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Comunicati Stampa

Carenza di medici sportivi nel Lazio e nel resto d’Italia: una minaccia alla sicurezza degli atleti e alla qualità del servizio

ROMA 21 FEB 2025 – La carenza di medici sportivi nel Lazio, così come a livello nazionale, rappresenta una delle principali problematiche sanitarie che minaccia non solo la qualità delle prestazioni mediche, ma anche la sicurezza degli atleti. Il Dott. Francesco Roccaro, specialista in medicina dello sport, sottolinea apertamente come questo fenomeno stia avendo gravi ripercussioni sul settore, causando turni di lavoro massacranti per i professionisti e un abbassamento della qualità dei controlli preventivi, a discapito della salute degli atleti stessi.

 

La carenza di medici sportivi: un fenomeno rilevante

Secondo le stime recenti, entro il 2030 il Lazio rischia di subire l’impatto con una carenza di circa 30.000 medici, un dato allarmante che coinvolge sia il settore pubblico che privato. Questo deficit di professionisti ha gravi implicazioni sulla qualità del servizio offerto, con una crescente difficoltà nel garantire un’assistenza adeguata agli atleti. Come sottolinea Roccaro, “la difficoltà nel trovare spazi adeguati e nel gestire il volume di pazienti porta a turni massacranti per i medici, il che riduce il tempo da dedicare a ogni singolo atleta e, di conseguenza, la qualità delle diagnosi”.

L’importanza della prevenzione nella medicina sportiva

Roccaro ribadisce che la medicina sportiva è principalmente una medicina preventiva. “La nostra missione è analizzare ogni dettaglio, dall’anamnesi ai test diagnostici come l’ECG e la spirometria. Ogni singolo elemento potrebbe rappresentare un segnale di allarme per un problema di salute”, afferma il dottore. La carenza di specialisti e il sovraccarico di lavoro rischiano di compromettere questa capacità di diagnosi, con potenziali danni alla salute degli atleti.

Le conseguenze della pressione sui medici sportivi

I turni di lavoro estenuanti e la ridotta disponibilità di medici specializzati si traducono in una minore attenzione alle visite, aumentando il rischio di errori diagnostici. Roccaro mette in evidenza come questo fenomeno stia diventando una sfida per molti colleghi, che si trovano costretti a comprimere il numero di pazienti visitati per far fronte alla pressione economica e alla carenza di personale. “Quando un medico è costretto a lavorare per più di 12 ore al giorno, l’attenzione cala, e il rischio di errori aumenta”, avverte Roccaro.

Affidarsi a centri specializzati: la soluzione per una medicina sportiva di qualità

In un contesto così delicato, il Dott. Roccaro consiglia agli sportivi di rivolgersi a centri specializzati, dove la qualità dell’assistenza è garantita da professionisti altamente qualificati e strutture adeguate. “Solo con una formazione continua e strutture all’avanguardia possiamo garantire che ogni atleta riceva il livello di cura che merita”, conclude Roccaro.

Prevenzione e diagnosi: fondamentali per la salute degli atleti

Il messaggio più forte che il Dott. Roccaro lancia è quello di non fermarsi ai controlli minimi obbligatori, ma di integrare questi con esami facoltativi che possano fornire un quadro completo della salute dell’atleta. “Ogni test, dalla misurazione della pressione al controllo cardiaco, passando attraverso gli esami osseo-articolari, è fondamentale per prevenire complicazioni gravi. La prevenzione è la chiave per garantire un futuro sano a chi pratica sport”, afferma.

Investire nella salute degli atleti: un imperativo

La situazione del Lazio, così come quella nelle altre regioni italiane, evidenzia la necessità urgente di investire, da parte delle istituzioni, nella formazione dei medici sportivi e nel potenziamento delle strutture sanitarie specializzate. Affrontare questa emergenza con politiche adeguate è fondamentale non solo per garantire un’assistenza di qualità, ma anche per tutelare la sicurezza e il benessere degli atleti.

 

UFFICIO STAMPA DOC,  DIAGNOSTICA PER OBESI E CLAUSTROFOBICI SRL

Redazione Roma

AUCLIS: “Nella Giornata Internazionale della Lingua Madre bisogna valorizzare i dialetti”

Oggi si celebra la Giornata Internazionale della Lingua Madre, istituita nel 1999 dall’Unesco per promuovere la diversità linguistica e culturale e il multilinguismo, che ha avuto la sua prima edizione nell’anno 2000.

La data che si scelse è significativa perché proprio un 21 febbraio, quello del 1952, alcuni studenti furono uccisi dalla polizia a Dacca, la capitale dell’attuale Bangladesh, mentre manifestavano per il riconoscimento della loro lingua materna, il bengalese, come una delle due lingue nazionali dell’allora Pakistan.

La Giornata sarà celebrata anche quest’anno con numerosi eventi in tutto il mondo. Anche in Sicilia avranno luogo iniziative e momenti celebrativi, alcuni dei quali riguardanti la lingua siciliana.

