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Criminalità organizzata

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano gli autori minorenni

E’ in atto una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari consumati nel nostro Paese, con un calo del 33%, passando da 475 eventi del 2015 a 319 del 2024, con un decremento del 6% registrato tra il 2023 (340 eventi) e il 2024 (319). Una flessione ancora maggiore si rileva negli omicidi che riguardano contesti di criminalità di tipo mafioso, in decremento del 72% (da 53 a 15). È quanto si evince dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024. “Un trend in costante decremento, si legge nel report, che fa registrare il valore più basso nel 2020 (anno caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da Covid19), seguono una fase di incremento nel triennio successivo e una nuova decisa decrescita nell’ultimo anno (2024), con 319 casi a fronte dei 340 dell’anno precedente.”

Si tratta dl un trend confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito UE, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il Report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento, come l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.

Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%. Per quanto riguarda gli autori, gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi e la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra 18 e 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, è dell’11%  a fronte del 4% dell’anno precedente. Gli omicidi del biennio 2023-2024 risultano essersi verificati, nella maggior parte dei casi, al culmine di una lite degenerata; nel 2024, in particolare, ciò è avvenuto nel 49% dei casi, a fronte del 45% del 2023. Gli omicidi in cui, invece, l’autore risulta aver agito per motivi passionali, si attestano, per il 2024, al 5%, in diminuzione rispetto al 2023, in cui avevano rappresentato l’11% del totale. Per quanto attiene al c.d. modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023. Seguono le aggressioni (45 omicidi nel 2024 a fronte di 53 nel 2023) e l’asfissia/soffocamento/strangolamento (37 casi a fronte dei 26 del 2023). Risultano, infine, 6 gli omicidi volontari consumati tramite avvelenamento registrati nel 2024, a fronte dei 4 del 2023. In termini territoriali, invece, sono la Campania, la Lombardia e il Lazio le regioni che fanno registrare, nel biennio, i valori maggiori e tra queste, la Campania evidenzia, nel 2024, anche un deciso incremento rispetto all’anno precedente (+31%).

Un esame a sé meritano gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità di tipo mafioso. “In passato, si legge nel report, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, come Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta e criminalità organizzata pugliese ricorrevano all’omicidio come uno degli strumenti principali per intimidire e risolvere conflitti interni o esterni, sia pure con le dovute differenze relative alle rispettive caratteristiche strutturali e organizzative. In contesti criminali di stampo camorristico, infatti, l’omicidio era finalizzato a segnare la supremazia dell’organizzazione stessa su un determinato territorio, intimidire i clan rivali o rafforzare il proprio potere e la propria influenza all’interno delle comunità locali.

Negli altri ambienti mafiosi, invece, caratterizzati da un’organizzazione verticistica di stampo prettamente familiare, la violenza era usata o per eliminare gli esponenti dello Stato e della società civile, percepiti come minaccia, o per punire chi non si sottometteva o non rispettava le regole del gruppo, alimentando quella paura che rendeva difficile la denuncia e la collaborazione con le Forze dell’ordine e la magistratura. A partire dagli anni ’90, gli omicidi che si sono registrati hanno avuto un forte valore simbolico e hanno riguardato spiccate personalità dello Stato: esponenti della magistratura e/o appartenenti di alto profilo delle Forze dell’ordine impegnate nella lotta contro le mafie, la cui neutralizzazione fisica appariva come l’unico modo per ripristinare un’egemonia messa sotto attacco dalle istituzioni. Nel corso del tempo, però, il modus operandi delle mafie è cambiato. Dopo la stagione stragista degli anni ’90, l’uso della violenza ha assunto forme più sottili e meno visibili. Le organizzazioni mafiose hanno infatti capito che per ottenere maggiori risultati dall’attività di pulizia del denaro sporco (il riciclaggio) dovevano evitare clamori e quindi il numero degli omicidi di mafia si è ridotto notevolmente.”

Qui il Report completo: https://www.poliziadistato.it/statics/32/elaborato.pdf.

 

 

Giovanni Caprio

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano gli autori minorenni

E’ in atto una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari consumati nel nostro Paese, con un calo del 33%, passando da 475 eventi del 2015 a 319 del 2024, con un decremento del 6% registrato tra il 2023 (340 eventi) e il 2024 (319). Una flessione ancora maggiore si rileva negli omicidi che riguardano contesti di criminalità di tipo mafioso, in decremento del 72% (da 53 a 15). È quanto si evince dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024. “Un trend in costante decremento, si legge nel report, che fa registrare il valore più basso nel 2020 (anno caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da Covid19), seguono una fase di incremento nel triennio successivo e una nuova decisa decrescita nell’ultimo anno (2024), con 319 casi a fronte dei 340 dell’anno precedente.”

Si tratta dl un trend confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito UE, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il Report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento, come l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.

Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%. Per quanto riguarda gli autori, gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi e la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra 18 e 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, è dell’11%  a fronte del 4% dell’anno precedente. Gli omicidi del biennio 2023-2024 risultano essersi verificati, nella maggior parte dei casi, al culmine di una lite degenerata; nel 2024, in particolare, ciò è avvenuto nel 49% dei casi, a fronte del 45% del 2023. Gli omicidi in cui, invece, l’autore risulta aver agito per motivi passionali, si attestano, per il 2024, al 5%, in diminuzione rispetto al 2023, in cui avevano rappresentato l’11% del totale. Per quanto attiene al c.d. modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023. Seguono le aggressioni (45 omicidi nel 2024 a fronte di 53 nel 2023) e l’asfissia/soffocamento/strangolamento (37 casi a fronte dei 26 del 2023). Risultano, infine, 6 gli omicidi volontari consumati tramite avvelenamento registrati nel 2024, a fronte dei 4 del 2023. In termini territoriali, invece, sono la Campania, la Lombardia e il Lazio le regioni che fanno registrare, nel biennio, i valori maggiori e tra queste, la Campania evidenzia, nel 2024, anche un deciso incremento rispetto all’anno precedente (+31%).

Un esame a sé meritano gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità di tipo mafioso. “In passato, si legge nel report, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, come Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta e criminalità organizzata pugliese ricorrevano all’omicidio come uno degli strumenti principali per intimidire e risolvere conflitti interni o esterni, sia pure con le dovute differenze relative alle rispettive caratteristiche strutturali e organizzative. In contesti criminali di stampo camorristico, infatti, l’omicidio era finalizzato a segnare la supremazia dell’organizzazione stessa su un determinato territorio, intimidire i clan rivali o rafforzare il proprio potere e la propria influenza all’interno delle comunità locali.

Negli altri ambienti mafiosi, invece, caratterizzati da un’organizzazione verticistica di stampo prettamente familiare, la violenza era usata o per eliminare gli esponenti dello Stato e della società civile, percepiti come minaccia, o per punire chi non si sottometteva o non rispettava le regole del gruppo, alimentando quella paura che rendeva difficile la denuncia e la collaborazione con le Forze dell’ordine e la magistratura. A partire dagli anni ’90, gli omicidi che si sono registrati hanno avuto un forte valore simbolico e hanno riguardato spiccate personalità dello Stato: esponenti della magistratura e/o appartenenti di alto profilo delle Forze dell’ordine impegnate nella lotta contro le mafie, la cui neutralizzazione fisica appariva come l’unico modo per ripristinare un’egemonia messa sotto attacco dalle istituzioni. Nel corso del tempo, però, il modus operandi delle mafie è cambiato. Dopo la stagione stragista degli anni ’90, l’uso della violenza ha assunto forme più sottili e meno visibili. Le organizzazioni mafiose hanno infatti capito che per ottenere maggiori risultati dall’attività di pulizia del denaro sporco (il riciclaggio) dovevano evitare clamori e quindi il numero degli omicidi di mafia si è ridotto notevolmente.”

Qui il Report completo: https://www.poliziadistato.it/statics/32/elaborato.pdf.

 

 

Giovanni Caprio

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano gli autori minorenni

E’ in atto una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari consumati nel nostro Paese, con un calo del 33%, passando da 475 eventi del 2015 a 319 del 2024, con un decremento del 6% registrato tra il 2023 (340 eventi) e il 2024 (319). Una flessione ancora maggiore si rileva negli omicidi che riguardano contesti di criminalità di tipo mafioso, in decremento del 72% (da 53 a 15). È quanto si evince dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024. “Un trend in costante decremento, si legge nel report, che fa registrare il valore più basso nel 2020 (anno caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da Covid19), seguono una fase di incremento nel triennio successivo e una nuova decisa decrescita nell’ultimo anno (2024), con 319 casi a fronte dei 340 dell’anno precedente.”

Si tratta dl un trend confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito UE, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il Report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento, come l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.

Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%. Per quanto riguarda gli autori, gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi e la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra 18 e 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, è dell’11%  a fronte del 4% dell’anno precedente. Gli omicidi del biennio 2023-2024 risultano essersi verificati, nella maggior parte dei casi, al culmine di una lite degenerata; nel 2024, in particolare, ciò è avvenuto nel 49% dei casi, a fronte del 45% del 2023. Gli omicidi in cui, invece, l’autore risulta aver agito per motivi passionali, si attestano, per il 2024, al 5%, in diminuzione rispetto al 2023, in cui avevano rappresentato l’11% del totale. Per quanto attiene al c.d. modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023. Seguono le aggressioni (45 omicidi nel 2024 a fronte di 53 nel 2023) e l’asfissia/soffocamento/strangolamento (37 casi a fronte dei 26 del 2023). Risultano, infine, 6 gli omicidi volontari consumati tramite avvelenamento registrati nel 2024, a fronte dei 4 del 2023. In termini territoriali, invece, sono la Campania, la Lombardia e il Lazio le regioni che fanno registrare, nel biennio, i valori maggiori e tra queste, la Campania evidenzia, nel 2024, anche un deciso incremento rispetto all’anno precedente (+31%).

Un esame a sé meritano gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità di tipo mafioso. “In passato, si legge nel report, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, come Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta e criminalità organizzata pugliese ricorrevano all’omicidio come uno degli strumenti principali per intimidire e risolvere conflitti interni o esterni, sia pure con le dovute differenze relative alle rispettive caratteristiche strutturali e organizzative. In contesti criminali di stampo camorristico, infatti, l’omicidio era finalizzato a segnare la supremazia dell’organizzazione stessa su un determinato territorio, intimidire i clan rivali o rafforzare il proprio potere e la propria influenza all’interno delle comunità locali.

