Hanno fatto molto discutere le dichiarazioni del 19 marzo della presidente Meloni in critica al Manifesto di Ventotene, elencandone i principi come la valutazione di un’abolizione caso per caso della proprietà privata, la fondazione di un “partito socialista rivoluzionario”, il poco peso dato alle elezioni democratiche. Questo ha generato caos e grida dai banchi del PD e di tutte le forze neoliberali sostenitrici del federalismo europeo. La seduta è stata sospesa. In seguito a rispondere a Meloni è stato l’onorevole Federico Fornaro (PD) che si è vergognato delle parole della premier cogliendo l’occasione per impartire l’ennesimo elogio retorico del “Manifesto di Ventotene” come capostipite di una visione “federalista europea”. A quanto pare, purtroppo tra i due ad aver letto il Manifesto di Ventotene è stata Giorgia Meloni e non Fornaro che, se l’avesse letto, non avrebbe detto quelle cose.
Il Manifesto di Ventotene non parla di “un’Europa federale”, ma di una “Europa confederale” composta da Stati sovrani interdipendenti su base socialista e non sul libero mercato. Il Manifesto di Ventotene, oltre ad essere fermamente antifascista, antimperialista, antimilitarista, antisciovinista e antiliberista, dice chiaramente che il futuro per un “Europa dei popoli” o è socialista o non è. Il Manifesto di Ventotene parla della fondazione dell’esercito europeo, ma solo dopo aver stabilito che il militarismo non deve essere in alcun modo la strada per la politica estera e la diplomazia. Il Manifesto di Ventotene parla chiaramente della creazione di un “partito socialista rivoluzionario” e della nascita degli “Stati Uniti socialisti d’Europa” e non degli Stati Uniti d’Europa su base neoliberista come voglio i “federalisti europei del riarmo”.
Non sappiamo dunque se sia peggiore la strumentalizzazione della Meloni o l’ignoranza di Fornaro e di tutti i “federalisti europei” come Calenda, Renzi, Magi e Vecchioni (con tanto di auto-elogio eurocentrico alla manifestazione del 15 marzo). Crediamo che siano sullo stesso piano: Eugenio Colorni, Altiero Spinelli e Ernesto Rossi si rivoltano nella tomba sia a sentire la retorica nazionalistica e postfascista di Meloni, sia quella falsata e mistificata del Manifesto di Ventotene da parte degli europeisti neoliberali.
Non crediamo che Altiero Spinelli voglia essere considerato padre di questa Europa, visto che la sua idea confederalista socialista europea non è stata minimamente ascoltata. Ha vinto da un lato il concetto di “unione europea” proposto in base al modello funzionalista di Jean Monnet, Schuman, Perroux (veri padri di questa Europa della finanza e delle banche); e dall’altra parte ha visto l’ispirazione tecnocratica del Progetto Pan-Europa del conte Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi (che strumentalmente la destra l’ha definito autore di un complotto inesistente come quello della “sostituzione etnica”, mentre in realtà era un liberalconservatore promotore del concetto di “integrazione europea guidata da economisti”).
L’ignoranza è tanta sotto questo cielo, ma sarebbe bastato leggere il testo del Manifesto di Ventotene per schiarirsi le idee.
Proponiamo di seguito la riflessione chiarificatrice di Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, sulla vicenda.
«La rivoluzione europea, per rispondere alle nostre esigenze, dovrà essere socialista, cioè dovrà proporsi l’emancipazione delle classi lavoratrici e la creazione per esse di condizioni più umane di vita».
Manifesto di Ventotene
Non comprendo le polemiche sulle parole di Giorgia Meloni che questa volta ha il merito di aver detto alcune verità incontrovertibili.
La prima naturalmente è quella che lei, essendo erede politica del regime fascista che mandò al confino Spinelli, Colorni e Rossi, con il Manifesto di Ventotene non c’entra nulla, trattandosi di un documento dell’antifascismo militante.
La seconda, implicita nelle citazioni lette, è che con il Manifesto non c’entrano nulla neanche Ursula von der Leyen, Mario Draghi, Renzi, Calenda, il Pd e gli esponenti del centrosinistra e centristi che in queste ore contestano le parole della premier.
Il manifesto di Ventotene era un manifesto per la rivoluzione socialista europea e questo è incontrovertibile. Contiene principi socialisti che saranno fatti propri dalla nostra Costituzione nata da quella rivoluzione antifascista europea che fu la Resistenza e che saranno alla base dell’azione dei partiti del movimento operaio dopo la sconfitta del nazifascismo in tutta l’Europa occidentale.
Per il Manifesto di Ventotene come per la nostra Costituzione la proprietà privata non è sacra e i diritti delle classi lavoratrici e delle persone vengono prima del profitto e del mercato.
Il modello sociale europeo con il welfare è stato il risultato della forza e della legittimazione che ebbe in Europa occidentale il movimento operaio e socialista nel dopoguerra e fino alla controrivoluzione neoliberista degli anni ’80 di Reagan e Thatcher.
L’Unione Europea è nata con il trattato di Maastricht, che ha posto invece il mercato al primo posto con conseguenze devastanti compreso il risorgere dell’estrema destra. Non a caso nel 2014 denunciammo, presentando la lista l’Altra Europa con Barbara Spinelli, che l’Unione Europea dei trattati ordoliberisti era la negazione dell’ispirazione originaria del Manifesto di Ventotene.
Insomma con Ventotene non c’entrano nulla neanche gli editorialisti di Repubblica e Corriere e quelli come Renzi, Calenda o Bonaccini che ora strepitano. L’unica cosa positiva della manifestazione di Michele Serra è che Repubblica ha ristampato il manifesto e forse sarà letto da tanti che si renderanno conto della truffa che va avanti da trent’anni. Come Rifondazione Comunista pensiamo che vada rilanciato il Manifesto e la rivendicazione degli Stati Uniti socialisti d’Europa perché il capitalismo neoliberista porta la guerra come le nuvole la tempesta.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Per conoscenza:
Il Manifesto di Ventotene parlava degli “Stati Uniti socialisti d’Europa”
https://bresciaanticapitalista.wordpress.com/2016/04/18/europa-si-europa-no-ii/