L’AUCLIS, l’associazione che riunisce le associazioni che si occupano di lingua e cultura siciliana, in questa occasione rende pubblico un elenco di regole ortografiche utili per scrivere in lingua siciliana.

«Le seguenti dieci regole sono estrapolate dal siciliano letterario; per farlo, abbiamo considerato e analizzato – fa sapere l’AUCLIS nella sua nota – alcuni tra i più importanti autori di opere in prosa e poesia, di dizionari e di grammatiche di lingua siciliana. In particolare:

  • per i dizionari Siciliano-Italiano e Italiano-Siciliano Pasqualino-Rocca, Vincenzo Mortillaro, Salvatore Camilleri;
  • per le grammatiche della lingua siciliana: Innocenzo Fulci, Giuseppe Pitrè, Salvatore Camilleri, Vito Lumia, Gaetano Cipolla, Salvatore Russo;
  • per i testi di prosa e di poesie, i seguenti autori della letteratura in lingua siciliana: Giovanni Meli, Domenico Tempio, Giuseppe Fedele Vitale, Giuseppe Pitrè, Antonio Palomes, Nino Martoglio,
  • e i contemporanei (scelti numerosi, a dimostrazione della vitalità della koinè letteraria) di ogni parte di Sicilia: Nino Barone, Giovanna Cassarà, Giuseppina Cassarà, Alberto Criscenti, Rita Elia, Francesco Ferrante, Giuseppe Gerbino, Lina La Mattina, Euranio La Spisa, Antonino Magrì, Alessio Patti, Alfio Patti, Nino Pedone, Arcangela Rizzo.

Tutti questi autori e opere (e moltissimi altri che non abbiamo analizzato) concordano nelle dieci regole individuate, che vengono anche insegnate dal prof. Alfonso Campisi all’Università ‘La Manouba’ di Tunisi nelle lezioni accademiche del corso di Lingua e Cultura Siciliana».

Queste le regole diramate dall’AUCLIS:

1.  L’alfabeto della lingua siciliana è composto dalle seguenti 22 lettere: A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, L, M, N, O, P, Q, R, S, T, U, V, Z. A queste 22 lettere va aggiunto il digramma DD quando esprime la occlusiva retroflessa sonora, esito del nesso etimologico -LL- (come in cuteddu); in questo caso va considerato come unica ‘lettera’ quando si effettua la divisione della parola in sillabe: cu-te-ddu. Le lettere K, X e Y sono state usate nell’alfabeto siciliano alcuni secoli addietro e, più recentemente, anche la Ç. La conoscenza di questo loro uso può essere utile nella lettura di testi in siciliano antico o di alcuni rari attuali toponimi e cognomi siciliani.

2.  Il rotacismo, cioè la trasformazione del suono della D – intervocalica o a inizio di parola – in R, fenomeno che avviene nel parlato in molte parti di Sicilia (ma non dovunque), non si evidenzia nello scritto dove rimane la D etimologica. Esempi: diri e non “riri”; dumani e non “rumani”; càdiri e non “càriri”.

3.  In siciliano la B e la G (e, in alcune zone anche la R e la D) in inizio di parola si pronunciano sempre doppie ma nella scrittura tale fenomeno della lingua parlata non si evidenzia; per cui si scrive bonu (e non “bbonu”), gebbia (e non “ggebbia”), rota (e “non rrota”), dui (e “non ddui”).

4.  Ogni qualvolta la parte iniziale di una parola, venendo a contatto nel parlato con la parte finale di quella che la precede, cambia di suono, tale cambiamento non viene evidenziato nella scrittura; pertanto, scriveremo tri cani (e non “tri ccani”), tri jorna (e non “tri gghiorna”), un jornu (e non “un gnornu”).

5.  Nel siciliano scritto di registro alto è preferibile usare sempre le forme intere. Per esempio, è preferibile usare come articoli determinativi lu, la, li, anziché le forme abbreviate ‘u, ‘a, ‘i.

6.  Quando si volesse scrivere un termine nella sua forma abbreviata (ove esistesse), si deve mettere l’apostrofo ad indicare la caduta di parte del termine intero:  su’ = sunnu; ‘ccattari = accattari. Se la forma intera non è più usata da nessuna parte, allora non c’è bisogno di mettere l’apostrofo: gnuranti (anziché ‘gnuranti).

7.  In alcune zone e in alcuni casi la R che precede un’altra consonante viene pronunciata I (‘vocalizzazione’), in altre zone scompare e, in entrambi i casi, la consonante che segue viene pronunciata doppia; questi fenomeni del parlato non saranno considerati nella scrittura, dove rispetteremo l’etimologia, per cui scriveremo, ad esempio, portu e non “pottu” o “puoittu”.