Negli altri ambienti mafiosi, invece, caratterizzati da un’organizzazione verticistica di stampo prettamente familiare, la violenza era usata o per eliminare gli esponenti dello Stato e della società civile, percepiti come minaccia, o per punire chi non si sottometteva o non rispettava le regole del gruppo, alimentando quella paura che rendeva difficile la denuncia e la collaborazione con le Forze dell’ordine e la magistratura. A partire dagli anni ’90, gli omicidi che si sono registrati hanno avuto un forte valore simbolico e hanno riguardato spiccate personalità dello Stato: esponenti della magistratura e/o appartenenti di alto profilo delle Forze dell’ordine impegnate nella lotta contro le mafie, la cui neutralizzazione fisica appariva come l’unico modo per ripristinare un’egemonia messa sotto attacco dalle istituzioni. Nel corso del tempo, però, il modus operandi delle mafie è cambiato. Dopo la stagione stragista degli anni ’90, l’uso della violenza ha assunto forme più sottili e meno visibili. Le organizzazioni mafiose hanno infatti capito che per ottenere maggiori risultati dall’attività di pulizia del denaro sporco (il riciclaggio) dovevano evitare clamori e quindi il numero degli omicidi di mafia si è ridotto notevolmente.”

Qui il Report completo: https://www.poliziadistato.it/statics/32/elaborato.pdf.

 

 

Giovanni Caprio

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano gli autori minorenni

E’ in atto una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari consumati nel nostro Paese, con un calo del 33%, passando da 475 eventi del 2015 a 319 del 2024, con un decremento del 6% registrato tra il 2023 (340 eventi) e il 2024 (319). Una flessione ancora maggiore si rileva negli omicidi che riguardano contesti di criminalità di tipo mafioso, in decremento del 72% (da 53 a 15). È quanto si evince dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024. “Un trend in costante decremento, si legge nel report, che fa registrare il valore più basso nel 2020 (anno caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da Covid19), seguono una fase di incremento nel triennio successivo e una nuova decisa decrescita nell’ultimo anno (2024), con 319 casi a fronte dei 340 dell’anno precedente.”

Si tratta dl un trend confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito UE, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il Report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento, come l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.

Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%. Per quanto riguarda gli autori, gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi e la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra 18 e 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, è dell’11%  a fronte del 4% dell’anno precedente. Gli omicidi del biennio 2023-2024 risultano essersi verificati, nella maggior parte dei casi, al culmine di una lite degenerata; nel 2024, in particolare, ciò è avvenuto nel 49% dei casi, a fronte del 45% del 2023. Gli omicidi in cui, invece, l’autore risulta aver agito per motivi passionali, si attestano, per il 2024, al 5%, in diminuzione rispetto al 2023, in cui avevano rappresentato l’11% del totale. Per quanto attiene al c.d. modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023. Seguono le aggressioni (45 omicidi nel 2024 a fronte di 53 nel 2023) e l’asfissia/soffocamento/strangolamento (37 casi a fronte dei 26 del 2023). Risultano, infine, 6 gli omicidi volontari consumati tramite avvelenamento registrati nel 2024, a fronte dei 4 del 2023. In termini territoriali, invece, sono la Campania, la Lombardia e il Lazio le regioni che fanno registrare, nel biennio, i valori maggiori e tra queste, la Campania evidenzia, nel 2024, anche un deciso incremento rispetto all’anno precedente (+31%).

Un esame a sé meritano gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità di tipo mafioso. “In passato, si legge nel report, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, come Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta e criminalità organizzata pugliese ricorrevano all’omicidio come uno degli strumenti principali per intimidire e risolvere conflitti interni o esterni, sia pure con le dovute differenze relative alle rispettive caratteristiche strutturali e organizzative. In contesti criminali di stampo camorristico, infatti, l’omicidio era finalizzato a segnare la supremazia dell’organizzazione stessa su un determinato territorio, intimidire i clan rivali o rafforzare il proprio potere e la propria influenza all’interno delle comunità locali.

Negli altri ambienti mafiosi, invece, caratterizzati da un’organizzazione verticistica di stampo prettamente familiare, la violenza era usata o per eliminare gli esponenti dello Stato e della società civile, percepiti come minaccia, o per punire chi non si sottometteva o non rispettava le regole del gruppo, alimentando quella paura che rendeva difficile la denuncia e la collaborazione con le Forze dell’ordine e la magistratura. A partire dagli anni ’90, gli omicidi che si sono registrati hanno avuto un forte valore simbolico e hanno riguardato spiccate personalità dello Stato: esponenti della magistratura e/o appartenenti di alto profilo delle Forze dell’ordine impegnate nella lotta contro le mafie, la cui neutralizzazione fisica appariva come l’unico modo per ripristinare un’egemonia messa sotto attacco dalle istituzioni. Nel corso del tempo, però, il modus operandi delle mafie è cambiato. Dopo la stagione stragista degli anni ’90, l’uso della violenza ha assunto forme più sottili e meno visibili. Le organizzazioni mafiose hanno infatti capito che per ottenere maggiori risultati dall’attività di pulizia del denaro sporco (il riciclaggio) dovevano evitare clamori e quindi il numero degli omicidi di mafia si è ridotto notevolmente.”

