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Nord Stream, le trattative segrete in corso tra Russia e Usa

Una truffa per l’Europa? Intermediari di Trump hanno manifestato l’intenzione di acquistare il Nord Stream 2 per dare a Washington “un’opportunità unica”

Parallelemente ai colloqui per normalizzare i rapporti e per la pace in Ucraina, Mosca e Washington starebbero conducendo trattative segrete in Svizzera per riavviare il gasdotto Nord Stream 2. Gli Stati Uniti sarebbero interessati all’acquisto dell’infrastruttura indebolita con un sabotaggio nell’autunno 2022.

Secondo indiscrezioni della rivista tedesca Bild, la Casa Bianca avrebbe affidato i colloqui ad un uomo di stretta fiducia del presidente: Richard Grennell, suo attuale consigliere ed ex ambasciatore statunitense in Germania. Si sarebbe recato più volte presso la sede centrale della società operativa Nord Stream AG, nel Canton Zugo.

L’acquisto del gasdotto a prezzi stracciati da parte di imprenditori statunitensi sarebbe sul tavolo delle trattative  tra Stati Uniti e Russia, come parte della risoluzione della guerra in Ucraina. Un accordo del genere segnerebbe una vera e propria alleanza tra le due superpotenze, stravolgendo gli equilibri geostrategici mondiali. La pace verrebbe così saldata e garantita sulla base di un comune interesse strategico, il ripristino delle forniture di gas russo in Europa tramite un’infrastruttura americana.

Le offerte di acquisto

In base a quanto riferito nei giorni scorsi dal Financial Times, a condurre le trattative per la controparte russa sarebbe il CEO di Nord Stream AG, Matthias Warnig un ex ufficiale della STASI, amico di Putin. Warnig fu anche presidente del consiglio di amministrazione della Dresdner Bank ZAO, la sussidiaria russa della Dresdner Bank e attualmente fa parte del consiglio di amministrazione della Banca Rossiya , spesso definita il “portafoglio di Putin”.

Secondo il FT, sarebbe suo il piano di contattare lo staff di Trump tramite imprenditori statunitensi, come parte di iniziative secondarie per mediare la fine della guerra in Ucraina e, al contempo, approfondire i legami economici tra Stati Uniti e Russia.

Ci sarebbero già delle offerte. A novembre il Wall Street Journal riportava che un donatore della campagna di Trump, l’uomo d’affari della Florida Stephen P. Lynch, aveva espresso l’intenzione di acquistare Nord Stream 2, per dare a Washington “un’opportunità unica per il controllo americano ed europeo dell’approvvigionamento energetico nel vecchio continente fino alla fine dell’era dei combustibili fossili”, riportava il WSJ. Già a febbraio del 2024, il businessman aveva chiesto al governo federale l’autorizzazione a formulare un’ offerta per acquistare il gasdotto Nord Stream 2, dopo che l’operatore dell’infrastruttura aveva dichiarato bancarotta. La licenza gli consentirà di condurre trattative con entità attualmente soggette a sanzioni statunitensi.

Lynch ha lavorato a Mosca per quasi 20 anni e sa bene come fare affari con i russi. Nel 2022 ha ottenuto una licenza dal tesoro americano per acquistare la filiale svizzera di Sberbank, colpita da sanzioni. Ma il suo colpo da maestro fu la partecipazione alla svendita degli assett di Yukos, la compagnia energetica russa dell’oligarca russo Mikhail Khodorkovsky. Il 15 agosto 2007 una società da lui controllata si aggiudicò all’asta il 100% di Yukos Finance, una sussidiaria di Yukos Oil Company. Fu proprio la banca di Warnig a prestare consulenza sulla controversa vendita forzata della compagnia petrolifera di Khodorkovsky.

La garanzia ideale per la Russia

Sia Mosca che Grennell hanno smentito l’esistenza del piano. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che le informazioni non corrispondono alla realtà. Non ci si poteva non aspettare una smentita, considerando il livello di delicatezza delle trattative. Ma sembra verosimile (ed in linea con la diplomazia di Trump) che alla base di un solido accordo di pace per l’Ucraina ci sia un buon affare su Nord Stream 2.