8.  In alcune zone della Sicilia esiste nel parlato la dittongazione metafonetica o quella incondizionata; nessuna di esse trova riscontro nella scrittura per cui si scrive fora e non “fuora”, bonu e non “buonu”, “buanu” o “buenu”.

9.  Tranne i monosillabi, nessuna parola in siciliano termina per O o E, a meno che non siano accentate.

10.  Si scrive sempre una sola Z – tranne in pochissime eccezioni – quando ad essa seguano due vocali come in tutte le parole terminanti in -zioni o in -zia e ziu (azioni, predicazioni, binidizioni etc.; dilizia, pasturizia, rigulizia etc.; cardinaliziu, fattiziu etc.).

 

Associazioni Unite per la Cultura e la Lingua Siciliana (AUCLIS)

Redazione Sicilia

Ultima Generazione, Roma: sei processi in due giorni

Roma, 21 febbraio 2025 – Continuano i processi ad Ultima Generazione. Ieri e oggi si sono tenute presso il Tribunale di Roma udienze per i seguenti processi:

  • Blocco stradale e sgombero casa, udienza predibattimentale, capi di impuzione: art. 639 c. 2 c.p., 110 e 112, n.1 c.p., 340 cc. 1,2 cp, art.76 comma 3 d.lgs 159/2011; persone coinvolte 10. Rinviata per difetto di notifica al 2 ottobre 2025.
  • Azione fontana Quattro Fiumiudienza predibattimentale, capi di imputazione: 110, 112, c.p., 518 duodecies co 2 c.p.; persone coinvolte 4. Il giudice ha deciso per il proseguimento del processo fissando la nuova udienza al 18 marzo 2025.
  • Azione vetrina Eniudienza predibattimentale, capi di imputazione: art. 635, comma 3 c.p., 110 e 112, n.1 c.p., all’art. 4 c. 2 e 5 L. n. 110/1975, art. 76 comma 3 d.lgs 159/2011; persone coinvolte 5. Il giudice ha deciso per il proseguimento del processo in data che verrà comunicata.
  • Blocco stradale insieme a GKN, udienza predibattimentale, capi di imputazione: art. 110, 112 comma 1 n.1 cp, art. 340 commi 1, 2 cp; persone coinvolte 12. Il giudice ha deciso per il proseguimento del processo predibattimentale fissando la nuova udienza al 19 giugno 2025.
  • Azione fango al Senato, udienza predibattimentale, capi di imputazione: 110, 112, c.p., 518 duodecies co 2 c.p.; persone coinvolte 8. Rinviata per difetto di notifica al 19 giugno 2025.
  • Blocco stradale davanti al Colosseo,capi di imputazione: art. 110 art. 112 c.1 n.1, art. 340 c.1 e c.2 c.p., art. 76 c.3 relativo all’art. 2 del d.lgs. 159/2011. Persone coinvolte 5. L’udienza è stata aggiornata al 25 marzo 25 marzo 2025.

AL VIA LA CAMPAGNA “IL GIUSTO PREZZO”

L’Italia sta affrontando una crisi agricola senza precedenti. Il prezzo dell’olio, della frutta e di altri generi alimentari di base è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Dietro questi aumenti ci sono fenomeni climatici estremi come siccità, alluvioni e grandinate, che stanno mettendo in ginocchio l’agricoltura italiana. Ma la crisi non colpisce solo i consumatori: anche gli agricoltori si trovano in difficoltà, schiacciati tra la crisi climatica e le logiche della grande distribuzione organizzata, che li costringe a vendere i loro prodotti a prezzi irrisori. Oggi su 100 euro di spesa solo 7 ritornano al produttore: serve un’alleanza di produttori e consumatori, entrambi vittime dell’inflazione climatica. Per affrontare questa emergenza e costruire un’alleanza tra agricoltori e famiglie italiane preoccupate per il futuro, abbiamo lanciato martedì 19 febbraio la nostra nuova campagna: “Il Giusto Prezzo”.

COSA CHIEDIAMO?

PROTEGGERE I RACCOLTI: L’agricoltura italiana sta affrontando una crisi senza precedenti. Siccità, ondate di calore, grandinate e alluvioni devastano i campi, compromettendo raccolti e coltivazioni. Dobbiamo proteggere i raccolti e, per farlo, è necessario promuovere una transizione verso un nuovo sistema agricolo che sia resiliente e sostenibile economicamente ed ecologicamente.

AGGIUSTARE I PREZZI: Il costo degli alimenti nei supermercati sta diventando insostenibile, mentre ai produttori arriva solo una minima parte del prezzo finale. Chiediamo alle Istituzioni di intervenire immediatamente per garantire un giusto prezzo al cibo, equo per chi compra e per chi produce.

FAR PAGARE I RESPONSABILI: Chi rompe paga. Vogliamo che a finanziare questa transizione verso un sistema agricolo più sostenibile non siano le nostre tasse ma siano, piuttosto, gli extraprofitti dei reali responsabili della crisi attuale – la finanza, la GDO, i top manager delle multinazionali del cibo e l’industria del fossile.