Qui il Report completo: https://www.poliziadistato.it/statics/32/elaborato.pdf.

 

 

Giovanni Caprio

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano gli autori minorenni

E’ in atto una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari consumati nel nostro Paese, con un calo del 33%, passando da 475 eventi del 2015 a 319 del 2024, con un decremento del 6% registrato tra il 2023 (340 eventi) e il 2024 (319). Una flessione ancora maggiore si rileva negli omicidi che riguardano contesti di criminalità di tipo mafioso, in decremento del 72% (da 53 a 15). È quanto si evince dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024. “Un trend in costante decremento, si legge nel report, che fa registrare il valore più basso nel 2020 (anno caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da Covid19), seguono una fase di incremento nel triennio successivo e una nuova decisa decrescita nell’ultimo anno (2024), con 319 casi a fronte dei 340 dell’anno precedente.”

Si tratta dl un trend confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito UE, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il Report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento, come l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.

Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%. Per quanto riguarda gli autori, gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi e la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra 18 e 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, è dell’11%  a fronte del 4% dell’anno precedente. Gli omicidi del biennio 2023-2024 risultano essersi verificati, nella maggior parte dei casi, al culmine di una lite degenerata; nel 2024, in particolare, ciò è avvenuto nel 49% dei casi, a fronte del 45% del 2023. Gli omicidi in cui, invece, l’autore risulta aver agito per motivi passionali, si attestano, per il 2024, al 5%, in diminuzione rispetto al 2023, in cui avevano rappresentato l’11% del totale. Per quanto attiene al c.d. modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023. Seguono le aggressioni (45 omicidi nel 2024 a fronte di 53 nel 2023) e l’asfissia/soffocamento/strangolamento (37 casi a fronte dei 26 del 2023). Risultano, infine, 6 gli omicidi volontari consumati tramite avvelenamento registrati nel 2024, a fronte dei 4 del 2023. In termini territoriali, invece, sono la Campania, la Lombardia e il Lazio le regioni che fanno registrare, nel biennio, i valori maggiori e tra queste, la Campania evidenzia, nel 2024, anche un deciso incremento rispetto all’anno precedente (+31%).

Un esame a sé meritano gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità di tipo mafioso. “In passato, si legge nel report, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, come Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta e criminalità organizzata pugliese ricorrevano all’omicidio come uno degli strumenti principali per intimidire e risolvere conflitti interni o esterni, sia pure con le dovute differenze relative alle rispettive caratteristiche strutturali e organizzative. In contesti criminali di stampo camorristico, infatti, l’omicidio era finalizzato a segnare la supremazia dell’organizzazione stessa su un determinato territorio, intimidire i clan rivali o rafforzare il proprio potere e la propria influenza all’interno delle comunità locali.

Negli altri ambienti mafiosi, invece, caratterizzati da un’organizzazione verticistica di stampo prettamente familiare, la violenza era usata o per eliminare gli esponenti dello Stato e della società civile, percepiti come minaccia, o per punire chi non si sottometteva o non rispettava le regole del gruppo, alimentando quella paura che rendeva difficile la denuncia e la collaborazione con le Forze dell’ordine e la magistratura. A partire dagli anni ’90, gli omicidi che si sono registrati hanno avuto un forte valore simbolico e hanno riguardato spiccate personalità dello Stato: esponenti della magistratura e/o appartenenti di alto profilo delle Forze dell’ordine impegnate nella lotta contro le mafie, la cui neutralizzazione fisica appariva come l’unico modo per ripristinare un’egemonia messa sotto attacco dalle istituzioni. Nel corso del tempo, però, il modus operandi delle mafie è cambiato. Dopo la stagione stragista degli anni ’90, l’uso della violenza ha assunto forme più sottili e meno visibili. Le organizzazioni mafiose hanno infatti capito che per ottenere maggiori risultati dall’attività di pulizia del denaro sporco (il riciclaggio) dovevano evitare clamori e quindi il numero degli omicidi di mafia si è ridotto notevolmente.”

Qui il Report completo: https://www.poliziadistato.it/statics/32/elaborato.pdf.

 

 

Giovanni Caprio

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano gli autori minorenni

E’ in atto una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari consumati nel nostro Paese, con un calo del 33%, passando da 475 eventi del 2015 a 319 del 2024, con un decremento del 6% registrato tra il 2023 (340 eventi) e il 2024 (319). Una flessione ancora maggiore si rileva negli omicidi che riguardano contesti di criminalità di tipo mafioso, in decremento del 72% (da 53 a 15). È quanto si evince dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024. “Un trend in costante decremento, si legge nel report, che fa registrare il valore più basso nel 2020 (anno caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da Covid19), seguono una fase di incremento nel triennio successivo e una nuova decisa decrescita nell’ultimo anno (2024), con 319 casi a fronte dei 340 dell’anno precedente.”

Si tratta dl un trend confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito UE, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il Report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento, come l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.

Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%. Per quanto riguarda gli autori, gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi e la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra 18 e 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, è dell’11%  a fronte del 4% dell’anno precedente. Gli omicidi del biennio 2023-2024 risultano essersi verificati, nella maggior parte dei casi, al culmine di una lite degenerata; nel 2024, in particolare, ciò è avvenuto nel 49% dei casi, a fronte del 45% del 2023. Gli omicidi in cui, invece, l’autore risulta aver agito per motivi passionali, si attestano, per il 2024, al 5%, in diminuzione rispetto al 2023, in cui avevano rappresentato l’11% del totale. Per quanto attiene al c.d. modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023. Seguono le aggressioni (45 omicidi nel 2024 a fronte di 53 nel 2023) e l’asfissia/soffocamento/strangolamento (37 casi a fronte dei 26 del 2023). Risultano, infine, 6 gli omicidi volontari consumati tramite avvelenamento registrati nel 2024, a fronte dei 4 del 2023. In termini territoriali, invece, sono la Campania, la Lombardia e il Lazio le regioni che fanno registrare, nel biennio, i valori maggiori e tra queste, la Campania evidenzia, nel 2024, anche un deciso incremento rispetto all’anno precedente (+31%).

Un esame a sé meritano gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità di tipo mafioso. “In passato, si legge nel report, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, come Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta e criminalità organizzata pugliese ricorrevano all’omicidio come uno degli strumenti principali per intimidire e risolvere conflitti interni o esterni, sia pure con le dovute differenze relative alle rispettive caratteristiche strutturali e organizzative. In contesti criminali di stampo camorristico, infatti, l’omicidio era finalizzato a segnare la supremazia dell’organizzazione stessa su un determinato territorio, intimidire i clan rivali o rafforzare il proprio potere e la propria influenza all’interno delle comunità locali.

Negli altri ambienti mafiosi, invece, caratterizzati da un’organizzazione verticistica di stampo prettamente familiare, la violenza era usata o per eliminare gli esponenti dello Stato e della società civile, percepiti come minaccia, o per punire chi non si sottometteva o non rispettava le regole del gruppo, alimentando quella paura che rendeva difficile la denuncia e la collaborazione con le Forze dell’ordine e la magistratura. A partire dagli anni ’90, gli omicidi che si sono registrati hanno avuto un forte valore simbolico e hanno riguardato spiccate personalità dello Stato: esponenti della magistratura e/o appartenenti di alto profilo delle Forze dell’ordine impegnate nella lotta contro le mafie, la cui neutralizzazione fisica appariva come l’unico modo per ripristinare un’egemonia messa sotto attacco dalle istituzioni. Nel corso del tempo, però, il modus operandi delle mafie è cambiato. Dopo la stagione stragista degli anni ’90, l’uso della violenza ha assunto forme più sottili e meno visibili. Le organizzazioni mafiose hanno infatti capito che per ottenere maggiori risultati dall’attività di pulizia del denaro sporco (il riciclaggio) dovevano evitare clamori e quindi il numero degli omicidi di mafia si è ridotto notevolmente.”

Qui il Report completo: https://www.poliziadistato.it/statics/32/elaborato.pdf.

 

 

Giovanni Caprio

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano gli autori minorenni

E’ in atto una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari consumati nel nostro Paese, con un calo del 33%, passando da 475 eventi del 2015 a 319 del 2024, con un decremento del 6% registrato tra il 2023 (340 eventi) e il 2024 (319). Una flessione ancora maggiore si rileva negli omicidi che riguardano contesti di criminalità di tipo mafioso, in decremento del 72% (da 53 a 15). È quanto si evince dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024. “Un trend in costante decremento, si legge nel report, che fa registrare il valore più basso nel 2020 (anno caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da Covid19), seguono una fase di incremento nel triennio successivo e una nuova decisa decrescita nell’ultimo anno (2024), con 319 casi a fronte dei 340 dell’anno precedente.”

Si tratta dl un trend confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito UE, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il Report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento, come l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.

Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%. Per quanto riguarda gli autori, gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi e la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra 18 e 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, è dell’11%  a fronte del 4% dell’anno precedente. Gli omicidi del biennio 2023-2024 risultano essersi verificati, nella maggior parte dei casi, al culmine di una lite degenerata; nel 2024, in particolare, ciò è avvenuto nel 49% dei casi, a fronte del 45% del 2023. Gli omicidi in cui, invece, l’autore risulta aver agito per motivi passionali, si attestano, per il 2024, al 5%, in diminuzione rispetto al 2023, in cui avevano rappresentato l’11% del totale. Per quanto attiene al c.d. modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023. Seguono le aggressioni (45 omicidi nel 2024 a fronte di 53 nel 2023) e l’asfissia/soffocamento/strangolamento (37 casi a fronte dei 26 del 2023). Risultano, infine, 6 gli omicidi volontari consumati tramite avvelenamento registrati nel 2024, a fronte dei 4 del 2023. In termini territoriali, invece, sono la Campania, la Lombardia e il Lazio le regioni che fanno registrare, nel biennio, i valori maggiori e tra queste, la Campania evidenzia, nel 2024, anche un deciso incremento rispetto all’anno precedente (+31%).

