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Contro il rullo del tamburo (noi e Putin)

Il rullare dei tamburi di guerra è inquietante e va considerato: quando le spese militari crescono e si riempiono gli arsenali, si avvicina la guerra. Si sta preparando l’opinione pubblica a ciò che pare inevitabile: sacrificare al riarmo lo stato sociale. In un paese smemorato, dove molto spesso le decisioni non sono prese in base a dati e numeri, è bene riflettere, alla luce dei fatti.

Il nemico è Putin, feroce dittatore; lo era però anche quando Berlusconi, Salvini e la Meloni lo incensavano. Ricordiamo quanti soldi, credibilità politica ed economica l’Italia, con altri, gli ha dato. Nel 2000, all’alba dell’era Putin, il gas russo copriva circa il 20% del nostro fabbisogno, quota salita poi fino al 43%. Ricordiamo le forti collaborazioni tra Eni e gruppi russi degli idrocarburi, per ricerca e sfruttamento di giacimenti e per la costruzione di gasdotti per molti miliardi di euro1. Per favorire affari tra zone dell’Italia e Russia sono sorte associazioni come “Lombardia Russia” o “Veneto Russia” o “Conoscere Eurasia”2; quest’ultima si propone di rafforzare le relazioni con Russia e altri paesi dell’area e dal 2007 raduna a Verona ministri italiani e stranieri, dirigenti statali e privati, coinvolgendo le più ricche aziende di Mosca.

All’edizione di ottobre 2021, a pochi mesi dalla guerra, hanno partecipato, tra gli altri, Prodi, Scaroni, Tronchetti Provera, Marcegaglia, Bonomi, Profumo e tanta nomenclatura russa; iniziativa importante, con i contributi di Intesa, Generali, Gazprom, Rofneft e importanti banche russe3. L’associazione ha organizzato anche frequenti seminari, che si sono svolti fino a una settimana prima dell’invasione, con la partecipazione dei dirigenti di Intesa, dell’ambasciatore a Mosca Storace, fratello dell’AD di Enel, di Fontana e Toti. Va poi ricordata l’intensa amicizia tra Putin e Berlusconi. Memorabile il gesto del mitra che Silvio fece a una giornalista rea di una domanda di gossip che imbarazzava l’amico.4 C’è poi Salvini, che indossava magliette con l’effige del dittatore e ha siglato un patto di gemellaggio tra la Lega e il suo partito personale5. Sono noti i presunti finanziamenti che la Lega avrebbe richiesto a Mosca, denunciati da vari organi di stampa6.

Pure Meloni ha avuto grande stima del satrapo, congratulandosi per la quarta rielezione, nelle lezioni farsa del 2018.7 Simile accondiscendenza si è avuta anche in altri paesi europei e negli USA. Nel suo libro del 2004 intitolato “La Russia di Putin” la Politkovskaja testualmente scriveva: “Del resto il revanscismo sovietico seguito all’ascesa e al consolidamento del potere di Putin è lampante. A renderlo possibile, però – va detto – non sono state solo la nostra negligenza (ovviamente dei russi), l’apatia e la stanchezza seguite a tante – troppe – rivoluzioni. Il processo è stato accompagnato da un coro di osanna in Occidente. In primo luogo da Silvio Berlusconi, che di Putin si è invaghito e che è il suo paladino in Europa. Ma anche da Blair, Schroeder e Chirac, senza dimenticare Bush junior oltreoceano”8 Solo tra il 1998 e il 2020 gli europei hanno venduto armi alla Russia per circa 1,9 miliardi di euro e a Kiev si sono visti i militari russi sui blindati italiani Lince9. Nel 2014, dopo l’invasione della Crimea, Putin è stato estromesso dal G8 ed è stato decretato l’embargo per le forniture di armi. La UE però non ha stabilito sanzioni per chi violava tale disposizione; così diversi paesi, tra cui Italia e Germania, hanno continuato a vendere armi a Mosca per un valore di circa 346 milioni di euro10. Fino al 31/12/24 numerosi paesi UE, tra cui noi, hanno continuano, sia pur in modo decrescente nel tempo, ad acquistare idrocarburi russi, direttamente, tramite gasdotti11, o indirettamente, tramite paesi terzi, come l’Azerbaigian, che non avrebbe tutto il gas che ci vende, importandone parte dalla Russia12.

Chi fosse Putin è sempre stato ben chiaro. Egli è diventato Presidente il 31/12/99 ereditando un paese in ginocchio, che pensava perfino di entrare nella Nato; ha subito piegato le istituzioni di uno Stato a pezzi e ha rimesso sotto il controllo statale le immerse riserve di idrocarburi, recuperando l’arma energetica, che da sempre riteneva cruciale per rilanciare la potenza russa. Dalla sua ascesa ci sono stati innumerevoli omicidi di giornalisti13, la Politkovskaja, uccisa nel 2006, è solo l’esempio più noto14.

Altrettanto ha fatto con numerosi oppositori, Navalny è solo il più famoso15. Agli oligarchi, arricchitisi già dai tempi di Eltsin, acquistando a prezzi stracciati proprietà e aziende pubbliche privatizzate dopo il crollo dell’URSS, ha aggiunto un cerchio ristretto di sodali e prestanome, che costudiscono un suo tesoro personale, pare di 200 miliardi di dollari16. Secondo Freedom House il sistema politico autoritario russo, sottomette la magistratura, controlla i media, manipola le elezioni, sopprime il dissenso; la corruzione dilagante favorisce legami tra funzionari statali e criminalità organizzata17. Anche Amnesty International da tempo denuncia arresti e persecuzioni di pacifici manifestanti, difensori dei diritti umani e attivisti civili e politici; la tortura è endemica in Russia, come la quasi totale impunità dei responsabili. Il diritto a un processo equo viene regolarmente violato18. Questi fatti erano già stati tutti documentati dalla stessa Politkovskaja nel citato libro. Putin ha iniziato la sua Presidenza attaccando brutalmente la Cecenia, con massacri di civili ed altri numerosi e gravi crimini19. Nel 2008 ha invaso la Georgia20, con modalità ripetute in grande in Ucraina. E’ intervenuto massicciamente a sostegno di Assad, contribuendo al mantenimento del suo potere e partecipando sostanziosamente alla distruzione di Aleppo21. Alla luce di quanto sopra, dobbiamo sbugiardare i troppi politici del centro destra, che per oltre vent’anni hanno intrallazzato con colui che oggi designano come il nostro peggior nemico, la cui forza però è dipesa in larga misura dagli aiuti che ha ricevuto da coloro che oggi vogliono tagliare lo stato sociale per difenderci dal loro ex amico.

3 Gli sputinati in L’Espresso n°10 del 06/03/22 pag. 14 e seguenti

8 Anna Politkovskaja La Russia di Putin ed. Apelphi pag. 342

16 I tesori segreti del clan di Putin in L’Espresso n°11 del 20/03/22 pagina 48 e seguenti

Enrico Campolmi