PRESENTAZIONE ONLINE

Per approfondire il tema e discutere insieme le prossime azioni, ti invitiamo a partecipare al nostro incontro pubblico online il 23 febbraio. Sarà un’occasione per confrontarci, ascoltare esperti e costruire insieme un piano d’azione concreto.

Cartella stampa su tutte le azioni organizzate da dicembre 2021 qui

PROSSIMI INCONTRI:

●       Prossimo incontro online è il 23 alle ore 21 – iscrizione a questo link: http://vai.ug/e/250223?cs

●       Milano: 4 marzo ore 20.30: Cinema Mexico, cineforum di Berlinguer insieme al regista Andrea Segre e Ultima Generazione

●       Roma: 11 marzo ore 21.00: Cinema Giulio Cesare, cineforum di Berlinguer insieme al regista Andrea Segre e Ultima Generazione

PROSSIMI PROCESSI:

●       Milano – 25 febbraio ore 9.45: Blocco stradale viale don Sturzo

I NOSTRI CANALI

Aggiornamenti in tempo reale saranno disponibili sui nostri social e nel sito web:

●       Sito web:https://ultima-generazione.com

●       Facebook@ultimagenerazione.A22

●       Instagram@ultima.generazione

●       Twitter@UltimaGenerazi1

●       Telegram@ultimagenerazione

 

Ultima Generazione è una coalizione di cittadini ed è membro del network A22.

Ultima Generazione

Richiesta di esonero da attività scolastiche che prevedono la partecipazione delle Forze Armate

Considerata la sempre più invasiva presenza delle Forze Armate e di Polizia all’interno delle scuole che l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università monitora e denuncia quotidianamente come inaccettabile invasione di campo in un clima generale caratterizzato da una crescente propaganda militare e da una folle corsa agli armamenti, proponiamo ai genitori e alle genitrici che come noi ripudiano la guerra un agile strumento da presentare alle scuole all’atto di iscrizione dei propri figli e delle proprie figlie o in qualsiasi altro momento dell’anno si ritenga opportuno al fine di contribuire ad arginare quella che noi consideriamo una pericolosa frana culturale.

Non è attraverso l’idea di una “cultura della difesa” che si può tutelare l’educazione delle giovani generazioni e il loro percorso educativo che deve essere improntato alle idee di pace e convivenza tra i popoli.

Invitiamo inoltre genitori e genitrici a segnalare episodi di militarizzazione delle scuole al seguente indirizzo mail (osservatorionomili@gmail.com) e a informarsi sulle nostre attività sul sito dell’Osservatorio (https://osservatorionomilscuola.com/).

Clicca qui per scaricare la versione editabile della richiesta di esonero per i/le propri/e figli/e.

OGGETTO: RICHIESTA DI ESONERO DA ATTIVITÀ SCOLASTICHE CHE PREVEDANO LA PARTECIPAZIONE DIRETTA O INDIRETTA DI POLIZIA DI STATO, ARMA DEI CARABINIERI, GUARDIA DI FINANZA, POLIZIA PENITENZIARIA, POLIZIA LOCALE, FORZE ARMATE ITALIANE E/O DI ALTRE NAZIONI.

Al/lla Dirigente Scolastico/a
Al Consiglio d’Istituto
Uff. protocollo dell’Istituto…………………………

Gentile Dirigente, Gentili membri del Consiglio di Istituto,
con la presente, io/noi sottoscritt……. genit…… esercenti la potestà genitoriale dell’alunno/a ……………………….. iscritto/a alla classe …..……… presso il Vostro Istituto, presentiamo la seguente dichiarazione.

CONSIDERATI

– la nota MIUR, prot. n. 4469 del 14 settembre 2017, che fornisce linee guida per l’educazione alla pace e alla cittadinanza glocale;

–  l’art.1 comma 7 lettera d della Legge 107/2015, che indica tra gli obiettivi prioritari delle scuole lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso l’educazione interculturale e alla pace;

– la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con legge del 27 maggio 1991, n. 176 in particolare il preambolo dove si afferma: «In considerazione del fatto che occorre preparare pienamente il fanciullo ad avere una sua vita individuale nella società, ed educarlo nello spirito degli ideali proclamati nella Carta delle Nazioni Unite, in particolare in uno spirito di pace, di dignità, di tolleranza, di libertà, di uguaglianza e di solidarietà»; l’art. 3: «In tutte le decisioni relative ai fanciulli, di competenza delle istituzioni pubbliche o private di assistenza sociale, dei tribunali, delle autorità amministrative o degli organi legislativi, l’interesse superiore del fanciullo deve essere una considerazione preminente»; l’art. 29: «Gli Stati parti convengono che l’educazione del fanciullo deve avere come finalità: b) sviluppare nel fanciullo il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali e dei principi consacrati nella Carta delle Nazioni Unite»;