Un esame a sé meritano gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità di tipo mafioso. “In passato, si legge nel report, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, come Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta e criminalità organizzata pugliese ricorrevano all’omicidio come uno degli strumenti principali per intimidire e risolvere conflitti interni o esterni, sia pure con le dovute differenze relative alle rispettive caratteristiche strutturali e organizzative. In contesti criminali di stampo camorristico, infatti, l’omicidio era finalizzato a segnare la supremazia dell’organizzazione stessa su un determinato territorio, intimidire i clan rivali o rafforzare il proprio potere e la propria influenza all’interno delle comunità locali.

Negli altri ambienti mafiosi, invece, caratterizzati da un’organizzazione verticistica di stampo prettamente familiare, la violenza era usata o per eliminare gli esponenti dello Stato e della società civile, percepiti come minaccia, o per punire chi non si sottometteva o non rispettava le regole del gruppo, alimentando quella paura che rendeva difficile la denuncia e la collaborazione con le Forze dell’ordine e la magistratura. A partire dagli anni ’90, gli omicidi che si sono registrati hanno avuto un forte valore simbolico e hanno riguardato spiccate personalità dello Stato: esponenti della magistratura e/o appartenenti di alto profilo delle Forze dell’ordine impegnate nella lotta contro le mafie, la cui neutralizzazione fisica appariva come l’unico modo per ripristinare un’egemonia messa sotto attacco dalle istituzioni. Nel corso del tempo, però, il modus operandi delle mafie è cambiato. Dopo la stagione stragista degli anni ’90, l’uso della violenza ha assunto forme più sottili e meno visibili. Le organizzazioni mafiose hanno infatti capito che per ottenere maggiori risultati dall’attività di pulizia del denaro sporco (il riciclaggio) dovevano evitare clamori e quindi il numero degli omicidi di mafia si è ridotto notevolmente.”

Qui il Report completo: https://www.poliziadistato.it/statics/32/elaborato.pdf.

 

 

Giovanni Caprio

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano gli autori minorenni

E’ in atto una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari consumati nel nostro Paese, con un calo del 33%, passando da 475 eventi del 2015 a 319 del 2024, con un decremento del 6% registrato tra il 2023 (340 eventi) e il 2024 (319). Una flessione ancora maggiore si rileva negli omicidi che riguardano contesti di criminalità di tipo mafioso, in decremento del 72% (da 53 a 15). È quanto si evince dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024. “Un trend in costante decremento, si legge nel report, che fa registrare il valore più basso nel 2020 (anno caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da Covid19), seguono una fase di incremento nel triennio successivo e una nuova decisa decrescita nell’ultimo anno (2024), con 319 casi a fronte dei 340 dell’anno precedente.”

Si tratta dl un trend confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito UE, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il Report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento, come l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.

Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%. Per quanto riguarda gli autori, gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi e la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra 18 e 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, è dell’11%  a fronte del 4% dell’anno precedente. Gli omicidi del biennio 2023-2024 risultano essersi verificati, nella maggior parte dei casi, al culmine di una lite degenerata; nel 2024, in particolare, ciò è avvenuto nel 49% dei casi, a fronte del 45% del 2023. Gli omicidi in cui, invece, l’autore risulta aver agito per motivi passionali, si attestano, per il 2024, al 5%, in diminuzione rispetto al 2023, in cui avevano rappresentato l’11% del totale. Per quanto attiene al c.d. modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023. Seguono le aggressioni (45 omicidi nel 2024 a fronte di 53 nel 2023) e l’asfissia/soffocamento/strangolamento (37 casi a fronte dei 26 del 2023). Risultano, infine, 6 gli omicidi volontari consumati tramite avvelenamento registrati nel 2024, a fronte dei 4 del 2023. In termini territoriali, invece, sono la Campania, la Lombardia e il Lazio le regioni che fanno registrare, nel biennio, i valori maggiori e tra queste, la Campania evidenzia, nel 2024, anche un deciso incremento rispetto all’anno precedente (+31%).

Un esame a sé meritano gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità di tipo mafioso. “In passato, si legge nel report, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, come Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta e criminalità organizzata pugliese ricorrevano all’omicidio come uno degli strumenti principali per intimidire e risolvere conflitti interni o esterni, sia pure con le dovute differenze relative alle rispettive caratteristiche strutturali e organizzative. In contesti criminali di stampo camorristico, infatti, l’omicidio era finalizzato a segnare la supremazia dell’organizzazione stessa su un determinato territorio, intimidire i clan rivali o rafforzare il proprio potere e la propria influenza all’interno delle comunità locali.

Negli altri ambienti mafiosi, invece, caratterizzati da un’organizzazione verticistica di stampo prettamente familiare, la violenza era usata o per eliminare gli esponenti dello Stato e della società civile, percepiti come minaccia, o per punire chi non si sottometteva o non rispettava le regole del gruppo, alimentando quella paura che rendeva difficile la denuncia e la collaborazione con le Forze dell’ordine e la magistratura. A partire dagli anni ’90, gli omicidi che si sono registrati hanno avuto un forte valore simbolico e hanno riguardato spiccate personalità dello Stato: esponenti della magistratura e/o appartenenti di alto profilo delle Forze dell’ordine impegnate nella lotta contro le mafie, la cui neutralizzazione fisica appariva come l’unico modo per ripristinare un’egemonia messa sotto attacco dalle istituzioni. Nel corso del tempo, però, il modus operandi delle mafie è cambiato. Dopo la stagione stragista degli anni ’90, l’uso della violenza ha assunto forme più sottili e meno visibili. Le organizzazioni mafiose hanno infatti capito che per ottenere maggiori risultati dall’attività di pulizia del denaro sporco (il riciclaggio) dovevano evitare clamori e quindi il numero degli omicidi di mafia si è ridotto notevolmente.”