Le forniture di gas russo attraverso il gasdotto statunitense renderebbero necessaria la normalizzazione dei rapporti tra Stati Uniti e Russia. L’inedita fiducia tra i due nemici di sempre poggerebbe su una base inossidabile: il mutuo interesse nel business e nei profitti. La cooperazione energetica farebbe da contrappeso alla rivalità strategica. Ciò condurrebbe al superamento delle vere cause della guerra, condizione richiesta dal Cremlino per un accordo di pace duratura. Il riavvio di Nord Stream fornirebbe quella garanzia di sicurezza che Mosca chiede per fermare le sue truppe in Ucraina.

Entrambi i Paesi ne riceverebbero vantaggi. L’abbraccio americano stringerebbe Europa e Russia, garanzia per  ricominciare a pompare il suo gas in Germania e per la revoca delle sanzioni. L’acquisto di Nord Stream, oltre ad essere una ghiotta occasione di profitto, consentirebbe agli Stati Uniti ottenere un’influenza senza pari sulle forniture energetiche europee.

Una truffa per l’Europa

L’Europa invece è giustamente preoccupata da un’eventuale conferma dell’interesse americano. Subirebbe un vero e proprio scherno: dopo tre anni di duri tentativi per emanciparsi dalla dipendenza di gas russo, si troverebbe costretta a importarlo (di nuovo ma a costi maggiori) proprio dall’alleato atlantico, che per giunta potrebbe essere coinvolto nell’attentato contro i gasdotti russo-tedeschi. Una vera e propria truffa. La Germania  ha escluso qualsiasi possibilità di riprendere le forniture di gas russo attraverso il  gasdotto Nord Stream 2 sottolineando il proprio impegno per l’indipendenza energetica dalla Russia.

Un’eventuale partnership energetica darebbe vita ad un inedito asse Washington e Mosca. L’Europa subirebbe l’accordo, esclusa dai giochi, relegata all’irrilevanza e ad un vincolo di maggiore subalternità agli Stati Uniti. Non solo i Paesi europei sarebbero di nuovo dipendenti da Mosca, ma gli Stati Uniti sarebbero i garanti di questa dipendenza, da cui trarrebbero anche una cospicua parte di guadagni.

 

E’ possibile il ripristino di Nord Stream?

Nonostante l’esplosione dei gasdotti Nord Stream fece ribollire  il Mar Baltico per giorni, il progetto geopolitico non ha ancora perso il suo slancio. Pur essendo sull’orlo del fallimento, la società “Nord Stream  AG” intende realizzare già nel secondo e terzo trimestre del 2025 dei lavori di conservazione del gasdotto Nord Stream 2. A fine gennaio il governo danese ha dato il via libera. Si stima che il gasdotto danneggiato Nord Stream 2 A contenga circa 9-10 milioni di Sm3 di gas naturale rimanente, mentre il gasdotto Nord Stream 2 B è intatto e riempito di gas a circa 54 bar, ridotti da 103 bar. Per il momento i lavori dovrebbero riguardare la riparazione delle falle, ma potrebbero essere il primo passo per il ripristino dell’infrastruttura.

Una cessione del gasdotto a investitori americani per il riavvio delle forniture di gas russo, dovrebbe ricevere un’autorizzazione speciale sia dal governo federale tedesco che da quello statunitense. Berlino mostra la totale contrarietà alla riattivazione, ribadendo la volontà di proseguire sulla strada dell’indipendenza dall’energia di Mosca. Tuttavia all’interno dei partiti che potrebbero formare la prossima coalizione di governo, ci sarebbero settori più sensibili alle forniture di gas naturale a basso costo dalla Russia.

La giustizia svizzera, che si sta occupando delle procedure fallimentari di Nordstream AG, sta prendendo tempo. In teoria la società avrebbe dovuto essere liquidata a gennaio, ma il tribunale cantonale di Zugo ha rinviato la questione a maggio. La decisione è motivata dalla necessità di dare più tempo agli interessati diretti e potenziali. Nella sua valutazione, infatti, il giudice responsabile fa riferimento alle elezioni statunitensi e a quelle federali. Le prossime settimane saranno decisive per l’Europa.

Clara Statello