CONSIDERATO INOLTRE CHE

– L’educazione familiare impartita a nostra/o figlia/o è fortemente improntata alla pace e alla cultura di pace;

– l’educazione alla pace è, a mio/nostro avviso, incompatibile con attività scolastiche che prevedano il coinvolgimento diretto o indiretto della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, della Polizia Locale, delle Forze Armate italiane, delle forze armate di altre nazioni e di corpi o istituzioni europee e internazionali che svolgono attività militari così come di enti e soggetti ad essi collegati;

– sono/siamo fortemente contrari/o/a all’esposizione e alla diffusione nella scuola di mio/a/nostro/a figlio/a di materiale promozionale della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, della Polizia Locale, delle Forze Armate italiane e di altre nazioni e di organizzazioni internazionali, e di qualsiasi materiale finalizzato a propagandare le attività belliche e militari, l’arruolamento e la vita militare (anche al fine di orientare e condizionare le future scelte professionali di mio/a/nostro/a figlio/a);

– sono/siamo fortemente contrari/o/a alla partecipazione di mio/a/nostro/a figlio/a a manifestazioni militari, all’organizzazione di visite guidate, a percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), a iniziative di orientamento, presso strutture militari (quali basi militari, sedi di forze militari nazionali e non, caserme, ecc..) siano esse italiane o appartenenti ad altre nazioni e organismi internazionali (ad esempio basi statunitensi o basi NATO);

–  sono/siamo fortemente contrari/a/o alla realizzazione nella scuola di mio/a/nostro/a figlio/a di progetti in partenariato con strutture militari o aziende (italiane e non) coinvolte nella produzione di materiale bellico; esprimo/iamo contrarietà anche per quelle iniziative che, prevedendo obiettivi formativi fondamentali come la prevenzione della violenza di genere, delle varie forme di dipendenza, o la semplice divulgazione della cultura scientifica in vari ambiti o l’approfondimento di periodi o fatti storici o sociali, siano svolte da esponenti delle FF.AA. o di P.S., in quanto la loro trattazione in chiave pedagogica ed educativa è di stretta competenza delle istituzioni e del personale scolastico;

– sono/siamo fortemente contrari/o/a alla partecipazione di mio/a/nostro/a figlio/a ad attività di PCTO e orientamento che prevedano la presenza di personale militare o di aziende (italiane e non) coinvolte nella produzione di materiale bellico;

Tutte tali attività sono, a mio/nostro avviso, in palese conflitto con la funzione istituzionale e costituzionale della scuola;

TUTTO CIO’ PREMESSO

Io/noi sottoscritto/i CHIEDIAMO all’Istituzione Scolastica e al/alla Dirigente Scolastico/a, in qualità di rappresentante legale della scuola, che per la durata dell’intero percorso scolastico mio/a/nostro/a figlio/a sia esentato da ogni genere di attività che preveda il coinvolgimento di forze armate o di polizia o connesse con il mondo militare anche con riguardo al settore industriale delle armi, non ravvisandone alcuna le finalità educativa;


DIFFIDIAMO

dal discriminare mio/a/nostro/a figlio/a in base a questa scelta autonoma operata dai genitori in quanto suoi rappresentanti legali;

e CHIEDIAMO

l’organizzazione di proposte alternative qualora la scuola preveda le attività di cui sopra.

Ci riserviamo, infine, di promuovere tutte le opportune azioni, anche legali, a tutela dei nostri diritti e di quelli di mio/a/nostro/a figlio/a.

Restiamo in attesa di una tempestiva risposta da parte dell’Istituzione Scolastica.

Cordiali saluti,

Luogo ……………………………. Data ……………..

Firme…………………………………………….

………………………………………

N.B.: (parte da non inviare) Tale allegato va protocollato alla segreteria della scuola o inviato tramite PEC, all’atto dell’iscrizione o successivamente. Si chiede, cortesemente, di dare informativa dell’invio a osservatorionomili@gmail.com

Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

Perché i neologismi “Pelecida” e “Pelecidio”?

A seguito del lancio di “Call to Action per la Palestina. Appello all’Accademia della Crusca” , finalizzata all’inserimento del lemma “Pelecidio” all’interno del vocabolario della lingua italiana, alcuni attivisti hanno sollevato legittimi dubbi relativamente all’utilizzo della parola ebraica תשלפ (Peleshet) quale radice del neologismo.

A ben considerare, si sarebbe potuto utilizzare il termine egiziano pꜣ-r-s-t (Peleset), diffuso durante tutto il XII secolo a.C. e rinvenuto in diverse iscrizioni coeve per quanto, l’utilizzo del termine egizio, non avrebbe modificato il conio del neologismo, data l’affinità fonologica tra i due termini, giustappunto insistenti entrambi in aree e periodi storici sovrapponibili.

