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Energia elettrica da fonti rinnovabili e lobby nuclearista

Ieri ho partecipato a un convegno organizzato dalla Rete 100% rinnovabili, dal titolo “Verso la neutralità climatica con elettricità 100% rinnovabile”.  L’ambizione di questo network di associazioni ambientaliste come Greenpeace, Legambiente, WWF e altri che hanno firmato e condiviso questa certezza, è molto semplice: bisogna produrre elettricità al 100% da fonti rinnovabili, senza l’energia nucleare, pericolosissima,  ingestibile per le scorie radioattive. Inoltre non bisogna sottovalutare il fatto che possa essere ricondotta anche a forti ragioni militari.

Vengono sottolineati anche gli aspetti economici: è  ben noto che farebbe perdere solo tempo e soldi, senza garantire alcuna convenienza per gli utenti. Gli studi presentati da ricercatori qualificati dimostrano come sia possibile raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica in tempi più ragionevoli e rapidi rispetto al nucleare, ma i grandi player nazionali, come Leonardo e l’ENI, hanno idee diverse. Mi spiego meglio: una parte della politica, come sempre, segue le indicazioni dell’ENI. Leonardo vuole sviluppare piccoli reattori nucleari nelle aree industriali, come se fossero sulla luna, mentre sono vicine ai centri abitati.

L’interesse fossile rallenta un percorso virtuoso già stabilito dall’UE, anche se la Commissione Europea si è piegata alla lobby nuclearista. Il problema vero di un’accelerazione verso la transizione ecologica riguarda il prezzo dell’energia elettrica prodotta da rinnovabili. Infatti il sole, il vento e l’acqua dei fiumi sono disponibili in natura per tutti a costo zero. Si pagano la costruzione degli impianti e la distribuzione, nonché i costi di gestione. A conti fatti il prezzo, con uno sviluppo più veloce delle rinnovabili, tenderebbe a scendere troppo, senza incentivi statali. Ad oggi il prezzo viene quotato in borsa con la determinazione del prezzo del gas. Questo è assurdo. Ad Amsterdam la quotazione del prezzo del gas subisce forti oscillazioni a causa della speculazione finanziaria. La guerra in Ucraina rappresenta solo l’innesco della speculazione guidata dagli squali dell’alta finanza, i quali sono in grado di manipolare i prezzi e ci guadagnano sempre, scommettendo sul rialzo, ma anche sul ribasso.

Purtroppo in Italia siamo ancora legati a quella quotazione che consente guadagni da greed economy anche ad ENI e le aziende che producono energia elettrica da fonti rinnovabili non hanno un prezzo diverso, perché quella è la quotazione. Non ho la verità in tasca. Sembra surreale, ma il mondo funziona così e l’Europa non fa eccezione. In Italia ENI e SNAM mantengono la loro influenza nefasta sul governo Meloni, che così rappresenta solo una proiezione di interessi forti. E non parliamo di oligarchi. Gli accordi di Parigi vengono deliberatamente ignorati. Viva la democrazia.

Rayman