Qui il Report completo: https://www.poliziadistato.it/statics/32/elaborato.pdf.

 

 

Giovanni Caprio

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano gli autori minorenni

E’ in atto una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari consumati nel nostro Paese, con un calo del 33%, passando da 475 eventi del 2015 a 319 del 2024, con un decremento del 6% registrato tra il 2023 (340 eventi) e il 2024 (319). Una flessione ancora maggiore si rileva negli omicidi che riguardano contesti di criminalità di tipo mafioso, in decremento del 72% (da 53 a 15). È quanto si evince dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024. “Un trend in costante decremento, si legge nel report, che fa registrare il valore più basso nel 2020 (anno caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da Covid19), seguono una fase di incremento nel triennio successivo e una nuova decisa decrescita nell’ultimo anno (2024), con 319 casi a fronte dei 340 dell’anno precedente.”

Si tratta dl un trend confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito UE, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il Report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento, come l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.

Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%. Per quanto riguarda gli autori, gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi e la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra 18 e 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, è dell’11%  a fronte del 4% dell’anno precedente. Gli omicidi del biennio 2023-2024 risultano essersi verificati, nella maggior parte dei casi, al culmine di una lite degenerata; nel 2024, in particolare, ciò è avvenuto nel 49% dei casi, a fronte del 45% del 2023. Gli omicidi in cui, invece, l’autore risulta aver agito per motivi passionali, si attestano, per il 2024, al 5%, in diminuzione rispetto al 2023, in cui avevano rappresentato l’11% del totale. Per quanto attiene al c.d. modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023. Seguono le aggressioni (45 omicidi nel 2024 a fronte di 53 nel 2023) e l’asfissia/soffocamento/strangolamento (37 casi a fronte dei 26 del 2023). Risultano, infine, 6 gli omicidi volontari consumati tramite avvelenamento registrati nel 2024, a fronte dei 4 del 2023. In termini territoriali, invece, sono la Campania, la Lombardia e il Lazio le regioni che fanno registrare, nel biennio, i valori maggiori e tra queste, la Campania evidenzia, nel 2024, anche un deciso incremento rispetto all’anno precedente (+31%).

Un esame a sé meritano gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità di tipo mafioso. “In passato, si legge nel report, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, come Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta e criminalità organizzata pugliese ricorrevano all’omicidio come uno degli strumenti principali per intimidire e risolvere conflitti interni o esterni, sia pure con le dovute differenze relative alle rispettive caratteristiche strutturali e organizzative. In contesti criminali di stampo camorristico, infatti, l’omicidio era finalizzato a segnare la supremazia dell’organizzazione stessa su un determinato territorio, intimidire i clan rivali o rafforzare il proprio potere e la propria influenza all’interno delle comunità locali.

Negli altri ambienti mafiosi, invece, caratterizzati da un’organizzazione verticistica di stampo prettamente familiare, la violenza era usata o per eliminare gli esponenti dello Stato e della società civile, percepiti come minaccia, o per punire chi non si sottometteva o non rispettava le regole del gruppo, alimentando quella paura che rendeva difficile la denuncia e la collaborazione con le Forze dell’ordine e la magistratura. A partire dagli anni ’90, gli omicidi che si sono registrati hanno avuto un forte valore simbolico e hanno riguardato spiccate personalità dello Stato: esponenti della magistratura e/o appartenenti di alto profilo delle Forze dell’ordine impegnate nella lotta contro le mafie, la cui neutralizzazione fisica appariva come l’unico modo per ripristinare un’egemonia messa sotto attacco dalle istituzioni. Nel corso del tempo, però, il modus operandi delle mafie è cambiato. Dopo la stagione stragista degli anni ’90, l’uso della violenza ha assunto forme più sottili e meno visibili. Le organizzazioni mafiose hanno infatti capito che per ottenere maggiori risultati dall’attività di pulizia del denaro sporco (il riciclaggio) dovevano evitare clamori e quindi il numero degli omicidi di mafia si è ridotto notevolmente.”

Qui il Report completo: https://www.poliziadistato.it/statics/32/elaborato.pdf.

 

 

Giovanni Caprio

Calano gli omicidi in Italia, ma aumentano gli autori minorenni

E’ in atto una diminuzione costante del numero degli omicidi volontari consumati nel nostro Paese, con un calo del 33%, passando da 475 eventi del 2015 a 319 del 2024, con un decremento del 6% registrato tra il 2023 (340 eventi) e il 2024 (319). Una flessione ancora maggiore si rileva negli omicidi che riguardano contesti di criminalità di tipo mafioso, in decremento del 72% (da 53 a 15). È quanto si evince dal report realizzato dal Servizio analisi criminale della Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento della Pubblica sicurezza, “Omicidi volontari consumati in Italia”, che analizza il fenomeno durante il decennio 2015-2024. “Un trend in costante decremento, si legge nel report, che fa registrare il valore più basso nel 2020 (anno caratterizzato dall’emergenza legata alla pandemia da Covid19), seguono una fase di incremento nel triennio successivo e una nuova decisa decrescita nell’ultimo anno (2024), con 319 casi a fronte dei 340 dell’anno precedente.”