Dunque, che si utilizzi la radice ebraica o quella egizia, il neologismo “pelecidio” non varia.
Fatta questa doverosa premessa, riteniamo tuttavia che l’utilizzo del termine ebraico, piuttosto che dell’equivalente egizio, dia ulteriore valore aggiunto e una più profonda stratificazione semantica.
Innanzitutto perchè sconfessa tutta la falsa retorica del “Non si può parlare di ‘palestinesi’ perché non esiste un popolo palestinese” per cui, secondo questo negazionismo storico, il popolo palestinese sarebbe “una finzione” elaborata un secolo fa per lottare contro il movimento sionista. (B. Smotrich, G. Meir e altri).

Quale migliore risposta a questi falsari storici se non farli sbugiardare direttamente dalla loro stessa lingua, dal loro stesso libro rivelato che, 3 millenni fa, certificava l’esistenza in Palestina del pre-esistente popolo dei תשלפ?

In seconda battuta, l’utilizzo di un termine ebraico per definire il genocidio del popolo palestinese lega indissolubilmente, dal punto di vista linguistico, l’oppressore all’atto genocidale da lui compiuto: ebraica è la radice della parola perché ebraica è la lingua parlata da coloro che (per lo meno, nella loro componente “pelecida” appunto) hanno la responsabilità di questi massacri.

Un abbraccio linguistico che sfida dunque il tempo e, anche fra secoli, continuerà ad agganciare attori e azioni.

A tal proposito rilanciamo la nostra campagna di segnalazioni sul sito dell’Accademia della Crusca, rimandando le istruzioni al seguente link: https://www.pressenza.com/it/2025/02/call-to-action-per-la-palestina-appello-allaccademia-della-crusca/

 

Luca Sciacchitano, Lorenzo Poli, Silvia Nocera, Veronica Tarozzi, Grazia Parolari, Paola Giordana Di Nardo, Simone Casu

Multimage

Sostenere il disgelo fra Russia e Stati Uniti

Appello al movimento pacifista

Il 24 febbraio 2022 l’esercito russo invadeva l’Ucraina. È stata una guerra che ha violato la Carta dell’Onu. Dopo tre anni emerge la concreta speranza di porre fine a uno spaventoso massacro.

21 febbraio 2025
Campagna contro l’invio di armi in Ucraina
Questo appello nasce da una posizione chiara: non è un sostegno né a Putin né a Trump, ma un appello alla pace e al dialogo come unica alternativa alla guerra e alla corsa agli armamenti.

APPELLO CONTRO LA GUERRA E PER LA PACE: SOSTENIAMO IL DIALOGO, RIFIUTIAMO IL RIARMO
1. Il dialogo avviato tra Stati Uniti e Russia rappresenta una svolta significativa rispetto ad anni di propaganda favorevole alla guerra, basata sulla contrapposizione frontale e sulla costruzione di Putin come nemico assoluto da fermare ad ogni costo. Questo cambiamento impone una riflessione critica sulla narrazione che ha giustificato il riarmo e l’escalation militare in Europa.

2. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a una crescente retorica secondo cui i paesi europei devono armarsi e aumentare la spesa militare, spinti dall’idea che il conflitto con la Russia sia inevitabile. Questa prospettiva, adottata dai gruppi dirigenti europei e occidentali, si scontra oggi con la realtà del nuovo dialogo in corso tra Washington e Mosca.

3. Per questo facciamo appello affinché il 24 febbraio diventi una giornata di mobilitazione a sostegno del dialogo tra Stati Uniti e Russia. Un dialogo che, se portato avanti con serietà e concretezza, fa venir meno la ragione per cui è stato annunciato un piano di riarmo imponente, ormai privo di fondamento.

4. Diciamo NO all’invio di armi e truppe. Crediamo che la pace si costruisca con il negoziato e non con l’escalation militare. Inoltre, riteniamo che i pacifisti debbano opporsi all’adesione dell’Ucraina alla NATO, poiché questa rappresenta uno degli elementi chiave del conflitto e la sua rimozione costituirebbe un passo concreto verso la de-escalation.

5. Le prospettive di riarmo devono essere contestate con una campagna capillare sui territori. È necessario smontare, con un’operazione di verità, l’idea del nemico assoluto: il vero pericolo è rappresentato da chi guida la politica internazionale incitando a una guerra senza fine contro la Russia, alimentando tensioni e spese militari senza limiti.

6. Non possiamo condividere il discorso del Presidente Mattarella nella parte in cui accosta la Russia al Terzo Reich. Questo parallelismo non solo è storicamente improprio, ma contribuisce a esasperare il clima politico e a ostacolare il dialogo in corso.

7. Occorre una campagna ampia e continuativa, fondata sull’articolo 50 della Carta Costituzionale, per affermare con forza il NO al riarmo, alla luce del ruolo effettivo della Russia nel contesto internazionale e del suo peso nelle spese militari mondiali, che rappresentano il 5% del totale globale contro il 55% della spesa NATO.

