ed amici, il 25 aprile Festa della Liberazione ci vedrà ancora tutte unite e tutti uniti, guidati dai medaglieri partigiani, dai vessilli della Guerra di Liberazione, dalle bandiere della Resistenza, per la costruzione di un mondo migliore, basato sulla Pace, sulla Libertà, sulla Giustizia Sociale.