Si tratta dl un trend confermato anche dai dati Eurostat relativi agli omicidi volontari registrati in Europa che, per il 2022, collocano l’Italia tra i Paesi più sicuri per questo tipo di reato, riconoscendola, in ambito UE, come il Paese con il minor fattore di rischio di eventi omicidiari. Il Report, realizzato attraverso lo studio e l’analisi dei dati acquisiti dalla Banca dati delle Forze di polizia, confrontati con le informazioni fornite dai presidi territoriali di Polizia di Stato e Arma dei carabinieri, offre una panoramica del fenomeno criminale nel periodo 2015-2024, soffermandosi sul biennio 2023-2024 con approfondimenti incentrati su genere, età e nazionalità di vittime e autori, sulle relazioni tra gli stessi e su altri aspetti caratterizzanti ogni evento, come l’ambito in cui si è svolto, il movente e il modus operandi.

Le vittime di nazionalità italiana rappresentano il 75% del totale in entrambi i periodi, mentre quelle straniere costituiscono il 25%. Per quanto riguarda gli autori, gli italiani rappresentano circa il 70% in entrambi i periodi e la fascia d’età maggiormente rappresentata nel 2024 è quella compresa tra 18 e 40 anni. In rilevante incremento, rispetto al 2023, l’incidenza degli autori minorenni che, nel 2024, è dell’11%  a fronte del 4% dell’anno precedente. Gli omicidi del biennio 2023-2024 risultano essersi verificati, nella maggior parte dei casi, al culmine di una lite degenerata; nel 2024, in particolare, ciò è avvenuto nel 49% dei casi, a fronte del 45% del 2023. Gli omicidi in cui, invece, l’autore risulta aver agito per motivi passionali, si attestano, per il 2024, al 5%, in diminuzione rispetto al 2023, in cui avevano rappresentato l’11% del totale. Per quanto attiene al c.d. modus operandi, nel 2024, così come nell’anno precedente, si rivela preminente l’uso di armi improprie e/o armi bianche (133 casi nel 2024 a fronte dei 156 nel 2023), mentre le armi da fuoco risultano utilizzate in 98 casi nel 2024 e 101 nel 2023. Seguono le aggressioni (45 omicidi nel 2024 a fronte di 53 nel 2023) e l’asfissia/soffocamento/strangolamento (37 casi a fronte dei 26 del 2023). Risultano, infine, 6 gli omicidi volontari consumati tramite avvelenamento registrati nel 2024, a fronte dei 4 del 2023. In termini territoriali, invece, sono la Campania, la Lombardia e il Lazio le regioni che fanno registrare, nel biennio, i valori maggiori e tra queste, la Campania evidenzia, nel 2024, anche un deciso incremento rispetto all’anno precedente (+31%).

Un esame a sé meritano gli omicidi ascrivibili a contesti di criminalità di tipo mafioso. “In passato, si legge nel report, le organizzazioni criminali di stampo mafioso, come Cosa Nostra, Camorra, ’Ndrangheta e criminalità organizzata pugliese ricorrevano all’omicidio come uno degli strumenti principali per intimidire e risolvere conflitti interni o esterni, sia pure con le dovute differenze relative alle rispettive caratteristiche strutturali e organizzative. In contesti criminali di stampo camorristico, infatti, l’omicidio era finalizzato a segnare la supremazia dell’organizzazione stessa su un determinato territorio, intimidire i clan rivali o rafforzare il proprio potere e la propria influenza all’interno delle comunità locali.

Negli altri ambienti mafiosi, invece, caratterizzati da un’organizzazione verticistica di stampo prettamente familiare, la violenza era usata o per eliminare gli esponenti dello Stato e della società civile, percepiti come minaccia, o per punire chi non si sottometteva o non rispettava le regole del gruppo, alimentando quella paura che rendeva difficile la denuncia e la collaborazione con le Forze dell’ordine e la magistratura. A partire dagli anni ’90, gli omicidi che si sono registrati hanno avuto un forte valore simbolico e hanno riguardato spiccate personalità dello Stato: esponenti della magistratura e/o appartenenti di alto profilo delle Forze dell’ordine impegnate nella lotta contro le mafie, la cui neutralizzazione fisica appariva come l’unico modo per ripristinare un’egemonia messa sotto attacco dalle istituzioni. Nel corso del tempo, però, il modus operandi delle mafie è cambiato. Dopo la stagione stragista degli anni ’90, l’uso della violenza ha assunto forme più sottili e meno visibili. Le organizzazioni mafiose hanno infatti capito che per ottenere maggiori risultati dall’attività di pulizia del denaro sporco (il riciclaggio) dovevano evitare clamori e quindi il numero degli omicidi di mafia si è ridotto notevolmente.”

Qui il Report completo: https://www.poliziadistato.it/statics/32/elaborato.pdf.

 

 

Giovanni Caprio