8. È il momento di sostenere il dialogo e il disgelo fra Russia e Stati Uniti. Il movimento pacifista non può che sostenere questa apertura, lavorando affinché si traduca in una concreta riduzione delle tensioni che allontani lo spettro di una guerra nucleare e in una prospettiva di pace duratura. É il momento di porre nuovamente al centro l’articolo 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

Seguono firme

L’appello è stato approvato dall’assemblea del Coordinamento della Campagna contro l’invio di armi in Ucraina e pubblicato sul sito di peacelink.it

 

 

Peacelink Telematica per la Pace

Incontro Mattarella – Herzog: diritto internazionale à la carte

Assopace Palestina afferma la sua indignazione e sconcerto alla calorosa accoglienza riservata ieri dal nostro Presidente della Repubblica Mattarella al Presidente israeliano Herzog, nel corso del secondo incontro ufficiale dall’inizio delle operazioni militari contro Gaza e Cisgiordania.

Il nostro Presidente della Repubblica, a nome di tutti gli italiani, ha affermato che “La sua presenza a Roma è un onore per la Repubblica italiana”, passando poi a parlare esclusivamente dell’impegno dell’Italia contro l’antisemitismo che, a suo dire, sarebbe aumentato, ma non ha espresso neanche una parola sulla situazione nei territori palestinesi e sul piano di deportazione e pulizia etnica della Palestina in primo luogo dei Gazawi, nemmeno una parola di dolore e di vicinanza alla popolazione palestinese cosi colpita dall’aggressione israeliana.

Ci preme ricordare che Herzog è colui che, il 12 ottobre 2023, dichiarò “è un’intera nazione là fuori che è responsabile. Questa retorica sui civili non consapevoli, che non sono coinvolti, non è assolutamente vera. Avrebbero potuto insorgere, avrebbero potuto combattere contro quel regime malvagio […] noi combatteremo fino a quando non spezzeremo loro la spina dorsale.”; è colui che si è fatto ritrarre in foto mentre scriveva “mi affido a te” sui missili destinati a colpire qualche casa, ospedale, scuola o tendopoli di Gaza; è colui che ha attaccato l’Onu, la Corte internazionale di giustizia e la Corte penale internazionale di “bancarotta morale” perché hanno osato condannare i numerosi crimini compiuti contro la popolazione inerme di Gaza. E ricordiamo, infine, che le dichiarazioni di Herzog sono state allegate al fascicolo presentato all’Aja come una delle prove dell’intenzionalità di colpire i civili e quindi dell’avvenuto genocidio.

Ebbene, ci chiediamo quale dissonanza cognitiva abbia portato il nostro Presidente della Repubblica a ricordare e difendere giustamente il diritto internazionale quando si è trattato di criticare la Russia, e dimenticarsene completamente quando ha accolto a braccia aperte il presidente di uno stato accusato di genocidio presso la più alta Corte di diritto internazionale.

Chiediamo al nostro Presidente di dichiarare la sua vicinanza e il suo dolore per l’ingiustizia e le sofferenze subite del popolo palestinese e la necessità di riconoscere lo Stato Palestinese.

Ricordiamo, infine, che mentre si reitera la linea dei due popoli e due stati sempre ieri, nel frattempo il Senato della Repubblica respingeva una mozione per il riconoscimento dello Stato di Palestina, promossa dal m5s e sostenuta da AVS e PD, ma bocciata a causa dei voti contrari di 80 senatori di tutti gli altri schieramenti. Un’altra pagina triste della nostra politica.

Luisa Morgantini – Presidente di Assopace Palestina
luisamorgantini@gmail.com , assopacepalestina@gmail.com
tel +39 348 392 1465

Assopace Palestina

 A Chioggia ieri un altro morto in un cantiere

Spezziamo l’infernale catena degli omicidi sul lavoro
La mattina del 21 febbraio a Chioggia un altro giovane è morto sul lavoro: un giovane di 25 anni, in un cantiere edile. Impossibile non ricordare Mattia Battistetti. Anche ieri eravamo in tante e tanti al tribunale di Treviso per chiudere verità e giustizia per Mattia, per fermare questa catena insopportabile di morti sul lavoro.

Morire sul lavoro non è mai una fatalità, le cause sono note, sono la mancanza di controlli, in numero risibile rispetto alle necessità reali, la corsa al profitto, la precarietà e il sistema degli appalti e dei subappalti sempre improntati al ribasso dei costi.

Anche per questo, come abbiamo ribadito ieri davanti al tribunale di Treviso, noi sosteniamo con il massimo impegno i referendum promossi dalla CGIL perché si voti SI’ all’abrogazione delle norme che rendono il lavoro, precario, sottopagato, insicuro. Torniamo a chiedere l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro perché è inaccettabile l’impunità che protegge chi mette a rischio la vita di lavoratori.

Mentre rivolgiamo alla famiglia del giovane che ha perso la vita sul lavoro a Chioggia tutto il nostro cordoglio e vicinanza, pronti a sostenere ogni mobilitazione necessaria per avere verità e giustizia, non possiamo non ribadire il nostro impegno di sempre nella battaglia contro la strage nei luoghi di lavoro.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale e Paolo Benvegnù, segretario regionale Veneto del Partito della Rifondazione Comunista

Rifondazione Comunista - Sinistra Europea

“Mauro Rostagno. L’uomo che voleva cambiare il mondo” – Dal 26 febbraio su Sky Documentaries e in streaming solo su NOW

Mauro Rostagno. L’uomo che voleva cambiare il mondo è un documentario Sky Original in due parti, prodotto da Sky e Palomar in associazione con Sky Studios in esclusiva dal 26 febbraio alle 21.15 su Sky Documentaries e in streaming solo su NOW. La docuserie di e con Roberto Saviano, racconta di un uomo che cambia pelle, sapendo restare straordinariamente fedele a sé stesso, e di 30 anni di indagini per far riemergere la verità sul suo omicidio.

Con soggetto e sceneggiatura di Roberto Saviano e Stefano Piedimonte e la regia di Giovanni Troilo, il documentario è un viaggio intorno a una figura straordinaria, capace di trasformarsi in tante vite diverse attraversando epoche e forme di lotta differenti, col suo carisma e il suo bisogno di cambiare senza però smettere di obbedire allo stesso principio guida: il costante desiderio di curare sé stesso e il mondo.

Una storia che culmina col suo omicidio politico, i depistaggi e gli anni di ricerche che sono stati necessari per ottenere verità e giustizia, nel labirinto di incompetenze e occultamento delle prove.

Rostagno rappresenta uno spaccato della storia italiana per 20 anni, dal 1968 al 1988, attraversando le lotte giovanili del 1968, l’esperienza ai vertici di Lotta Continua, la fondazione del centro sociale milanese per l’attivismo politico e l’espressione creativa Macondo, l’appartenenza all’ashram di Osho a Pune, la creazione del suo ashram siciliano trasformato in centro di riabilitazione per tossicodipendenti, Samaan. Ha sempre fatto parte di qualcosa, senza mai essere inghiottito ed etichettato, senza perdere la sua originalità. Rostagno, in tutte le sue vite, è sempre stato un personaggio scomodo, perché ha gridato a piena voce le sue convinzioni, approdando perfino a RTC, una piccola televisione locale, reinventandosi giornalista e denunciando le collusioni tra mafia e politica locale. Dopo l’omicidio di Rostagno, avvenuto il 26 settembre 1988, le indagini hanno preso mille direzioni diverse.

Un lungo, doloroso ed estenuante slalom prima di accertare la verità: ad uccidere Mauro è stata la mafia, su cui Rostagno stava caparbiamente indagando, contro cui stava lottando con la sua ironia feroce e la sua intelligenza infaticabile.

Redazione Italia

Un seminario on line sulla militarizzazione e il riarmo

Martedì 25 febbraio inizia il quarto seminario formativo online del GIGA Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati in collaborazione con UniGramsci, promosso anche dai Cobas scuola.
I seminari sono gratuiti e, a richiesta, rilasciano attestato di partecipazione come corso di formazione da depositare nelle segreterie scolastiche o per altri utilizzi.

L’argomento di questo seminario è Economia di guerra, politiche di riarmo e militarizzazione dei territori.
Il corso si articolerà in quattro lezioni secondo il seguente programma:

* martedì 25 febbraio – Lezione 1: Tensioni geopolitiche, guerre e politiche di riarmo [Francesco Dall’Aglio, analista geopolitico, esperto di questioni militari]

* martedì 4 marzo – Lezione 2: Militarizzazione dei territori e della scuola [Candida di Franco: Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università]

* martedì 11 marzo – Lezione 3: I movimenti locali contro la militarizzazione dei territori: una prospettiva di realizzazione di un movimento nazionale [Federico Giusti: No Camp Darby – Beppe Corioni: Coordinamento No NATO Brescia]

* martedì 18 marzo – Lezione 4: L’economia di guerra: concetto, sguardo retrospettivo e situazione attuale [Andrea Vento: coordinamento del Giga, autore della serie di saggi “Economia di guerra oggi”]

Inizio lezioni ore 18.00

Per la partecipazione è necessaria la preiscrizione tramite compilazione del modulo online che trovate QUI

Il link di collegamento alle videoconferenze sarà trasmesso il giorno precedente allo svolgimento delle lezioni.

Gli incontri saranno registrati e poi resi disponibili insieme agli atti delle relazioni a questo link dove sono presenti le registrazioni e gli atti dei seminari GIGA già svolti.

Chi ha necessità del rilascio dell’attestato di partecipazione può segnalarlo al seguente indirizzo mail: gigamail2014@gmail.com.

Seminari GIGA e UniGramsci: Economia di guerra, politiche di riarmo e militarizzazione dei territori | COBAS SCUOLA PALERMO

Redazione Palermo